00 21/08/2013 17:36

Professione di fede (o Simbolo). (inizio)

Versione sintetica dei punti principali della fede cristiana. In risposta alle domande circa il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, le professioni di fede (o simboli) si sono sviluppate in collegamento con il battesimo. Le controversie e le eresie hanno costretto la Chiesa a chiarire ulteriormente le dottrine espresse nelle professioni di fede (o simboli).

 

Profeta. (inizio)

Si chiama così colui che è ispirato dallo Spirito di Dio per parlare eo per agire in un certo modo. Interpretando gli eventi passati e presenti ed annunciando quelli futuri, i profeti dell'AT hanno parlato in base a una profonda conoscenza di Dio, hanno predicato la fedeltà all'Alleanza e si sono opposti all'osservanza puramente esteriore della Legge. Chiamati da Dio (Is 6,1‑13; Ger 1,4‑19; Ez 1,1-3,27), i profeti hanno annunciato la Parola di Dio al popolo. I conflitti tra i profeti hanno evidenziato i criteri per identificare quelli veri che parlavano a nome di Dio (1 Re 22; Ger 27‑28). Il NT incontrò problemi del genere nell'attestare e nel discernere la profezia (1 Cor 14,37‑40; 1 Ts 5,19‑21). Riconosciuto come profeta (Mc 6,15; 8,28), o come il profeta (Gv 6,14; 7,40; cf Dt 18,15.18), Gesù parlò e agì da profeta (Mc 11,15‑18; 13,1‑2; Lc 11,29). Mentre si inserì nella linea dei profeti (Mt 13,57; Lc 13,34), Gesù affermò anche di essere « più » dei profeti, dei re, delle persone e dei luoghi sacri dell'AT (per es., Mt 12,15‑21.41‑42). Il NT fa notare ripetutamente come le attese profetiche si siano compiute in Gesù. Il carisma profetico è continuato nelle comunità del NT (Rm 12,6; 1 Cor 12,28‑30; 14,29.32) e nella Chiesa successiva. Il Concilio Vaticano II ha sottolineato la partecipazione dei battezzati all'ufficio profetico di Cristo (LG 12,35). Cf Antico Testamento; Carisma; Gesù Cristo; Islamismo; Sacerdoti.

 

Profezia. Cf Profeta. (inizio)

 

Prolessi (Gr. « anticipazione »). (inizio)

Il principio dell'anticipazione reale che proviene dal modo con cui la risurrezione di Cristo rappresenta in anticipo quello che succederà al termine della storia (1 Cor 15,20. 28) e illumina la natura della grazia e dei sacramenti come l'inizio reale della nostra vita di gloria (Gv 6,54; Rm 6,3‑8; 1 Cor 11,26). Il teologo di Monaco di Baviera Wolfhart Pannenberg (nato nel 1928) si appella al principio della prolessi per affrontare una vasta gamma di problemi teologici e filosofici. Cf Escatologia; Storia.

 

Propiziazione. (inizio)

È una spiegazione della redenzione che descrive l'ira di Dio placata con la morte sacrificale di Cristo. Questa spiegazione poggia su una interpretazione errata di alcuni passi del NT (per es., Rm 3,25; 8,3; 2 Cor 5,21; Gal 3,13). I termini appropriati per il riscatto (per es., espiazione e sacrificio) vanno accuratamente distinti dal linguaggio di propiziazione che molti autori cattolici e protestanti hanno purtroppo usato fino al secolo XX. Cf Espiazione; Redenzione; Riscatto; Sacrificio; Soddisfazione.

 

Proseliti (Gr. « Coloro che hanno seguito »). (inizio)

Pagani convertiti all'ebraismo (cf Mt 23,15; At 2,11), o anche « timorati di Dio » che osservavano solo una parte della legge ebraica (cf At 10,2; 13,43).

 

Proselitismo. (inizio)

Nel passato, proselitismo era spesso sinonimo di evangelizzazione. Di fatto, il Concilio Vaticano II ribadì il diritto della Chiesa di evangelizzare e di operare conversioni (AG 7; DH 13‑15). Però, oggi il termine proselitismo ha quasi sempre il significato negativo di costringere o comunque di fare pressioni su qualcuno perché accetti una data fede. Le società civili e religiose hanno spesso condannato questo tipo di proselitismo, che è deplorato anche dal Vaticano II (AG 13; DH 4). Nel dialogo ecumenico con le Chiese ortodosse d'Oriente, il proselitismo è uno dei problemi dibattuti oggi. Cf Conversione; Evangelizzazione; Libertà religiosa; Uniati.

 

Pròsopon (Gr. « faccia », « maschera », « ruolo »). (inizio)

Inizialmente, significava una maschera portata sul palco. In seguito, indicò la persona. Alcuni Padri della Chiesa parlano di tre pròsopa della Trinità e di un pròsopon in Gesù Cristo (cf DS 250, 302; FCC 4.003, 4.012). Però, ipòstasi divenne il termine più comune per indicare la persona. Cf Ipòstasi; Persona.

 

Protestante. (inizio)

Persona, chiesa, teologia o istituzione che in qualche modo è in rapporto con la riforma « protestante » del XVI secolo. l'inizio del protestantesimo è datato simbolicamente al 31 Ottobre 1517, quando Martin Lutero pubblicò le sue novantacinque tesi sulle indulgenze, in cui attaccava vari abusi riguardanti la dottrina, la predicazione e la pratica della penitenza. Il termine « protestante » proviene dalla minoranza non cattolica presente alla dieta imperiale di Spira nel 1529. Essa presentò una « protesta » contro le decisioni dell'Imperatore cattolico Carlo V in fatto di religione. Il termine « protestante », identificato spesso con « evangelico », esprime alle volte un antagonismo con il cattolicesimo. I princìpi teologici comuni del protestantesimo sono: la dottrina della giustificazione mediante la sola fede e non dalle opere, la sola autorità della Sacra Scrittura, il sacerdozio comune dei fedeli. Cf Battisti; Calvinismo; Corruzione totale; Evangelici; Fede e Opere; Hussiti; Imputazione; Legge e Vangelo; Luteranesimo; Metodismo; Neo‑ortodossia; Presbiterianesimo; Protestantesimo; Puritani; Riforma (La); Sacramento della penitenza; Sola fede; Sola grazia; Sola Scrittura; Theologia Crucis;  Zwinglianesimo.

 

Protestantesimo liberale. (inizio)

Si chiama così quel movimento teologico protestante dei secoli XIX e XX, fortemente influenzato dalla filosofia dell'Illuminismo, spesso opposto ai dogmi della Chiesa e intento a sviluppare un approccio scientifico della Bibbia. Friedrich Schleiermacher (1768‑1834) è considerato generalmente il fondatore di questo movimento. Secondo lui, l'esperienza religiosa e la consapevolezza interiore di Dio sono normative in campo di fede. I vari suoi successori cercarono di togliere dalla Scrittura quanto vi fosse di leggendario o di mitico per scoprirne la storia originale. Un forte interesse etico (che sottovalutò l'escatologia) illustrò la religione del Gesù storico espressa attraverso il Discorso della Montagna e sintetizzata come solidarietà umana sottomessa a Dio. Qualcuno, come Ernst Troeltsch (1865‑1923) diede scarsa importanza al fatto unico della rivelazione di Gesù e vide nel cristianesimo poco più di un fenomeno di una certa influenza nella storia delle religioni. La fede nella scienza moderna, nella filosofia e nel progresso incoraggiarono i teologi ad allearsi strettamente con la cultura borghese europea e coi suoi capi politici. Un esempio evidente ci è dato da Adolf von Harnack (1851‑1930). La prima guerra mondiale e la nascita della teologia dialettica tennero a bada per un certo tempo il protestantesimo liberale. Esso tornò ad avere un certo successo negli anni '60. CfEscatologia; Gesù storico; Illuminismo; Modernismo; Protestante; Teologia Dialettica.

 

Protocanonico (Gr. « elencati nel canone fin dall'inizio »).(inizio)

Termine applicato alla maggior parte dei libri dell'AT accettati come ispirati e canonici da tutti. Cf Apocrifi; Canone; Libri deuterocanonici.

 

Protologia (Gr. « studio delle prime cose »). (inizio)

Dottrina circa l'origine del mondo e degli esseri umani. La protologia è correlata con l'escatologia, in quanto il progetto di Dio all'inizio è illuminato nel senso migliore dal suo pieno compimento alla fine. Cf Adamo; Caduta (La); Creazione; Eva; Giustizia originale; Peccato originale.

 

Protovangelo (Gr. « primo vangelo »). (inizio)

La storia dell'infanzia di Gesù nel vangelo apocrifo di Giacomo. Il termine si applica anche all'interpretazione tradizionale della donna che schiaccia il capo al serpente (Gn 3,15) come prima promessa della salvezza e del ruolo che Maria avrà in essa. Cf Escatologia; Sensi della Scrittura; Vangeli apocrifi; Vangeli dell'infanzia.

 

Provvidenza (Lat. « sollecitudine »). (inizio)

La cura sapiente, amorosa e onnicomprensiva di Dio nei riguardi della natura, della storia e delle singole vite umane (cf Mt 6,25‑34; 10,29‑31). La dottrina cristiana della provvidenza è conciliabile con la libertà umana e con le vie misteriose di Dio il quale può « scrivere diritto su righe storte ». Cf Deismo; Libertà; Predestinazione; Prescienza; Teismo.

 

Prudenza (Lat. « preveggenza »). (inizio)

È la prima delle quattro virtù cardinali. Comporta la capacità di tradurre in pratica le norme e gli ideali generici. La prudenza cristiana è più che una pura accortezza che prevede le difficoltà e scansa le conseguenze sgradite. La prudenza comporta l'esercizio di una immaginazione pratica che rende coerente l'intera vita morale di una persona. Cf Virtù cardinali.

 

Pseudepigrafi (Gr. « titoli falsi »). (inizio)

Libri attribuiti ad un autore diverso da quello vero, probabilmente per dare loro maggiore autorità. Si hanno esempi nei libri non canonici di Enoc e dell'Assunzione di Mosè. I cattolici usano il termine « apocrifi » in riferimento a libri ebraici pseudonimi. Cf Apocrifi.

 

 

Punto omega (Gr. l'ultima lettera dell'alfabeto). (inizio)

La méta finale (cf Ap 1,8; 21,6; 22,13) dell'evolversi e del convergere dell'universo secondo il pensiero di Pierre Teilhard de Chardin, gesuita francese, paleontologo (1881‑1955). Sintetizzando la fede cristiana coi dati della scienza nelle sue opere tra cui Il fenomeno umano, Ambiente divino e altre opere (postume), Teilhard descrisse un mondo di una complessità crescente, progressivamente umanizzato e « cristificato », ossia che si evolve verso il suo vertice nel Cristo cosmico (cf 1 Cor 15,28; Ef 1,3‑10; Col 1,15‑20). Cf Cristocentrismo; Entelechìa; Escatologia; Parusìa.

 

Purgatorio (Lat. « purificazione »). (inizio)

È lo stato di coloro che muoiono in comunione con Dio, ma hanno ancora bisogno che i loro peccati personali siano espiati (mediante i meriti di Cristo) e devono crescere spiritualmente prima di poter godere la visione beatifica. I passi scritturistici che sono stati addotti (2 Mac 12,38‑46; Mt 5,25‑26; 12,31‑32 e 1 Cor 3,11‑15) non sono tali da poter stabilire da soli l'esistenza del Purgatorio. Esso può essere confermato alla luce della giustizia divina e dal fatto delle preghiere dei cristiani (attestate almeno fin dal II secolo) e dalla celebrazione dell'Eucaristia (attestata almeno fin dal III secolo) per i defunti. In linea con questa prassi, autori Greci come san Clemente di Alessandria (circa 150 ‑ circa 215), Origene (circa 185 ‑ circa 254) e san Giovanni Crisostomo (circa 347‑407) e scrittori latini come Tertulliano (circa 160 ‑ circa 225), san Cipriano (morto nel 258) e sant'Agostino di Ippona (354‑430) scrissero in vari modi sulla purificazione dopo la morte e sulla nostra comunione mediante la preghiera per i nostri cari defunti. La preghiera per i defunti è rimasta un elemento tipico delle liturgie orientali e occidentali. Il Concilio di Lione II (1274) e quello di Firenze (1438‑1445) hanno parlato della sofferenza purificatrice sopportata dopo la morte (di coloro che non sono ancora degni della visione beatifica) e del valore delle preghiere e buone opere in loro suffragio (DS 856‑857; 859; 1304‑1305; FCC 0.012‑0.013, 0.015, 0.022‑0.023). Hanno evitato, però, di parlare di « fuoco » a cui sono contrari gli Ortodossi. Martin Lutero (1483‑1546) respinse prima il valore delle indulgenze per i defunti e poi anche l'esistenza del Purgatorio. Il Concilio di Trento (1545‑1563) ribadì la dottrina del Purgatorio, non disse nulla circa la sua natura e durata, riaffermò il valore delle preghiere e dell'Eucaristia per quelli che si trovano in Purgatorio (DS 1580, 1820; FCC 0.029, 8.113). Il Concilio Vaticano II ricordò la nostra comunione con coloro che si purificano dopo morte e fece suo l'insegnamento di Firenze e di Trento (LG 49, 51). Lo stato del Purgatorio può essere inteso come un processo finale di maturazione amorosa, ma dolorosa, prima di poter vedere Dio a faccia a faccia. Con il giudizio universale, il Purgatorio cesserà di essere (DS 1067; FCC 0.021). Cf Comunione dei Santi; Eschata; Indulgenze; Morte; Visione beatifica.

 

Puritani. (inizio)

Termine generico per indicare quei gruppi influenti nella Chiesa d'Inghilterra che opposero il loro sistema religioso a quello della Regina Elisabetta I (1533‑1603) e, seguendo una teologia calvinista, mirarono a purificare la Chiesa dagli elementi non biblici. Insistettero su una stretta osservanza della Domenica e su un codice morale molto austero. Molti Puritani hanno finito per non accettare il governo episcopale della Chiesa. Fra i principali Puritani inglesi, vanno ricordati: Thomas Cartwright (1535‑1603), il Lord Protettore Oliver Cromwell (1599‑1658), e il poeta John Milton (1599‑1658). All'inizio del XVII secolo, i profughi Puritani costituirono una colonia nel Massachusetts. Il teologo più famoso che emerse tra i Puritani della Nuova Inghilterra fu Jonathan Edwards (1703‑1758). Nelle Isole britanniche, gli Anglicani della « Chiesa Bassa », i Battisti, i Congregazionalisti, i Presbiteriani e i Quaccheri (o Società degli Amici) hanno tutti ereditato elementi di origine puritana. Cf Battisti; Calvinismo; Comunione anglicana; Episcopato; Presbiterianesimo; Protestante; Riforma (La); Società degli amici; Teologia; Teologia congregazionalista.