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Causalità. (inizio)

È l'influsso esercitato da un essere o da una parte di esso su un altro essere. La causa efficiente produce i suoi effetti su un essere che esiste già o porta all'esistenza un altro essere. La causa materiale è la « materia » con cui è fatta una cosa. La causa formale forma e organizza qualcosa, rendendola quello che è. La causa finale è il fine per cui è fatta una cosa. La causa esemplare serve da modello che va imitato nella produzione di un essere. Per indicare che l'attività divina e quella umana sono poste su piani differenti, Dio è chiamato Causa prima, nel senso che tutte le altre realtà dipendono da lui nel venire all'esistenza, nel continuare ad essere e nel loro agire. Le creature sono chiamate cause seconde, in quanto è solo nella loro radicale dipendenza da Dio che possono influire le une sulle altre. Cf Analogia; Argomenti per l'esistenza di Dio; Aristotelismo; Creazione; Materia e forma; Ontologismo.

Celibato. (inizio)

È la rinuncia al matrimonio per motivi religiosi. Le monache, i monaci e altri uomini e donne nella vita religiosa esprimono questo impegno con voto. Nella tradizione Latina, il celibato è richiesto ai candidati al sacerdozio; ai diaconi permanenti non è permesso sposarsi dopo l'ordinazione (CIC 247, 1037). Esiste anche un clero sposato tra i Cattolici Orientali. I sacerdoti e diaconi Ortodossi sono generalmente sposati, ma non possono sposarsi o risposarsi dopo l'ordinazione. In Oriente, i vescovi devono essere celibi. Cf Diacono; Sacerdoti; Voto.

Cena del Signore. (inizio)

Nome usato da alcuni Padri della Chiesa e comune fra i Protestanti per designare il pasto eucaristico istituito da Cristo nell'ultima cena. Nell'unica citazione neotestamentaria (1 Cor 11,20), « la cena del Signore » comprende sia il sacrificio eucaristico sia l'agape o pasto fraterno che seguiva. Cf Agape; Eucaristia; Liturgia; Messa; Settimana Santa.

Cenobiti (Gr. « che vivono in comunità »). (inizio)

Sono i religiosi professi d'Oriente che vivono in comunità e osservano la stessa regola spirituale. Cf Monachesimo; Monte Athos; Vita religiosa.

Cesaropapismo. (inizio)

È la prassi dello Stato che interferisce continuamente negli affari della Chiesa col pretesto di difendere gli interessi dei fedeli. Gli imperatori romani erano stati i pontefici massimi della religione pagana di stato. Quando si convertirono al cristianesimo, vennero meno tante volte al rispetto per l'autonomia del governo della Chiesa. Quando l'Impero sopravvisse primariamente in Oriente, i principi bizantini dominarono i patriarchi, specialmente nel periodo precedente alla crisi del 1054 tra l'Oriente e l'Occidente. Cf Chiesa e Stato; Sinfonia.

Chierico (Gr. « che è stato scelto », « erede »). (inizio)

Uno che ha ricevuto un ministero ecclesiastico con precisi diritti e doveri, superiori a quelli dei laici, ma differenti da quelli dei religiosi (cf CIC 232). Si diventa chierici col ricevere il diaconato. Cf Laico; Tonsura; Vita religiosa.

Chiesa (Gr. « cosa o edificio che appartiene al Signore »). (inizio)

È la Comunità fondata da Gesù Cristo e unta dallo Spirito Santo come il segno decisivo della volontà di Dio di salvare l'intera famiglia umana. La presenza di Dio che dimora tra gli uomini è espressa nella predicazione, nella vita sacramentale, nel ministero pastorale e nell'organizzazione di questa Comunità che consiste in una comunione di Chiese locali su cui presiede la Chiesa di Roma. Cf Corpo di Cristo; Note (Segni) della Chiesa; Popolo di Dio.

Chiesa Apostolica Assiriana d'Oriente. (inizio)

È quanto rimane oggi della Chiesa persiana o caldea, separatasi dalla grande Chiesa nel secolo V. È presente sia in Oriente che in Occidente. Questa comunità non risentì molto dell'influsso greco, in quanto, fondata nei primissimi tempi del cristianesimo, è con tutta probabilità originaria dalla Palestina e da Edessa. Divenne indipendente al tempo del Concilio di Efeso (431), da essa respinto, dopo aver già proclamato la propria indipendenza dal patriarcato di Antiochia nel 424 e aver stabilito il suo centro in Seleucia‑Ctesifone in Persia, fuori dell'Impero bizantino. Questa Chiesa considerò Teodoro di Mopsuestia (circa 350‑428) come il suo teologo guida. Il suo orientamento in cristologia fu elaborato da teologi di uno stesso pensiero che vennero espulsi da Edessa nel 489 dall'imperatore Zenone e si portarono in Persia. Questa Chiesa è denominata « Chiesa d'Oriente » per la sua posizione a Est dell'Impero romano. In seguito, per aver respinto Efeso, fu largamente conosciuta come « Chiesa nestoriana ». Oggi, i cattolici eredi di questa Chiesa sono chiamati « Caldei », mentre quelli che non sono in unione con Roma sono chiamati « Assiriani ». Cf Chiese Orientali; Concilio di Efeso; Cristiani Malabarici; Edessa; Nestorianesimo; Teologia antiochena; Tre Capitoli (I).

Chiesa e Stato. (inizio)

Con questo binomio, si intende il rapporto tra questi due enti che sono autonomi nel proprio ambito, ma che dovrebbero operare armoniosamente insieme per realizzare il bene integrale della società umana e per conservare una giusta libertà civile e religiosa. Mentre i membri della Chiesa in quanto tali non hanno il diritto di dettare leggi in faccende politiche, lo Stato e i suoi capi non dovrebbero pretendere di essere indipendenti dalla legge morale sostenuta dalla Chiesa (cf DH passim). Cf Chiesa; Fonti del Diritto Canonico Orientale; Libertà religiosa; Sinfonia.

Chiesa locale. (inizio)

La comunità riunita attorno al suo vescovo può essere chiamata « Chiesa » in senso pieno, finché è in comunione con le altre Chiese locali. Il NT applica il termine « Chiesa » sia alle comunità locali (At 8,1; 11,2; Rm 16,1; 1 Cor 1,2), sia all'intero corpo dei cristiani (Mt 16,18; Ef 1,22). Il Concilio Vaticano II insegna che mediante il vescovo della diocesi che presiede la liturgia, il Popolo di Dio è manifestato più visibilmente (cf SC 41‑42; LG 26; AG 19‑22). CfCattolicità; Chiesa; Eucaristia; Rito.

Chiesa ortodossa siriana. (inizio)

Nome dato alla Chiesa che fu aiutata da Severo (morto nel 538), Patriarca di Antiochia e teologo, a organizzarsi e a opporsi al Concilio di Calcedonia (451). Chiamata polemicamente « monofisita » per la sua opposizione alla formula  del  Concilio  riguardante  le  due  nature  di Cristo (più che le nature stesse), questa Chiesa prese il nome di « giacobita » dal vescovo Giacobbe Baradaeus (circa 500‑578). Ordinato vescovo di Edessa nel 542 dietro insistenza dell'imperatrice Teodora, Giacobbe andò in giro predicando e ordinando vescovi. Si coprì di cenci per evitare di essere catturato; di qui il soprannome di « Baradaeus » (« è rivestito di cenci »). La designazione « giacobiti » si trova per la prima volta nel Concilio di Nicea II (787), ma questa Chiesa ci tiene a denominarsi Ortodossa Siriana. Il suo capo porta il titolo di « Patriarca ortodosso siriano di Antiochia e di tutto l'Oriente » e risiede a Damasco, in Siria. La liturgia di questa Chiesa, che costituisce uno dei sette riti principali dell'Oriente, è conosciuta come « Siriana occidentale » (o « Antiochena »). Il rito siriano occidentale è quanto mai ricco. Ha almeno settanta anàfore eucaristiche e molti testi varianti per altre cerimonie. La principale liturgia eucaristica è quella di san Giacomo, che può risalire ai tempi degli Apostoli. Generalmente, la liturgia è celebrata in lingua volgare: l'arabo è usato nel Medio Oriente, il malayalam in India, e l'inglese negli Stati Uniti. Cf Anàfora; Chiese Orientali; Edessa; Monofisismo; Settimana Santa.

Chiesa pellegrina. (inizio)

È la Chiesa visibile, pellegrina, di questa terra. È distinta dalla Chiesa Sofferente (o Aspettante) costituita dalle Anime del Purgatorio, e dalla Chiesa celeste, o dei santi che sono già in Paradiso. Cf Paradiso; Purgatorio.

Chiesa siriana occidentale. (inizio)

È quella Chiesa che è chiamata spesso (con una punta polemica) Monofisita o (tenendo conto delle sue origini) Giacobita. Però, essa preferisce chiamarsi Chiesa Siriana Ortodossa Occidentale. Rappresenta una delle quattro correnti principali della tradizione siriana, e tutte e quattro hanno una forte tradizione monastica:

  a) la Chiesa siriana occidentale, col centro ad Antiochia;

  b) la Chiesa siriana orientale, col centro a Edessa;

  c) la Chiesa Melkita, che è unita a Roma e usa il greco nella liturgia;

  d) la Chiesa Maronita, unita a Roma e col suo centro nel Libano.

  Liturgicamente, la Chiesa siriana occidentale è estremamente ricca, nel senso che ha almeno settanta anafore eucaristiche e molti testi varianti per altre cerimonie. La principale liturgia eucaristica è quella di san Giacomo, che sembra risalire ai tempi apostolici. Le sue principali caratteristiche sono la cerimonia dell'incenso dopo la liturgia della Parola e una preghiera di congedo all'altare proprio alla fine. Questa liturgia è di solito celebrata nella lingua volgare: l'arabo è usato nel Medio‑Oriente; il malayalam in India; l'inglese negli Stati Uniti. Cf Anafora; Chiesa Apostolica Assiriana d'Oriente; Maroniti; Melkiti; Monofisismo; Settimana Santa.