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C

Caduta (La). (inizio)

È il racconto colorito di come Adamo e Eva disobbedirono deliberatamente a Dio e così perdettero la loro esistenza innocente e ideale (Gn 3,1‑24; cf Sap 2,23‑24; Rm 5,12‑18). La dottrina della caduta insegna che furono i primi esseri umani (non Dio) a portare il male morale nel nostro mondo. Questa situazione di peccato ha intaccato tutte le generazioni susseguenti e siamo stati redenti da Cristo. Cf Adamo; Eva; Peccato originale; Redenzione.

Calcedonia. (inizio)

Cf Chiese calcedonesi; Concilio di.

Calendario gregoriano. (inizio)

È la riforma del calendario operata dal papa Gregorio XIII con cui si passò dal 5 al 14 ottobre 1582. Il precedente calendario giuliano, stabilito da Giulio Cesare nel 46 a.C., non aveva tenuto conto che la terra, per fare il suo giro attorno al sole, oltre a 365 giorni, impiega sei ore di più. Al tempo della riforma gregoriana, il calendario risultava indietro di una decina di giorni. Per evitare errori in futuro, fu inserito un anno bisestile di 366 giorni ogni quattro anni e si stabilì che gli anni di ogni fine di secolo fossero anch'essi  bisestili  se  erano  divisibili  per 400. Mentre la riforma gregoriana ebbe effetti immediati nei paesi cattolici dell'Europa occidentale, l'Inghilterra e le colonie  d'America  l'accettarono  solo  nel  1752.  I  cristiani ortodossi cominciarono ad ammetterla solo nel 1924, ma continuarono a seguire il calendario giuliano per la Pasqua e le feste collegate con essa. Coloro che, come i  monaci  del  Monte  Athos, seguono  tuttora  il  calendario giuliano, sono adesso indietro di tredici giorni. Cf Calendario liturgico; Monte Athos.

Calendario liturgico. (inizio)

Il calendario usato dalle varie Chiese per regolare le celebrazioni settimanali, le feste mobili e quelle che cadono sempre nella stessa data. Cf Domenica; Liturgia; Liturgia delle ore; Natale; Pentecoste; Triduo pasquale; Vecchi cattolici.

Calice (Lat. « coppa »). (inizio)

Specie di bicchiere usato per contenere il vino che viene consacrato nella celebrazione eucaristica. In Occidente, i calici sono diventati più piccoli da quando l'assemblea ha cessato di ricevere la Comunione sotto le due specie. Questo venne ratificato dal Concilio di Costanza nel 1415 (cf DS 1198‑1200; FCC 9.091‑9.092). In Oriente, siccome i fedeli continuano a comunicarsi sotto le due specie, i calici sono rimasti più grandi. Cf Pisside.

Calvinismo. (inizio)

Ramo del Protestantesimo che risale al riformatore svizzero Giovanni Calvino (1509‑1564). All'interno delle Chiese protestanti, la sua teologia (caratterizzata dall'unità dell'Antico e del NT, dalla sottolineatura della sovranità di Dio, dalla predestinazione degli eletti al cielo e dei reprobi all'inferno, e dalla Chiesa come unità ben ordinata che vive in solidarietà), esercita tuttora un influsso notevole, anche se la sua teoria sulla duplice predestinazione è stata modificata. Cf Predestinazione; Presbiterianesimo; Protestante; Puritani; Riforma; Teocrazia; Teologia congregazionalista; Zwinglianesimo.

Canone. (inizio)

Termine tradizionale in Occidente per designare la preghiera eucaristica o anafora della Messa. Cf Anafora; Preghiera eucaristica.

Canone delle Sacre Scritture (Gr. « regola, unità di misura »). (inizio)

Elenco dei libri della Bibbia riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa come ispirati e normativi per l'insegnamento e la condotta. Tra le varie denominazioni cristiane, l'elenco differisce. CfApocrifi; Antico Testamento; Bibbia; Nuovo Testamento.

Canonici. (inizio)

Si chiamano così quei sacerdoti ai quali « spetta assolvere alle funzioni liturgiche più solenni nella chiesa cattedrale o collegiale », come anche « adempiere i compiti... affidati dal diritto o dal vescovo diocesano » (CIC 503; cf 503‑510). Cf Cattedrale; Giurisdizione; Ordinario; Vescovo.

Canonizzazione. (inizio)

Dichiarazione solenne e definitiva della Chiesa secondo cui un suo membro, defunto e già beatificato, fa parte dei santi del cielo e va perciò pubblicamente invocato e venerato (cf CIC 1186‑1190). Questa proclamazione è riservata alla Santa Sede.   Cf Beatificazione; Comunione dei santi; Santità; Santo.

Cantillazione. (inizio)

Cantare o recitare brani di poesia o di prosa (tolti spesso dalla Bibbia) durante le cerimonie liturgiche. È una prassi che è stata ereditata dall'ebraismo. Il Nuovo Testamento riporta inni cristiani (per es., Lc 1,46‑55; Fil 2,6‑11; 1 Tm 3,16) che sono anteriori agli scritti neotestamentari. Sant'Efrem Siro (circa 306‑373) ha composto inni per varie feste della Chiesa e per altre occasioni liturgiche per cui si è meritato il nome di « arpa dello Spirito Santo ». Attraverso sant'Ilario di Poitiers (circa 310‑367), la cantillazione sembra essersi diffusa dall'Oriente all'Occidente. Nei riti d'Oriente, la liturgia è sempre cantata e, in molti luoghi, per non dire tutti, sono ammessi solo gli strumenti a percussione. Cf Canto gregoriano; Liturgia.

Canto gregoriano. (inizio)

Musica del rito latino attribuita tradizionalmente al papa san Gregorio Magno (circa 540‑604), il quale ha forse contribuito al suo sviluppo a Roma. Il canto gregoriano è chiamato anche « canto fermo » in quanto non ha un ritmo complicato. È caratterizzato da una bellezza austera e da una disciplina che crea un'atmosfera di preghiera. Cf Cantillazione.

Cappadoci. (inizio)

Cf Padri Cappadoci.

Cappellano. (inizio)

Si dice di un presbitero che non è addetto ad una parrocchia, ma compie i servizi di chiesa per le Forze Armate, o per istituzioni, come, per esempio, scuole, ospedali, prigioni... (cf CIC 564‑572). Cf Parrocchia.

Carattere (Gr. « sigillo »). (inizio)

Segno spirituale e indelebile (DS 1303; 1609) che contrassegna tutti coloro che diventano membri di Cristo (mediante il battesimo e la confermazione) o suoi ministri (mediante l'ordinazione). Cf Res et Sacramentum; Sacerdoti; Sacramento; Sphraghìs.

Cardiognosi (Gr. « conoscenza del cuore »). (inizio)

Termine usato dai cristiani orientali per indicare le intuizioni del cuore umano e nel cuore umano nelle sue aspirazioni verso Dio, il quale vede nei cuori e non giudica secondo le apparenze esterne (cf 1 Sam 16,7; Ger 20,12). Gesù stesso conosceva i segreti del cuore umano (Mc 2,6‑8; Gv 2,25). Il penetrare nell'« interno dei cuori » (1 Pt 3,4) è compito del direttore spirituale, conosciuto in Russia come starez e in Grecia come gheron. Cf Cuore; Discernimento degli spiriti; Staretz.

Carismatico. (inizio)

In senso generale, si dice di ogni cristiano che è chiamato ed è favorito da Dio. In senso più specifico, il termine si riferisce a coloro che ricevono doni speciali dello Spirito Santo, come, per esempio, il celibato (1 Cor 7,7), il dono di compiere miracoli, il discernimento, il dono delle lingue (1 Cor 12,10). Cf Grazia; Pentecostali.

Carismi (Gr. « doni »). (inizio)

Doni speciali dello Spirito Santo, che vanno oltre a quelli strettamente necessari per la salvezza. Sono dati a individui o a gruppi per il bene della Chiesa e del mondo  (cf 1 Cor 12; LG 10‑12) e devono sempre essere animati dalla carità (1 Cor 13,1). Cf Glossolalia.

Carità. (inizio)

È la terza virtù teologale; presuppone le altre due (fede e speranza) e dà vita a tutte le virtù. Il suo oggetto primario è Dio; secondariamente, è diretta a noi e agli altri esseri umani (cf Dt 6,5; Gv 13,34; 1 Gv 4,7-5,4; 1 Cor 13,1). Cf Agàpe; Amore; Fede; Speranza; Virtù teologali.

Casistica. (inizio)

Applicazione di principi morali generali nel giudicare casi particolari nelle loro circostanze specifiche come ricerca della volontà di Dio. Cf Teologia morale; Probabilismo.

Castità. (inizio)

È quella virtù che rende gli esseri umani capaci di integrare la sessualità all'interno della loro personalità completa secondo la loro vocazione nella vita: per il celibato, mediante l'astensione completa; per gli sposati, mediante la fedeltà; per i non sposati, mediante l'autocontrollo. CfMatrimonio; Vita religiosa.

Catari (Gr. « puri »). (inizio)

Nome dato a diverse sètte (specialmente sètte del Medioevo in Francia, Germania e Italia) che ammettevano come membri soltanto quelli che fossero moralmente e dottrinalmente puri (cf DS 127; 800‑802; FCC 9.041, 6.060‑6.062, 7.025). Cf Albigeismo; Bogomili.

Catechesi (Gr. « insegnamento »). (inizio)

Nella Chiesa primitiva, indicava sia l'istruzione impartita a coloro che si preparavano al battesimo, sia i libri usati con questo intento. Oggi, la parola è applicata a qualsiasi istruzione intesa ad approfondire la fede cristiana, anche se viene data a quanti sono già battezzati (CIC 773‑780). In ultima analisi, la responsabilità della catechesi spetta all'intera comunità. CfCatecumeni; RICA.

Catechismo. (inizio)

Istruzione data ai candidati al battesimo come anche qualsiasi libro usato a questo scopo. Spesso, però, il termine si riferisce a manuali popolari che spiegano le verità fondamentali, gli insegnamenti morali e le preghiere, come il Catechismo della Chiesa Cattolica (uscito nel 1992).

Catecumenato. (inizio)

Nella Chiesa primitiva, si chiamava così quel periodo di preparazione al battesimo che culminava con gli scrutini o preghiere di unzioni nella terza, quarta e quinta domenica di Quaresima e con l'amministrazione effettiva del battesimo durante la Veglia Pasquale. In senso largo, questa prassi è stata rimessa in vigore per gli adulti (cf SC 64‑66) Cf Neocatecumenato; RICA; Triduo Pasquale.

Catecumeni. (inizio)

Si chiamavano così nella Chiesa primitiva quelli che si preparavano a ricevere i sacramenti dell'iniziazione cristiana. Occupavano un posto particolare durante la Liturgia della Parola. Poi, il diacono li congedava solennemente prima della preghiera dei fedeli. Cf Iniziazione; Liturgia della Parola; Messa dei catecumeni.

Cattedra (Gr. « sede »). (inizio)

Trono del vescovo nella sua cattedrale; è il segno più antico del suo ufficio, prima ancora che esistessero (in Occidente) gli emblemi episcopali come la mitra e l'anello. Con a fianco due sedie più basse per i presbiteri concelebranti, il trono del vescovo era posto dietro l'altare. Di lì, egli predicava e presiedeva l'Eucaristia. L'espressione « ex cathedra » si applica ai pronunciamenti solenni fatti dal Papa in forza della sua autorità suprema. La parola « sede » per una diocesi indica che essa possiede una sua « cattedra » episcopale. Cf  Diocesi; Infallibilità; Insediamento; Ordinario; Vescovo.

Cattedrale. (inizio)

 La Chiesa principale di una diocesi dove il vescovo ha il suo trono. Cf Diocesi; Insediamento; Vescovo.

Cattolicesimo. (inizio)

L'unità universale nella fede e nella prassi che viene spesso identificata con la Chiesa Cattolica Romana e che è rivendicata anche dagli Anglicani e dagli Ortodossi. Cf Chiese; Ecumenismo.

Cattolicesimo romano. (inizio)

Cf Cattolicesimo.

Cattolicità (Gr. « universalità »). (inizio)

Il carattere universale della Chiesa vera e indivisa che riunisce in un unico Popolo di Dio uomini di differenti razze, lingue e culture (cf LG 13). Cf Inculturazione; Note (segni) della Chiesa; Sobornost.