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M

Macedoniani. (inizio)

Una sètta che prese il nome da Macedonio, vescovo di Costantinopoli dal 342 fino a quando fu deposto dal Concilio ariano di Costantinopoli nel 360. Egli stesso aveva tendenze semi‑ariane (cf DS 156, 2527). Nel Concilio Costantinopolitano I (381), fu condannato assieme a coloro che negavano la divinità dello Spirito Santo (cf DS 151), ma è dubbio se abbia realmente aderito a questa eresia. Cf Arianesimo; Concilio Costantinopolitano I; Pneumatomachi; Semi‑Arianesimo; Spirito Santo.

 

Magistero (Lat. « ufficio di insegnamento »). (inizio)

Si chiama così l'ufficio di insegnare autorevolmente il vangelo in nome di Gesù Cristo. Tutti i battezzati sono unti e guidati dallo Spirito (Gv 14,26; 16,13; Rm 8,14; 1 Gv 2,27) e hanno, fino ad un certo punto, la responsabilità profetica di annunciare la Buona Novella di Cristo. Coloro che hanno l'autorità di proclamare e di insegnare ufficialmente il Vangelo partecipano del Magistero della Chiesa. I Cattolici credono che questa autorità magisteriale appartiene all'intero Collegio dei vescovi (in quanto succedono al Collegio dei testimoni apostolici) e ai vescovi singoli uniti con il vescovo di Roma (LG 20‑25; DV 10). I vescovi compiono generalmente questo magistero in vari modi (vari tipi di magistero « ordinario »). Quando, riuniti in un concilio ecumenico o rappresentati dal Papa, insegnano una verità rivelata, questa va tenuta in modo assoluto e definitivo (Magistero « straordinario »). Come servizio specifico a nome dell'intera comunità, il Magistero ricorda la verità salvifica di Cristo per chiarirla ed applicarla di fronte alle nuove sfide delle varie epoche e situazioni. L'ufficio del Magistero viene da Cristo stesso, è guidato dallo Spirito Santo (è chiaro che non sostituisce lo Spirito Santo) ed è esercitato all'interno dell'intera comunità dei fedeli i quali furono e rimangono i recettori primari dell'autorivelazione di Dio. La natura intersoggettiva della verità rende credibile l'esistenza di un simile magistero. La verità, compresa la verità rivelata, è sperimentata e conservata dagli esseri umani in comunità. Questo rende più plausibile che la Chiesa sia attrezzata di una istituzione (il Magistero) con funzioni atte ad aiutare l'esperienza del popolo e a rimanere fedele nella verità della rivelazione. Nel Medioevo, i teologi e le facoltà di teologia delle grandi università erano anche accreditati ad esercitare un certo magistero. Questa autorità derivava dalla qualità delle loro doti personali, così come, a quanto sembra, c'era un « carisma » del genere per il ruolo dei « maestri » nella Chiesa del NT (1 Cor 12,28; At 13,1). Cf Autorità; Collegialità; Concilio Ecumenico; Definizione ex cathedra; Deposito della fede; Gerarchia; Infallibilità; Papa; Successione apostolica; Vescovo.

 

Malabarici. (inizio)

Cf Cristiani malabarici.

 

Male. (inizio)

Cf Mistero del male.

Mandato. (inizio)

Attestato della competente autorità ecclesiastica la quale riconosce che uno che insegna una disciplina teologica in un'università cattolica o in qualunque istituto di studi superiori è in buoni rapporti con la Chiesa ed insegna la dottrina cattolica in comunione con i vescovi (CIC 812; cf 810, 818). In questo contesto, il « mandato » sostituisce il termine che si usava prima: « missione canonica ». Cf Magistero; Missione canonica; Teologia.

 

Manicheismo. (inizio)

La dottrina di Mani, nato in Persia verso il 215 d.C. e scorticato vivo per ordine dell'Imperatore di Persia nel 275. Prendendo elementi dal Zoroastrismo, dal Buddismo, dallo Gnosticismo e dal Cristianesimo, Mani si considerò alla stregua dei Profeti dell'AT, di Zaratustra, di Buddha e di Gesù per accendere una scintilla di luce fra gli esseri umani e così liberarli dalla materia e dall'oscurità. Uno stretto ascetismo ed una potente attività missionaria diffusero il suo insegnamento in India, in Cina, in Italia, nel Nord Africa ed in altre parti dell'Impero Romano. Prima della sua conversione, sant'Agostino di Ippona (354‑430) seguì per nove anni il Manicheismo. Il termine « Manicheo » fu spesso usato come sinonimo di « eretico », specialmente nel contesto di movimenti dualistici (cf DS 435, 444‑445, 457, 461‑464, 718, 1336, 1340, 3246; FCC 2.005, 3.005‑3.008, 4.032, 9.035) Cf Albigeismo; Catari; Dualismo; Gnosticismo; Priscillianesimo.

 

Manna (Gr. « piccolo grano »). (inizio)

Cibo che Dio, con la sua provvidenza speciale (Sal 78,24‑25) fornì agli Ebrei che ne mangiarono per quarant'anni dalla loro uscita dall'Egitto prima di entrare nella Terra Promessa (Es 16,12‑36). L'etimologia popolare di Es 16,15, secondo cui la parola deriva dall'ebraico: « Che cos'è? » intende sottolineare l'intervento di Dio. Pare che la manna fosse una sostanza resinosa, bianca, prodotta da certi alberi del deserto e da cespugli e che cade sul terreno come la rugiada. Il sapore di pasta della manna (Nm 11,4‑9) sembra essere stato uno dei motivi per cui il popolo si lamentò nel deserto suscitando il dispiacere di Dio (Nm 11,1‑35). Il Vangelo di Giovanni presenta Gesù come il pane della vita eterna, di gran lunga superiore alla manna mangiata nel deserto (Gv 6,25‑58; cf Ap 2,17). Cf Eucaristia; Israele; Tipologia.

 

Manoscritti di Qumran  (inizio)

Rotoli scritti in ebraico aramaico tra il 125 a.C. e il 70 d.C. e scoperti nel 1947 e negli anni successivi nelle grotte di Qumran, otto miglia a sud di Gerico e vicino al Mar Morto. Per questo, i manoscritti sono anche conosciuti come « manoscritti del Mar Morto ». Questi rotoli, che sembrano essere stati di una comunità giudaica, comprendono frammenti, alcuni dei quali abbastanza estesi, di quasi tutti i libri dell'AT e di altri scritti religiosi. Questa scoperta è stata molto importante per gli studi biblici, in particolare, per l'approfondimento dell'AT e per conoscere l'ambiente in cui nacque il cristianesimo. Cf Antico Testamento; Bibbia; Esseni.

 

Maranatha. (inizio)

Parola aramaica usata nella 1 Cor 16, 22. Maranatha significa: « Vieni, o Signore ». Invece, maran‑atha significa: « Il Signore è venuto ». Con molta probabilità, va inteso il primo significato (cf Ap 22,20). Cf Avvento; Escatologia; Kyrios; Parusìa; Signore.

 

Marcionismo. (inizio)

Movimento dualistico ascetico fondato da Marcione, nativo del Ponto, nell'Asia Minore. Marcione venne a Roma verso il 140 e fu scomunicato nel 144. Nelle sue Antitesi, egli sosteneva che il creatore (o demiurgo) e la legge dell'AT erano assolutamente incompatibili con il Dio d'amore e di grazia predicato da Gesù. Perciò egli rigettava completamente le Scritture ebraiche, riteneva solo le lettere paoline e una versione mutilata del Vangelo di Luca. Interpretava la persona e l'opera di Cristo in una visuale docetista. Per qualche tempo, Marcione ebbe molti seguaci. Grandi teologi, come sant'Ireneo di Lione (circa 130 ‑ circa 200) e Tertulliano (circa 160 ‑ circa 220) si sentirono in dovere di confutarlo. La formazione del canone venne in parte a rispondere alle teorie errate di Marcione. Alla fine del III secolo, i suoi seguaci erano divenuti su larga scala Manichei. Però, il rifiuto marcionita o perlomeno la sua sottovalutazione dell'AT rimane una tentazione perenne per i cristiani. Cf Canone delle Scritture; Demiurgo; Docetismo; Dualismo; Manicheismo.

 

Maria, madre di Dio. (inizio)

Cf Mariologia; Theotòkos.

 

Mariologia. (inizio)

È lo studio sistematico della persona di Maria e del suo ruolo nella storia della salvezza. Il racconto dell'infanzia di Luca (Lc 1‑2) la presenta come modello di credente, figura della Chiesa e Madre del Salvatore da lei concepito verginalmente. Nel Vangelo di Giovanni, ella sta ai piedi della croce (Gv 19,25‑27). Gli Atti degli Apostoli ricordano che Maria era presente con la comunità prima della Pentecoste (At 1,14). Da secoli, la riflessione teologica, pastorale e popolare, fondandosi su questi ed altri testi scritturistici, associa giustamente Maria con Cristo, con lo Spirito Santo, con la Chiesa e con la redenzione dell'umanità. Quando, per esempio, il Concilio di Efeso (431) dichiarò che Maria è la Madre di Dio, lo fece per difendere l'unità della persona di Cristo e per respingere la dottrina sbagliata secondo cui ci sarebbero in lui due persone differenti, una divina, e l'altra, puramente umana, nata da Maria. In Occidente, la devozione ha presentato certe volte Maria separata dal giusto contesto cristologico, pneumatologico, ecclesiologico e antropologico. È caduta alle volte in esagerazioni espresse nel detto: « De Maria, numquam satis » (Lat. « Di Maria, non si dirà mai troppo »). Il Concilio Vaticano II, mentre ha messo in guardia contro gli abusi e ha evitato di proposito il titolo « Corredentrice », è stato il primo Concilio ecumenico che abbia offerto una trattazione sistematica del ruolo e dell'importanza di Maria (LG 52‑69). Cf Assunzione della Beata Vergine Maria; Concilio di Efeso; Corredentrice; Immacolata Concezione; Nestorianesimo; Nuova Eva; Theotòkos.

 

Mar Morto. (inizio)

Cf Manoscritti di Qumran.

 

Maroniti. (inizio)

Membri di una Chiesa Cattolica d'Oriente le cui origini risalgono a san Marone, amico di san Giovanni Crisostomo (circa 347‑407). La Chiesa Maronita, che rimase fedele al Concilio di Calcedonia, probabilmente portò a termine la sua indipendenza organizzativa nel secolo VII, al tempo della controversia monotelita. Che i Maroniti abbiano accettato questa dottrina, almeno verbalmente, è controverso. Nel secolo VIII, in un periodo in cui la sede patriarcale di Antiochia era vacante, il titolo di patriarca fu dato al superiore del monastero maronita di Oronte in Siria. Con l'arrivo dei Crociati, la comunione con la Chiesa Cattolica, che non era mai stata negata, fu ripresa senza formalità e da allora ci sono stati sempre Maroniti soltanto cattolici. Il maronita Geremia II partecipò al Concilio Lateranense IV e fu riconosciuto come Patriarca di Antiochia un anno dopo (1216). Nel 1584, il papa Gregorio XIII fondò a Roma un Collegio maronita, dove nel secolo XVIII furono pubblicati importanti testi liturgici e altri. Il rito maronita, uno dei sette riti più importanti, considerato una volta una semplice variante latinizzata del rito siriano occidentale, è oggi riconosciuto come una tradizione indipendente che si richiama sia al rito siriano occidentale che a quello siriano orientale. Subì una latinizzazione superficiale nei secoli XVII e XVIII, che è stata in gran parte eliminata con le recenti riforme. I Maroniti si trovano nel Libano, in Siria, in Israele, in Cipro, negli Stati Uniti e altrove. Cf Chiese Orientali; Crociate; Rito.