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Come LIBERARSI INTERIORMENTE?
Þ CON L’ASCESI, che si può definire: “Esercizio morale dello spirito per ascendere a Dio”. Tutti, a causa del peccato originale, portiamo nel cuore le cattive tendenze che si chiamano i sette vizi capitali: superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, accidia. Essi sono come le radici perverse dalle quali nascono e prolificano tutti i frutti velenosi che sono i peccati. Senza la lotta per controllarli, ne diventiamo schiavi e quindi sempre più incapaci di fare il bene. Chi si lascia dominare dalla Superbia, dall’orgoglio, diventa schiavo di se stesso o del proprio io; chi è avaro sceglie come idolo il danaro e le ricchezze; chi è lussurioso i piaceri della carne ecc...Per questo chi vuole progredire nel Cammino dello Spirito tiene sempre presenti le parole di Gesù: “ Se qualcuno vuol venire dietro a Me, rinneghi se stesso (attraverso l’autocontrollo, la mortificazione, la rinuncia),prenda la sua croce ogni giorno e Mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita (in senso egoistico), la perderà, ma chi perderà la propria vita per Me, la salverà” (Lc. 9,23-24).
Þ Le croci sono costituite da tutte le sofferenze e i dolori, sia di ordine fisico che morale, da tutti i sacrifici e i “pesi” della vita. Accettare le croci dalle mani di Dio che è Padre e vuole sempre il nostro vero bene: ecco la prima e fondamentale forma di ascesi. “Dare totalmente la nostra volontà al Signore perché si conformi alla sua in tutto ciò che ci capita. questa è la CONTEMPLAZIONE PERFETTA” (S. Teresa d’Avila) Ma ogni anima, man mano che progredisce nel Cammino della Vita Spirituale, si rende conto che senza praticare la rinuncia e la mortificazione volontarie non le è possibile avanzare sulla Via della Santità. devi morire a te stesso perché dio possa nascere in te.
Una bellissima immagine illustra la realtà dell’anima che sta camminando “nel travaglio” verso la TERRA PROMESSA ossia verso l’ INCONTRO ETERNO CON DIO NELLA GLORIA. Ci viene sempre offerta dalla PAROLA DI DIO. “Chi semina nella lacrime, mieterà con giubilo” (Sal. 125,5). E’ l’immagine dell’uomo, artefice nella libertà del proprio destino. Ogni giorno è chiamato ad affrontare, con fatica e sacrificio, una dura lotta contro il proprio egoismo per liberarsi dagli attaccamenti disordinati a se stesso, alle creature e alle cose di questo mondo, che tentano sempre di “sedurlo”. Ma solo così si tempra per procedere sempre più speditamente nel Cammino Spirituale.
Il contadino, mentre in autunno con fatica e sudore sparge la semente nei solchi della terra brulla, pensa alla gioia, che già pregusta, della mietitura nell’estate.
Anche l’anima, mentre si sforza di seguire Cristo sulla VIA STRETTA della CROCE, sparge attorno a sè il profumo delle VIRTÙ e delle OPERE BUONE, fissando spesso “con lo sguardo del cuore” il RADIOSO TRAGUARDO che l’attende: la VITA ETERNA, in cui ogni OPERA DI BENE, come la semente sparsa, maturerà tramutandosi in GLORIA SENZA FINE.
“Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi” (Rom. 8,18)
San Francesco d’Assisi, ricolmo di una Gioia Indicibile, nell’estasi contemplativa, esclamava. “Tanto è il BENE che mi aspetto che ogni PENA mi è diletto!”

C’è un’ascesi del corpo e un’ascesi dello spirito.