00 10/08/2013 18:06

10. - Maria, rifugio dei peccatori, nulla tralascia per ottenere la loro conversione.

Un antico interprete (43) del Cantico dei Cantici, commentando il passo: pasce haedos tuos, pasci i tuoi capretti, lo applica, senza difficoltà, a Maria in relazione dei peccatori.
Sono essi i capretti e giustamente vengono chiamati gregge di Maria. Non già che ella li voglia, così come sono, destinati a essere messi alla sinistra del Giudice supremo, ma li adotta a fine di assicurar loro un posto alla destra, col trasformarli in agnelli fedeli.
Così pure il medico chiama in linguaggio usuale suo malato colui che ha preso in cura, ma è ben lontano dal volere la sua malattia.
In questi due paragoni si trova una quantità di incoraggiamenti.
L'agnello è senza dubbio preferibile al capretto, e nulla vale quanto il candore di una anima innocente. Fortunati coloro che, simili ad agnelli senza macchia, si meritano le Carezze della Vergine delle Vergini, chiamata anche “la divina Pastora”. Ma anche ai peccatori resta una immensa consolazione. Confessando di meritare, per i loro delitti, d'essere messi alla sinistra del Giudice, come capretti maledetti, dipende unicamente. da loro, con un ricorso confidente a Maria, diventare suoi peccatori, ed essere bentosto convertiti in agnelli.
Così ancora: la salute sarà sempre stimata più preziosa della malattia, e felici coloro che non han bisogno del medico. Ma se si è malati, quale gioia e sicurità è il poter avere le cure di un principe della scienza medica, essere suo cliente, e annoverarsi fra i suoi malati!
Per infermi che siamo, per quanto disperato appaia lo stato della nostra anima, se vogliamo, Maria ci adotterà per suoi malati. E poiché non si danno quaggiù malattie spirituali incurabili e nessuna può resistere alle cure dell'onnipotente Madre di Dio, ella ci guarirà. La sua gloria, come quella d'un abile medico, risplenderà in proporzione della gravità dei mali dai quali ci salverà.
Poi, una volta guariti e strappati alla morte, durante i languori e i pericoli d'una convalescenza lunga come la nostra vita, questa dolce Madre sempre ci amerà e veglierà su noi, come il medico segue i suoi malati, anche dopo la loro guarigione. Noi avremo un titolo tutto speciale alla sua materna protezione. L'onor suo la farà premurosa della nostra perseveranza nello stato di grazia che ella ci avrà reso a prezzo delle sue preghiere e dei suoi dolori.
E, infedeli alle sue cure, ricadremo ancora in peccato? Forse che il medico abbandona i suoi malati nelle loro ricadute? Si vendicherà forse così, dell'indocilità alle sue cure? O non raddoppierà le industrie della sua capacità e dedizione per ottenere una guarigione divenuta più difficile?