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7. - Affabilità di S. Francesco di Sales coi penitenti.

Tutti sanno con quale perfezione praticasse questa mansuetudine verso i penitenti, lo stesso S. Francesco di Sales. Era ripieno di questi sentimenti e ne faceva largo uso, come ci testimoniano i suoi contemporanei. “ Sovente l'ho udito lodare, riferisce Mons. Le Camus, quella propensione che aveva S. Teresa a leggere le vite di quei Santi che erano stati grandi peccatori, perché in esse vedeva rifulgere la magnificenza della misericordia di Dio sulla loro grande miseria” (15).
“Io non so perché, scriveva il Santo alla Chantal, ma per quanto miserabile mi senta, non mi turbo mai, anzi qualche volta provo una certa gioia pensando che dò un gran da fare alla misericordia di Dio” (16).
Infine il Padre La Rivière, parlando del santo Vescovo dice: “Non è possibile esprimere il dolore amoroso che egli concepiva per ogni mancanza, e che era accompagnato da un timore filiale, da un certo sentimento agrodolce, e da un abbandono assoluto e intero nella Bontà divina. Non è possibile esprimere questo, perché S. Francesco di Sales, fin dalla giovinezza, dallo Spirito Santo era stato illuminato a vedere in Dio un Padre sommamente buono e amabile, anche in mezzo alle imperfezioni, ch'egli distrugge fino all'ultima, se noi ce ne pentiamo, inabissandole nell'oceano della sua misericordia e consumandole col fuoco dell'infinita sua carità. Se quindi alle volte inciampava un po' o veniva meno ai buoni propositi, si riprendeva soavemente senza affanno e impazienza, gettando con perfetta confidenza gli occhi sul benigno Redentore” (17).