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2. - Valersi dei peccati per progredire nell'umiltà.

Sull'esempio di S. Agostino e del santo Vescovo di Ginevra, parliamo prima del primo di questi vantaggi, l'umiltà.
“Piaccia allo Spirito Santo ispirarmi quel che ho da dirvi, Signora, e, se vi piace, figlia mia carissima. Per vivere costantemente nella devozione basta fissare delle forti ed eccellenti massime nel proprio spirito.
“E la prima che io desidero nel vostro è quella dì S. Paolo: tutto contribuisce al bene di coloro che amano Dio (Rm 8, 28). Dal momento infatti che Dio può e sa ricavare il bene dal male, perché non lo farà con quelli che si sono dati a lui senza alcuna riserva? Sì, anche i peccati (dai quali Iddio ci guardi!) vengono ridotti dalla Provvidenza al bene di quelli che l'amano. Davide sarebbe mai stato compreso da tanta umiltà, se non avesse peccato?” (6).
“Dovete odiare i vostri difetti con odio tranquillo e calmo, e non con odio torbido e dispettoso; bisogna anche sopportare pazientemente la loro vista, sì da poterne trarre il profitto di un santo abbassamento di noi stessi. Diversamente, le vostre imperfezioni che voi guardate con occhio sottile, vi turberanno ancor più sottilmente e resteranno, poiché non vi è nulla che conservi tanto i nostri difetti come l'inquietudine e la fretta di toglierli” (7).