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7. - Nelle lotte della vita sarà vincitore chi è sempre pronto a combattere.

“E’ sempre vero che per avere la perfezione non basta desiderarla, ma occorre acquistarla col sudor della fronte e a forza di lavoro!... - Ma io sono tanto imperfetto, - dite voi. Sarà verissimo, ma non scoraggiatevi per questo, e non pensate di poter vivere senza imperfezioni, perché sarà impossibile, finché sarete in questa vita. Basta che non amiate le imperfezioni e che non le lasciate vivere nel cuore, ossia che non le commettiate volontariamente e non vogliate perseverare in esse. Fatto questo, state tranquilla e non vi affannate per la perfezione che tanto desiderate: basterà che la raggiungiate in morte. Non restate dunque così timorosa, ma camminate con franchezza nella via di Dio: siete munita dell'arma della fede, e nulla potrà nuocervi” (23).
“Bisogna perciò essere coraggiosa e paziente, o Filotea, in questo lavoro (della purificazione dell'anima). Oh, come fanno pietà quelle anime che, vedendosi soggette a imperfezioni, dopo essersi esercitate per qualche tempo nella perfezione, cominciano a inquietarsi, turbarsi e scoraggiarsi, giungendo persino all'alternativa di lasciar tutto e tornare indietro!... Ma bisogna pure che, per poterci esercitare nell'umiltà, restiamo qualche volta feriti in questa battaglia spirituale! ma non saremo vinti se non quando abbiam perso il coraggio o la vita. Ora le imperfezioni e i peccati veniali non ci possono togliere la vita spirituale, poiché essa si perde solo per il peccato mortale; resta dunque solamente che esse non ci facciano perdere il coraggio. Liberatemi, o Signore, diceva Davide, dalla codardia e dalla pusillanimità. Che felice condizione è, in questa guerra, quella di poter essere sempre vincitori, purché non disertiate il combattimento!” (24).