00 10/08/2013 09:39
L’arte di utilizzare le proprie colpe
secondo S. Francesco di Sales



3. - Il progresso nella perfezione è lento e disseminato di cadute.

S. Francesco di Sales inculca la conoscenza pratica delle proprie debolezze specialmente alle anime che muovono i primi passi nella via della perfezione interiore, per il motivo che la loro inesperienza le rende più soggette a scoraggiarsi dopo le cadute, e a subirne le tristi conseguenze. “Turbarsi, scoraggiarsi quando si è caduti in peccato, dice l'autore citato, significa non conoscere se stesso” (11).
Ascoltiamo con quanta finezza e bontà il nostro santo Dottore riprende e istruisce queste anime: “Voi mi dite di risentirvi ancora vivamente delle ingiurie. Ma, figlia mia, che cosa intendete dire con la parola ancora? Ne avete proprio già sconfitti tanti di questi nemici?” (12). “ E’ impossibile che restiate così presto padrona della vostra anima e che riusciate a dominarla al primo tentativo. Accontentatevi di riportare di tanto in tanto qualche piccola vittoria sulla passione, vostra nemica” (13).
“Le imperfezioni ci accompagneranno fino alla tomba. Non si può camminare senza toccar terra, e se da una parte non dobbiamo sederci a terra, per non infangarci, dall'altra, non dobbiamo neppur pretendere di volare, essendo dei pulcini ancora implumi” (14).
“I lampi che guizzano in pieno giorno (Sal 90, 6) son figura delle varie speranze e pretensioni che le anime desiderose di perfezione hanno di giungere subito alla santità. Alle volte vi son di quelle che pretendono addirittura di essere in breve tempo, delle Madri Terese, delle Caterine da Siena o da Genova. Questa è certamente una buona cosa; ma, dite un po', in quanto tempo fate conto di giungere a tal grado di santità? - In tre mesi, se si può. - Fate bene a dire: se si può; perché diversamente potreste benissimo ingannarvi” (15).