00 09/08/2013 18:27
La notte passiva purifica tutta la persona da ciò che non è amore, da ciò che non è Dio:

"Se...si lasciassero andare tranquillamente alla contemplazione oscura, comprenderebbero di colpo ciò che afferma il secondo verso del Cantico della Notte: l'avvampare dell'amore. (...) Inizialmente, quest'avvampare dell'amore non si percepisce affatto. L'anima prova per lo più soltanto aridità e vuoto, angoscia e inquietudine. E, se intravvede una traccia di questa fiamma in via di sviluppo, ciò costituisce per lei una penosa tensione nostalgica verso Dio. Una dolorosa ferita d'amore. Solamente più tardi riconoscerà che Iddio la voleva purificare attraverso la notte dei sensi, sottomettendo questi sensi allo spirito."1

La notte dei sensi è "la porta stretta" che conduce alla vita.

"L'anima acquista la conoscenza di se stessa; giunge a scandagliare la propria miseria; non trovando più niente di buono dentro di sé, impara quindi a camminare incontro a Dio col massimo timore reverenziale. Infatti, solo adesso essa comincia a intravvedere la grandezza e la sublimità di Dio. E a renderglielo possibile è stata precisamente la liberazione da ogni spunto sensibile, che l'ha portata a ricevere l'illuminazione e a divenire ricettiva nei confronti della verità."2

L'aridità ha così plasmato l'anima, l'ha forgiata secondo il volere di Dio. Nell'anima resta solo la preoccupazione di non dispiacere a Dio.
Una nota interessante è ciò che la Stein ha scritto, e che si può benissimo applicare a lei stessa:

"Quanto è più elevato il grado dell'unione amorosa a cui Dio la destina, tanto più profonda e persistente dovrà esserne la purificazione."3

E per Edith è stato proprio così; Dio l'aveva destinata alle vette dell'amore e quindi della santità e per questo ha dovuto subire una profonda purificazione.