00 09/08/2013 18:24
Questo brano del di Muzio ci fa vedere bene la continuità presente nella vita della Stein; e questa continuità è proprio ciò che desidero sottolineare in questo frangente (ma ci torneremo sopra anche in seguito); infatti anche la "vita mistica" di Edith non nasce, per così dire, dal nulla, ma conosce una continuità, fiorisce dalla sua persona, dal suo essere filosofo e soprattutto dalla sua fede e dal suo amore. Infatti nella mistica propriamente detta - come vedremo nella Scientia Crucis - l'iniziativa è tutta di Dio, il quale rispetta la persona (tema molto caro alla Stein) e, se così si può dire, "si fa conoscere come può essere conosciuto" dalla tal persona, "entra" nella persona, nei suoi schemi e nella sua personalità. A tal proposito ci è utile l'esperienza di altri mistici: pensiamo all'apparizione di Gesù a S.Margherita Maria Alacoque, in cui Gesù parla a Margherita in un francese non certo perfetto, ma è quel francese che Margherita può comprendere; analogamente nell'apparizione della Vergine a Lourdes, il linguaggio usato dalla Madonna è quello comprensibile a Bernadette Soubirous.
E così avviene nella Stein: essa incontra Dio con il bagaglio della sua esperienza - culturale, filosofica, religiosa, umana - e Dio si fa incontrare "entrando" in questa esperienza, in questa vita concreta.
Ci si potrebbe anche chiedere come mai Edith Stein tratti della mistica; sicuramente questo interesse le viene dalla sua esperienza religiosa e dal suo incontro con Dio (la mistica infatti è un aspetto imprescindibile all'interno del fatto religioso), ma uno stimolo gli è anche giunto attraverso la filosofia e in particolare la scuola fenomenologica.
Edith infatti costata che l'esperienza mistica è presente lungo la storia (anche in religioni diverse dal Cristianesimo) ed è riferita da persone "affidabili"...dunque perchè - su un piano di ragione naturale - non credergli ?
Allora, cogliendo la sollecitazione fenomenologica dell' "ontologia formale" analizza anche quest'ambito dell'esperienza umana.
Questi aspetti mi sembrano di vitale importanza se si vuole penetrare nell'esperienza della Stein e capire almeno qualcosa della sua vita mistica, anche se ciò che si capisce è sempre molto poco quando si tratta del rapporto fra un'anima e Dio.
Mi metto quindi in un atteggiamento di preghiera e mi accingo con molta trepidazione a questo lavoro e con un senso di grande rispetto, poichè capisco la portata e la profondità di questo mistero, il mistero dell'incontro di Dio con l'uomo, mistero essenzialmente d'amore.