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Libro della vita

Sezione 2

 

CAPITOLO 11

Mostra perché non si giunga ad amare Dio con perfezione in breve tempo. Comincia a spiegarlo per mezzo di un paragone che illustra quattro gradi di orazione. Procede, in questo capitolo, a trattare del primo; è molto utile per i principianti e per coloro che non provano gioia nell’orazione.

1. Venendo, dunque, ora a parlare di quelli che cominciano ad esser servi dell’amore (giacché altro non mi sembra il determinarsi a seguire per la via dell’orazione colui che ci ha tanto amato), è un onore così grande che provo una gioia straordinaria nel ripensarvi. Infatti, ogni timore servile scompare immediatamente, se in questo primo stato procediamo come si deve. Oh, Signore dell’anima mia e mio solo bene! Perché non volete che quando un’anima è determinata ad amarvi procurando, per quanto è possibile, di staccarsi da ogni cosa per dedicarsi meglio all’amore di Dio, non abbia subito la gioia di elevarsi a possedere questo amore in modo perfetto? Ho detto male; avrei dovuto dire, deplorandolo: perché non lo vogliamo noi? Infatti, la colpa è nostra se non godiamo subito di tanto onore, in quanto se arrivassimo a possedere in modo perfetto il vero amore di Dio, esso comporterebbe ogni specie di beni. Ma noi siamo così avari e così lenti nel darci totalmente a Dio che, non volendo Sua Maestà che godiamo di un bene tanto prezioso senza pagarlo a caro prezzo, non giungiamo mai a disporci convenientemente a riceverlo.

2. Ben vedo che non c’è prezzo adeguato in terra per l’acquisto di un tale tesoro, ma se facessimo quanto è in nostro potere per non attaccarci a cose terrene, rivolgendo invece ogni nostra cura e ogni nostro atto a quelle del cielo, credo senza alcun dubbio che in breve tempo ci sarebbe dato questo bene, purché – ripeto – ci disponessimo subito a riceverlo, come fecero alcuni santi. Invece, ci sembra di dar tutto, e in realtà offriamo a Dio la rendita e i frutti, e ci tratteniamo la proprietà e il capitale. Ci decidiamo a essere poveri – cosa molto meritoria – ma spesso ritorniamo a porre ogni cura e diligenza a non farci mancare non solo il necessario, ma perfino il superfluo, e ad andare in cerca di amici che ce lo procurino, esponendoci a maggiori preoccupazioni e, forse, a più gravi pericoli, con il desiderare che non ci manchi nulla, di quelli in cui incorrevamo prima con il possesso delle nostre ricchezze. Ci sembra anche di rinunciare al pregiudizio dell’onore con il farci religiosi e con l’aver cominciato a condurre vita spirituale e a seguire la via della perfezione e, appena ci toccano in un punto di onore, non ricordandoci di averlo ormai dato a Dio, eccoci di nuovo a rivendicarlo e a voler riprenderglielo, come si dice, dalle mani, dopo averlo fatto volontariamente, a quanto sembra, padrone di esso. E così è di tutto il resto.

3. Bella maniera di cercare l’amore di Dio! E poi lo vogliamo subito a piene mani, come suol dirsi. Mantenere le nostre affezioni (visto che non cerchiamo di mettere in pratica i nostri desideri per non riuscire ad elevarli dalla terra) e, ciò nonostante, pretendere molte consolazioni spirituali, è assurdo; non mi sembra, infatti, che una cosa sia compatibile con l’altra. Pertanto, poiché non riusciamo a darci totalmente a Dio, anche l’elargizione di questo tesoro non è totale. Piaccia al Signore che Sua Maestà vada donandocelo a goccia a goccia, dovesse pur costarci tutte le sofferenze del mondo!

4. Grande misericordia egli usa a colui al quale dona la grazia e il coraggio di risolversi ad acquistare con tutte le sue forze questo bene perché, se persevera nella sua risoluzione, Dio, che non nega a nessuno il suo aiuto, a poco a poco renderà il suo coraggio capace di conseguire la vittoria. Dico coraggio, essendo innumerevoli gli ostacoli frapposti all’inizio dal demonio per impedire che s’intraprenda di fatto questa via, come chi conosce il danno che gliene viene, non solo per la perdita di quell’anima, ma di molte. Se, infatti, chi comincia a darsi all’orazione si sforza, con il favore divino, di raggiungere la vetta della perfezione, credo che non entrerà mai solo in cielo, ma traendosi dietro molta gente, come un buon capitano a cui Dio abbia affidato la sua compagnia. Perciò il demonio gli pone innanzi tanti pericoli e difficoltà che ha bisogno di non poco coraggio per non tornare indietro e, inoltre, di un grandissimo aiuto di Dio.