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18. Oh, mio Dio, se dovessi raccontare tutte le occasioni da cui in quegli anni il Signore mi liberava e come io tornassi a invischiarmi in esse, e i pericoli a cui mi sottrasse di perdere completamente la reputazione! Io, sempre a operare in modo da rivelarmi per quella che ero, e il Signore sempre a coprire le mie colpe e a mettere in luce qualche mia piccola virtù – se ne avevo – e ingrandirla agli occhi di tutti, in modo che tutti mi stimavano molto perché, anche se alcune volte trasparivano le mie vanità, vedendo in me altre cose che a loro sembravano buone, non potevano credere al resto. Questo perché colui che sa tutto aveva già visto che così doveva essere affinché, quando avessi poi testimoniato queste cose, le mie parole riscuotessero più credito e perché la sua sovrana liberalità guardava non ai miei grandi peccati, ma ai desideri che spesso avevo di servirlo e al dolore di non trovare in me la forza di farlo.
19. Oh, Signore dell’anima mia! Come potrò esaltare le grazie che in quegli anni mi avete fatto? Pensare che proprio mentre io più vi offendevo, voi, in poco tempo, mi disponevate, mediante un vivissimo pentimento, a godere dei vostri doni e favori! In verità, o mio Re, facevate ricorso al più raffinato e penoso castigo che poteva esserci per me, come chi ben capiva ciò che doveva riuscirmi più increscioso: punivate i miei misfatti con grandi favori. E non credo di dire insensatezze, anche se sarebbe bene che perdessi il senno ricordando ora di nuovo la mia ingratitudine e cattiveria. Era tanto più penoso per me ricevere grazie, quando ricadevo in grandi colpe, che ricevere castighi; una sola grazia mi par proprio che bastasse ad annientarmi, confondermi e farmi soffrire più che molte infermità e gravi pene messe insieme, mentre i castighi vedevo bene di meritarli e mi sembrava con essi di pagare in parte il debito dei miei peccati, benché tutto fosse poco nei confronti delle mie colpe che erano molte; ma vedermi oggetto di altre grazie quando avevo ricambiato così male quelle già ricevute, era un genere di tormento terribile per me. Credo lo sia per tutti coloro che hanno qualche conoscenza o amore di Dio, come si può capirlo anche dalle cose umane, se si ha un cuore virtuoso. La causa delle mie lacrime e del mio sdegno era che, nonostante quello che sentivo, mi vedevo sempre in condizioni tali da essere prossima a tornare a cadere, anche se i miei propositi e i miei desideri allora – cioè almeno in quel momento – mi apparivano incrollabili.