00 09/08/2013 16:09
CAPITOLO 2
Tratta di come andò man mano perdendo queste virtù e di quanto importi, nella fanciullezza, frequentare persone virtuose.
1. Mi sembra che la causa prima d’ogni mio male stia in quanto ora dirò. A volte considero quale errore commettano i genitori che non si adoperano in tutti i modi perché i loro figli abbiano sempre davanti agli occhi esempi di virtù. Infatti, pur essendo mia madre così virtuosa come ho detto, del positivo che aveva non appresi nulla o quasi nulla, giunta all’uso della ragione: molto male, invece, mi arrecò qualcosa in lei di meno perfetto. Era appassionata di libri di cavalleria, senza, però, ricevere da questo passatempo il danno che ne ricevetti io, perché non trascurava per esso il suo lavoro, procurandone solo il rapido disbrigo nell’intento di darsi alla loro lettura. E forse lo faceva per non pensare alle sue grandi sofferenze e occupare i suoi figli in modo che non si sviassero dietro altre cose. Questo, però, rincresceva tanto a mio padre che bisognava far attenzione perché non se ne accorgesse. Io cominciai a prendere l’abitudine di leggerli, e da quel piccolo suo difetto ebbero inizio il raffreddarsi dei miei buoni desideri e le mie manchevolezze in tutto il resto. Né mi sembrava che vi fosse alcun male nello spendere tante ore del giorno e della notte in così vana occupazione e di nascosto da mio padre. Me ne estasiavo a tal punto che, se non avevo un libro nuovo, non mi sembrava di avere alcuna gioia.
2. Cominciai a portare abiti di lusso e a desiderare di piacere, cercando di far bella figura; a curare molto le mani e i capelli, a usare profumi e a far ricorso a tutte le possibili vanità, che erano molte, essendo io molto raffinata. Non avevo cattiva intenzione, perché non avrei voluto che mai nessuno offendesse Dio per causa mia. Ebbi per molti anni esagerata cura della mia persona e di altre ricercatezze nelle quali non scorgevo alcuna colpa. Ora so quanto nocive dovevano essere.