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7. Cercavo di celebrarne la festa con tutta la solennità possibile, piena di vanità più che di spirito di devozione, perché volevo che si facesse tutto alla perfezione, con molta ricercatezza, pur essendo animata da buona intenzione. Era proprio questo il mio male: che quando il Signore mi faceva la grazia di poter compiere qualcosa di buono, lo riempivo di imperfezioni e di molti errori; invece, per il male, le ricercatezze e le vanità, mi adoperavo con ogni ingegnosa cura e diligenza. Il Signore mi perdoni. Vorrei persuadere tutti ad essere devoti di questo glorioso santo, per la grande esperienza dei beni che egli ottiene da Dio. Non ho conosciuto persona che gli sia sinceramente devota e gli renda particolari servigi, senza vederla più avvantaggiata nella virtù, perché egli aiuta molto le anime che a lui si raccomandano. Già da alcuni anni, mi pare, nel giorno della sua festa io gli chiedo sempre qualcosa e sempre mi vedo esaudita. Se la mia richiesta esce un po’ dalla retta via, egli la raddrizza per il mio maggior bene.
8. Se avessi autorità di scrittrice mi dilungherei a raccontare molto minuziosamente le grazie che questo glorioso santo ha fatto a me e ad altre persone, ma per non oltrepassare i limiti che mi sono stati imposti, in molte cose sarò più breve di quanto vorrei, in altre più lunga del necessario; agirò, insomma, come chi ha poca discrezione in tutto ciò che è bene. Solo chiedo, per amor di Dio, che ne faccia la prova chi non mi credesse, e vedrà per esperienza di quale giovamento sia raccomandarsi a questo glorioso patriarca ed essergli devoti. Dovrebbero amarlo specialmente le persone che attendono all’orazione, giacché non so come si possa pensare alla Regina degli angeli nel tempo in cui tanto soffrì con Gesù Bambino, senza ringraziare san Giuseppe per essere stato loro di grande aiuto. Chi non dovesse trovare un maestro che gli insegni l’orazione, prenda questo glorioso santo per guida e non sbaglierà nel cammino. Piaccia a Dio che io non abbia sbagliato nell’arrischiarmi a parlarne perché, anche se mi professo a lui devota, nel modo di servirlo e di imitarlo ho sempre mancato. È stato lui a fare sì che io potessi alzarmi e camminare, e non essere più rattrappita; io, invece, da quella che sono, lo ricambiai con l’usar male di questa grazia.