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7. Per osservare il quarto consiglio, che consiste nel conservare la solitudine, occorre ritenere tutte le cose di questo mondo come finite; quando, non potendone fare a meno, dovrà interessarsene, lo faccia come se non esistessero.

8. Non si curi minimamente delle cose del mondo, dal momento che Dio l’ha distolto e allontanato da esse. Non tratti personalmente un affare che può trattare per interposta persona, perché le è di molta utilità non desiderare di vedere né di essere visto da alcuno. Ricordi bene che se Dio chiederà conto a chiunque per ogni parola oziosa, quanto più dovrà chiedere conto di tutto al religioso, che ha consacrato la vita e tutte le sue opere a Dio!

9. Con questo non voglio dire che non svolga più, con tutta la sollecitudine possibile e necessaria, l’ufficio che ha e qualsiasi altro che le viene chiesto per obbedienza, ma lo faccia in modo da non contrarre alcuna colpa, perché questa non è voluta né da Dio né dall’obbedienza. A tale riguardo, cerchi di essere costantemente in preghiera e non l’abbandoni in mezzo alle attività materiali. Quindi, sia che mangi, che beva, che parli, che tratti con i laici, o qualunque altra cosa faccia, abbia sempre Dio nei suoi desideri e negli affetti del cuore. Tutto ciò è indispensabile per la solitudine interiore, onde evitare che l’anima si fermi su alcun pensiero che non sia rivolto a Dio e dimentichi tutte le cose che sono e passano in questa misera e breve vita. Non voglia conoscere altro che il modo di servire maggiormente Dio e osservare meglio gli obblighi del suo istituto.

10. Se Vostra carità osserverà con cura queste quattro cose, sarà perfetto in pochissimo tempo. Tali cose, infatti, sono talmente connesse tra loro, che se lei mancasse in una di esse, perderebbe anche quello che potrebbe aver acquistato e guadagnato nelle altre.