00 08/08/2013 17:41
XIV

1. Oh, Signore, mio vero Dio! Chi non vi conosce, non vi ama. Oh, che grande verità è questa! Ma che sventura, che sventura, Signore, per chi non vuole conoscervi! Com’è da temere l’ora della morte! E ahimè, ahimè, mio Creatore, come sarà terribile il giorno in cui si adempirà la vostra giustizia! Spesso considero, o mio Cristo adorato, quanto appaiano affascinanti e dolci i vostri occhi all’anima che vi ama e che voi, mio Bene, vi inducete a guardare con amore. Mi sembra che uno solo di questi dolcissimi sguardi rivolto alle anime che voi ritenete per vostre basti come premio di molti anni di servizio! Oh, mio Dio, com’è difficile far comprendere questa cosa, a chi ignora quanto sia soave il Signore.

2. O cristiani, cristiani! Considerate il vincolo fraterno che vi lega a questo gran Dio; cercate di conoscerlo e non disprezzatelo più, perché come il suo sguardo è dolcissimo per chi lo ama, così è terribile quando si volge con spaventevole collera su chi lo perseguita. Ahimè! Non ci rendiamo conto che il peccato è una guerra aperta contro Dio da parte di tutti i nostri sensi e di tutte le potenze dell’anima! Fanno a gara nell’escogitare tradimenti contro il loro Re. Voi ben sapete, mio Signore, che spesso mi faceva più paura pensare alla possibilità di vedere il vostro volto divino adirato contro di me nel tremendo giorno del giudizio finale, che non tutte le pene e le furie infernali che io riuscissi a immaginare. Allora vi supplicavo di preservarmi, nella vostra misericordia, da una così grande sventura, e ve ne supplico anche ora, Signore. Cosa mi può capitare di simile su questa terra? Tutti i mali insieme vi chiedo, mio Dio, purché mi liberiate da così grande angoscia. Che non sia privata, mio Dio, che non sia privata del godere di tanta bellezza in pace! Vostro Padre vi ha dato a noi; che non perda, mio Signore, una gioia così preziosa! Confesso, eterno Padre, di averla custodita male, ma c’è ancora rimedio, Signore, c’è rimedio, finché viviamo in questo esilio.

3. O fratelli, fratelli, figli di questo Dio! Coraggio! Coraggio! Sapete, infatti, come Sua Maestà dica che non appena ci pentiremo di averlo offeso, non si ricorderà più delle nostre colpe e cattiverie. O pietà davvero infinita! Che vogliamo di più? Chi non arrossirebbe a chiedere tanto? Questo è il momento di prendere quanto ci offre questo Signore misericordioso, Dio nostro. Poiché vuole la nostra amicizia, chi potrà rifiutarla a chi non rifiutò di spargere tutto il suo sangue e perdere la vita per noi? Quello che ci chiede è nulla, pensate! E adempierlo risponde al nostro primario interesse.

4. Oh, Dio mio, Signore! Che durezza! Che follia e che cecità! Se ci si angustia quando si perde qualcosa, un ago, uno sparviero da cui non ci viene altra soddisfazione che vederlo librarsi nell’aria, sembra impossibile non soffrire per la perdita di quest’aquila reale della maestà di Dio e di un regno il cui godimento non avrà fine! Cos’è mai questo? Che cos’è? Non riesco a capirlo. Guarite mio Dio, tanta demenza e cecità.