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2. L’altra volta che gli parlai, mentre era definitore, trattammo sempre della stessa cosa. Mi disse queste parole: «Senta cosa deve fare: anzitutto preghi per quello che deve compiere; per esempio, quando io sto per entrare in Definitorio, devo pregare per tutto ciò che devo trattare e, anche se ci fossero cambiamenti, non mi discosto da ciò che Dio mi ha detto nella preghiera».
3. La terza volta che gli parlai, poiché aveva un po’ di fretta, gli dissi: «Fa ancora Vostra Reverenza ciò che Dio gli suggerisce nell’orazione?». Cominciò a intenerirsi, tanto da non riuscire a frenare le lacrime. Gli dissi: «Padre, non ci faccia caso». Rispose: «Né poco né punto; non dico altro, Sant’Angelo, perché non mi ascoltano». Dovevano avergli procurato qualche dolore. Disse: «Non hanno commesso nessun peccato veniale in quanto mi hanno fatto soffrire, io credo che gioirò per queste sofferenze; e, sebbene ora mi veda piangere, chieda a Dio per me la gloria della sofferenza, perché ne ho bisogno». Padre, ometto di scrivere alcune cose circa le sofferenze di cui mi parlò il padre fra Giovanni della Croce. Voglia raccomandarmi a nostro Signore perché io faccia questo esame in modo perfetto. Di Vostra Reverenza fino alla morte. Marina di Sant’Angelo.