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LETTERA
di Marina di Sant’Angelo
Padre nostro, al padre fra Giovanni della Croce parlai a lungo tre volte; le altre volte fu di passaggio.
1. La prima fu quando accompagnò madre Anna di Gesù, che si trova in Francia e che andava a fondare un monastero a Madrid. Entrai per parlare a sua Reverenza, il padre fra Giovanni della Croce, e fu un gran giorno per me. Entrai subito dopo pranzo e uscii sull’imbrunire, perché a me dispiaceva andar via, quindi mi trattenevo tanto. Egli diceva alle monache che entravano che non entrasse un’altra monaca, perché, dal momento che doveva intrattenersi con monache, era meglio farlo con quella con cui aveva cominciato a parlare. Parlava poco, di tanto in tanto si fermava come se – eravamo di fronte al Santissimo Sacramento con la grata – chiedesse a nostro Signore di suggerirgli cosa doveva dirmi. Questo esattamente io non lo so; so però che mi disse queste parole: «Se vuole pervenire all’orazione perfetta, deve fare ciò che le dico, anche se le costasse molta fatica e molta aridità; e se non è decisa a farlo, non glielo dirò». Gli risposi che me lo dicesse, perché con l’aiuto di Dio e anche a costo di morire l’avrei fatto. Disse di esaminarmi interiormente tre volte al giorno e che ogni mese facessi otto giorni di ritiro in cella per fare questo esame, e mi assicurava che entro due mesi avrei avuto nella mia anima solo Dio e non sarei più stata del mondo. Io gli dissi: «Padre, Vostra Reverenza mi dica come devo esaminarmi». Mi disse di esaminare se qualcosa mi allontanava da Dio e mi sottraeva alla sua presenza e al colloquio che si deve instaurare con Sua Maestà, e che dovevo abbandonare i parenti e qualsiasi cosa mi tratteneva fuori di casa, e che in tutto dovevo continuare a cedere ciò che mi spettava di diritto. Mi disse anche di esaminare i sensi e che dovevo fare una morte da viva in questo esame; mi disse di osservare attentamente cosa mi attirava di più. «Padre, quando ritornerà, le dirò le grazie che nostro Signore mi fa attraverso questo esame…». Tutto il poco spirito che ho mi viene da quel santo padre fra Giovanni della Croce. Se avessi saputo approfittarne e avessi fatto correttamente questo esame, avrei constatato che è la cosa più proficua che un’anima possa fare.