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Insegnamento 24. In occasione di un severo castigo inflitto da un superiore, pronunciò una frase divina: che i cristiani, e soprattutto i religiosi, facciano sempre attenzione a punire i corpi di coloro che sbagliano, in modo che le anime non corrano pericolo, senza ricorrere alle crudeltà straordinarie che usano di solito i tiranni e coloro che governano con la forza. E che i superiori dovrebbero leggere spesso le parole di Isaia c. 42 (vv. 1-4) e quelle di san Paolo nella seconda lettera ai Corinzi c. 13 (v. 10).
Insegnamento 25. Essendogli stato presentato un postulante, dopo avergli parlato qualche volta, suggerì di non accettarlo perché gli puzzava l’alito. Il cattivo odore era dovuto al fatto che le sue viscere erano malate, come di solito hanno le persone mal disposte, crudeli, menzognere, paurose, mormoratrici, ecc., e che è un principio filosofico che i costumi dell’anima seguono la natura e le inclinazioni del corpo.
Questo è quanto al momento ricordo. Se ricorderò altro, ne informerò il N. P. Generale in ottemperanza al suo ordine.

Dato in Messico, addì 26 marzo 1618. Fra Eliseo dei Martiri