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Il giorno della Natività della Vergine mi è di particolare gioia. Quando giunge tale ricorrenza, mi sembra che farei bene a rinnovare i voti. E una volta, mentre mi disponevo appunto a farlo, mi apparve la Vergine in visione illuminativa e mi sembrò di rinnovare i voti nelle sue mani e di farle, con ciò, cosa gradita. Questa visione durò alcuni giorni; la Vergine stava accanto a me, al lato sinistro.



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Un giorno, appena fatta la comunione, mi sembrò proprio che la mia anima diventasse una cosa sola con il corpo sacratissimo del Signore, la cui presenza mi fu manifesta e operò in me grandi effetti con notevole profitto.



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Una volta stavo pensando se non mi avrebbero comandato di recarmi a riformare un certo monastero, il che mi faceva dispiacere. E udii dirmi: «Di che temete? Cos’altro potete perdere se non la vita che tante volte mi avete offerto? Io vi aiuterò». Ciò avvenne in un’occasione che servì a dissipare totalmente i miei dubbi.



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Un giorno in cui mi ero intrattenuta con una persona che aveva rinunciato a molti beni per il Signore, ricordandomi di come io non avessi mai lasciato nulla per lui né lo avessi servito in alcunché come avrei dovuto, e considerando le molte grazie di cui egli ha favorito la mia anima, cominciai ad affliggermi profondamente. Allora il Signore mi disse: «Tu conosci ormai il vincolo nuziale che esiste fra te e me; in virtù di esso, ciò che io possiedo è tuo, pertanto ti do tutte le tribolazioni e tutti i dolori che ho sofferti, in nome dei quali puoi pregare mio Padre come se fossero tuoi». Pur avendo già sentito dire che siamo partecipi delle sofferenze di nostro Signore, allora lo compresi in modo così diverso che mi sembrò di essere rimasta in possesso di un bene immenso; mi è impossibile dare qui un’idea dell’amore con cui il Signore mi fece questa grazia. Mi sembrò che il Padre vi acconsentisse e, da allora, considero in modo assai diverso i patimenti del Signore: cioè come cosa mia, ed è per me una grande consolazione.