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Avendo letto in un libro che tenere immagini di ricercata bellezza è indice d’imperfezione, volevo disfarmi di una che avevo in cella. Anche prima di leggere questo mi sembrava che la povertà imponesse di non averne alcuna, se non di carta, ma dopo tale lettura, fatta uno di questi giorni, non avrei ormai più voluto averne altre che così. E, mentre ero ben lontana dal pensarvi, udii dirmi che non era, la mia, buona mortificazione e, insieme, chiedermi se fosse migliore la povertà o la carità: poiché l’amore era quanto vi fosse di meglio, non dovevo privarmi né privare le mie consorelle di nulla che potesse ravvivarlo nei nostri cuori; il libro si riferiva ai molti ornamenti e abbellimenti delle immagini, non alle immagini stesse; l’astuzia del demonio, riguardo ai luterani, era proprio di toglier loro i mezzi utili a stimolarne la pietà, e così andavano incontro alla loro rovina. «I miei cristiani, figlia mia», mi fu detto, «ora più che mai devono fare il contrario di quanto fanno». Capii che ero molto obbligata a servire nostra Signora e san Giuseppe, perché spesso, quand’ero già sulla strada di perdermi del tutto, Dio mi restituiva la salvezza a causa delle loro preghiere.



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Nell’ottava della Pentecoste il Signore mi fece una grazia e mi diede la speranza che questa casa avrebbe fatto progressi; voglio dire le monache che ne fanno parte.



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Nella festa della Maddalena il Signore mi confermò di nuovo una grazia che mi aveva concesso a Toledo, scegliendomi, nell’assenza di una persona, a prenderne il posto.



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1. Il giorno dopo san Matteo, mentre ero in quello stato ormai abituale da quando ho avuto la visione della santissima Trinità e di come essa stia nell’anima in grazia, questa verità mi apparve assai chiaramente, cioè in modo che mediante certe rappresentazioni e comparazioni ne ebbi conoscenza con una visione immaginaria. Anche se altre volte la santissima Trinità mi si era manifestata in visione intellettuale, passati pochi giorni, la verità rivelatami non mi era rimasta impressa come ora, in modo da potervi fissare il pensiero e trarne motivo di consolazione. Mi rendo conto adesso della sua identità con la verità di cui mi è stato parlato dai dotti, ma non l’avevo mai capito come ora, anche se vi ho sempre creduto senza alcuna esitazione, perché in materia di fede non ho mai avuto tentazioni.

2. Noi che siamo ignoranti immaginiamo le tre Persone della santissima Trinità in una sola – come le vediamo dipinte –, cioè a guisa di un corpo con tre volti, e questo ci spaventa tanto che ci sembra una cosa impossibile. Nessuno riesce a fermarvi il pensiero perché l’intelletto si turba e teme di rimanere in dubbio su questa verità, il che fa perdere grandi vantaggi.

3. Ciò che mi è apparso sono tre Persone distinte che si possono vedere e con le quali si può parlare separatamente. Ho riflettuto in seguito che solo il Figlio ha preso carne umana, verità resa evidente da tale distinzione. Queste Persone si conoscono, si amano e comunicano fra loro. Ma se ognuna sta a sé, come facciamo a dire che tutt’e tre sono una sola essenza, credendolo fermamente, ed è, di fatto, una verità assoluta per la quale affronterei mille morti? In tutt’e tre le Persone non c’è che un solo volere, un solo potere, una sola sovranità, così che ciascuna non può nulla senza le altre, e non esiste che un solo Creatore di tutto quello che è stato creato. Potrebbe il Figlio creare una formica senza il Padre? No, perché hanno lo stesso potere, e altrettanto è dello Spirito santo; così non c’è che un solo Dio onnipotente, e tutt’e tre le Persone formano una sola Maestà. Qualcuno potrebbe amare il Padre senza amare il Figlio e lo Spirito santo? No; chi onora una di queste tre Persone, onora tutt’e tre, e chi ne offende una, le offende tutte. Il Padre potrebbe stare senza il Figlio e senza lo Spirito santo? No, perché hanno una sola essenza, e dove si trova una di tali Persone, si trovano tutt’e tre, non potendosi separare. Allora, come avviene che vediamo tre Persone distinte, e come ha potuto prendere carne umana solo il Figlio e non il Padre e lo Spirito santo? Questo io non sono riuscita a capirlo, ma i teologi lo sanno. Quel che so è che tutt’e tre le Persone erano presenti in quell’opera meravigliosa e non mi soffermo molto a pensare al resto. Il mio pensiero arriva subito alla conclusione che Dio è onnipotente, che ha potuto fare quel che ha voluto e che potrà sempre fare quel che vorrà. Quanto meno capisco tali cose, tanto più vi credo e tanto maggiore è la devozione che m’ispirano. Sia Dio per sempre benedetto! Amen.