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CAP 6

1. Così, se potessi spiegare bene alla signoria vostra in quale pace e tranquillità si trova ora la mia anima! Ha, infatti, così assoluta certezza di godere un giorno di Dio, che le sembra di averne già il possesso, anche se non la gioia che esso comporta. È come se una persona avesse assegnato una gran rendita a un’altra con regolare scrittura notarile perché ne godesse dopo un certo tempo, con la riscossione anche degli interessi. Pertanto, questa fino ad allora non gode se non del possesso che sa di avere e di cui godrà un giorno la rendita. La mia anima, nella sua gratitudine, non vorrebbe neanche goderne subito, convinta di non averlo meritato; ciò che vuole è solo servire Dio, anche a prezzo di molti patimenti; anzi, a volte le sembra troppo poco servire sino alla fine del mondo chi le ha fatto un tale dono. A dire il vero essa, in parte, non è più soggetta come prima alle miserie del mondo: infatti, pur soffrendo di più, sembra che le sofferenze non facciano altro che sfiorarla appena. Ella se ne sta in una specie di castello di cui ha la sovranità, e non perde pertanto la pace, anche se questa sicurezza non esclude un grande timore d’offendere Dio e la cura di evitare tutto quello che può essere d’impedimento a servirlo, anzi, comporta maggior cautela nel procedere. Non si dà alcun pensiero del proprio interesse, al punto che le sembra d’aver perduto parte del suo essere, dimentica com’è di se stessa. Tutto quello che fa è per l’onore di Dio, alla ricerca di come adempiere meglio la sua volontà e rendergli gloria.

2. Pur stando così le cose, mi sembra che abbia maggior cura di ciò che riguarda la sua salute e il suo corpo: si mortifica meno nel mangiare e non ha più gli stessi desideri d’una volta di far penitenza. Ma credo che tutto ciò sia al solo scopo di poter servire meglio Dio in altre cose: spesso infatti gli offre come un gran sacrificio la cura del corpo, che le è di gran peso. A volte cerca di fare qualche penitenza, ma, per quanto può giudicarne, le è impossibile sottoporvisi senza danno della sua salute, e tiene presenti gli ordini dei suoi superiori. In questo, e nel desiderio di salvaguardare la sua salute, deve certo avere gran parte l’amor proprio. Credo però che io avrei molto più piacere di poter fare grandi penitenze, come ne avevo quando ciò mi era possibile. Allora, per lo meno, mi sembrava di far qualcosa, di dare buon esempio, e vivevo inoltre senza questo tormento d’essere del tutto inutile nel servire Dio. La signoria vostra esamini attentamente cosa sarà meglio che faccia a questo riguardo.

3. La manifestazione delle visioni immaginarie è cessata. Mi sembra però di avere sempre la visione intellettuale delle tre Persone e dell’Umanità di nostro Signore; il che è, a mio parere, una grazia molto più elevata. E ora credo di capire che le altre visioni avute provenivano da Dio, perché disponevano l’anima allo stato in cui ora si trova; egli, conoscendo la mia miseria e la mia debolezza, mi conduceva nel modo che riteneva necessario. Comunque, a mio giudizio, quando queste visioni vengono da Dio, si devono apprezzare molto.