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9. Mi sembra che, quand’anche con uno sforzo volessi peccare di vanagloria, non ci riuscirei, né vedo come potrei considerare mia neanche una di queste virtù, essendomene vista del tutto priva per molti anni. E ora, da parte mia, non faccio altro che ricevere grazie, senza servire Dio, comportandomi come la creatura più inutile del mondo. Così è che a volte considero quali progressi realizzino tutti tranne me, che non sono buona a nulla. Questa non è certo umiltà: è la pura verità, e il sentirmi così inutile mi rende a volte molto timorosa, al pensiero di essere ingannata. Pertanto vedo chiaramente che i vantaggi suddetti mi vengono dalle rivelazioni e dai rapimenti avuti, ai quali io non contribuisco minimamente né faccio a tal fine più di quel che farebbe un pezzo di legno. Ciò serve a rassicurarmi e a tranquillizzarmi. Mi rimetto nelle braccia di Dio e confido nei miei desideri che sono, lo so senza alcun dubbio, quelli di morire per lui e di rinunciare a ogni sollievo, qualunque cosa possa accadermi.

10. Vi sono giorni in cui ricordo infinite volte ciò che dice san Paolo; benché certamente non mi accada come a lui, mi sembra di non essere io a vivere, parlare, volere, ma che vi sia in me qualcuno che mi guida e mi dà forza; mi sento, pertanto, quasi fuori di me e la vita mi diventa estremamente penosa. E, riuscendomi così gravoso essere separata da Dio, il maggior sacrificio che gli offro come gran servizio è quello di accettare di vivere per amor suo. Vorrei farlo affrontando grandi travagli e persecuzioni. Poiché non sono capace di realizzare progressi, vorrei almeno essere capace di soffrire, e sopporterei volentieri tutte le pene del mondo per acquistare un po’ più di merito, intendo dire per compiere meglio la volontà di Dio.

11. Non ho udito alcuna cosa nell’orazione che, pur essendomi stata detta molti anni prima, non si sia realizzata. Sono tante le rivelazioni e i lumi che ricevo sulle grandezze di Dio e sul modo da lui usato nell’indirizzarle al loro fine, che io non posso quasi mai pensarvi senza che il mio intelletto non si smarrisca, come chi vede cose assai superiori a quanto può intendere, ed entro allora nel raccoglimento.

12. Dio mi preserva così bene dall’offenderlo che, certo, a volte ne sono sbalordita; mi sembra infatti di vedere quale grande cura si prenda di me, senza che io faccia nulla, si può dire, per meritarlo, poiché ero un mare di peccati e di cattiverie prima di ricevere queste grazie, incapace, mi pareva, di controllarmi, per non commetterne più. E lo scopo per cui vorrei che si conoscessero è far comprendere l’infinita potenza di Dio. Sia egli per sempre lodato! Amen.