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6. Spesso, e ora più che mai, è per me una tremenda condanna la necessità di mangiare, specialmente quando sono in orazione. E dev’essere una pena ben grande, perché mi fa versare abbondanti lacrime e pronunciare parole di afflizione, quasi senza rendermene conto, cosa che non sono solita fare. Per quanto grandi sofferenze infatti io abbia sostenuto nella mia vita, non ricordo d’essermene mai lamentata: a questo riguardo non sono assolutamente donna, ho il cuore duro.

7. Sento un vivissimo desiderio, più forte del solito, che Dio abbia al suo servizio persone, specialmente uomini dotti, che si dedichino a lui con assoluto distacco da tutto, senza indugiare in nessuna delle cose di questa terra, visto che vi è solo inganno. Siccome infatti vedo le grandi necessità della Chiesa, da cui sono tanto afflitta che mi sembra ridicolo provare dolore per altre cose, non faccio se non raccomandare a Dio i dotti, perché so che può fare più bene uno solo di loro del tutto perfetto, acceso di vero amore di Dio, che molti altri di animo tiepido.

8. Per quanto riguarda la fede mi sento, se non m’inganno, assai più forte. Mi sembra d’essere pronta ad affrontare tutti i luterani da sola per far loro capire l’errore in cui sono. La perdita di tante anime mi causa un profondo dolore. Ne vedo però anche molte che avanzano nella perfezione e riconosco chiaramente che Dio ha voluto servirsi di me a questo scopo. Vedo altresì che per la sua bontà la mia anima va crescendo ogni giorno di più nel suo amore.