00 07/08/2013 16:40
CAP. 3

1. Quanto è scritto qui di mia mano fu steso, più o meno, dopo nove mesi (dal precedente). A partire da allora, senza tornare indietro nelle grazie che Dio mi ha fatto, mi pare, da quel che posso capirne, d’aver ricevuto più volte molto maggior libertà. Fin qui mi sembrava d’aver bisogno degli altri e avevo più fiducia negli aiuti del mondo. Ora, invece, mi rendo chiaramente conto che tutti gli uomini sono come rametti di rosmarino secco ai quali non possiamo appoggiarci con sicurezza, perché si rompono al minimo peso di contraddizioni e di critiche. Per cui ora trovo – come l’esperienza mi ha insegnato – che il vero rimedio per non cadere è quello di aggrapparsi alla croce e di confidare in colui che vi è stato inchiodato. Lo considero il vero amico, e ciò mi dà un tale senso di padronanza che mi sembra di poter resistere a chiunque si levi contro di me, purché Dio non mi manchi.

2. Prima di capire così chiaramente questa verità solevo desiderare molto di essere amata; ora non me ne importa nulla. Anzi mi sembra, sotto un certo aspetto, che ciò mi riesca importuno, fatta eccezione per coloro con i quali parlo della mia anima o ai quali penso di essere utile: i primi perché mi sopportino, e gli altri perché siano più propensi a credere ciò che dico loro circa la vanità di tutte le cose del mondo.

3. Nelle grandi prove, nelle persecuzioni e contraddizioni che ho sofferto in questi ultimi mesi, Dio mi ha dato molto coraggio; e quanto più grandi erano le prove, più cresceva la mia forza d’animo, senza che mi stancassi mai di soffrire e non solo non fossi risentita con le persone che dicevano male di me, ma nutrissi per loro, mi sembra, più affetto. Non so come ciò potesse essere: certamente si trattava di un dono di Dio.

4. Per mia natura, quando desidero una cosa, sono solita farla con entusiasmo. Ma ora sono divenuta così calma nei miei desideri che, vedendoli adempiuti, non so neanche se ne provo gioia. Se non si tratta di cose d’orazione, infatti, dolore o gioia mi toccano così poco che sembro una sciocca indifferente, e tale resto per alcuni giorni.

5. Gli impulsi che, a volte, ho e ho avuto di fare penitenza sono assai forti, ma se ne faccio qualcuna, la sento così poco a causa della veemenza del mio desiderio che a volte – anzi quasi sempre – mi sembra di concedermi un particolare sollievo, ancorché ne faccia poca, essendo molto ammalata.