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 VARIE TRADUZIONI

Le prime versioni in lingua volgare della Vulgata, la Bibbia in latino tradotta da Girolamo, iniziarono a comparire probabilmente a partire dal XIII sec. Si trattava, per maggior parte, di traduzioni libere di singoli libri, anonime (unica eccezione è il lavoro del domenicano Domenico Cavalca sul libro degli Atti, intorno alla prima metà del 1300) e spesso contenenti note esplicative.

La Bibbia Thompson
Quest'articolo tratto dalla nuova Bibbia Thompson.

Il 1° agosto del 1471 il tedesco Vandelino di Spira pubblicò a Venezia, la prima edizione della Bibbia in italiano, con il titolo di Bibbia degnamente vulgarizzata per il clarissimo religioso duon Nicolao Malermi, nota in seguito col nome di Bibbia d'Agosto. Opera del monaco camaldolese Nicolò Malermi, che in parte tradusse dal latino e in parte ritoccò versioni manoscritte dei secoli precedenti, questa Bibbia incontrò grande favore ed ebbe molte edizioni successive.

Nel mese di ottobre dello stesso anno, sempre a Venezia, uscì un'altra Bibbia in volgare (nota come Bibbia d'ottobre), questa volta anonima, che ricalcava sostanzialmente testi di traduzione toscana d'origine trecentesca. Quest'edizione fu soprannominata anche Bibbia Jensoniana, dal nome di Niccolò Jenson, probabile stampatore dell'opera.

Nel 1530, presso la tipografia Giunti di Venezia, l'umanista toscano Antonio Brucioli pubblicò Il Nuovo Testamento di greco nuovamente tradotto in lingua toscana (cioè italiana) seguito, nel 1532, dall'intera Biblia, quale contiene i sacri libri del Vecchio Testamento.

Per quanto riguarda il testo di base da lui utilizzato, sembra che per l'A.T. si sia servito della traduzione latina del celebre biblista Sante Pagnini (1527) e che per il N.T. abbia utilizzato la versione latina di Erasmo da Rotterdam (1516). Nel 1559 la sua traduzione fu messa all'Indice dalla Chiesa Cattolica.

Nel 1536, il frate domenicano Zaccheria da Firenze produsse il suo N.T., che non fu altro che una revisione del testo di Brucioli, al quale apportò variazioni quasi esclusivamente stilistiche e formali. Due anni dopo, nel 1538, a Venezia, fu pubblicata La Bibbia nuouamente tradotta dalla hebraica verità in lingua thoscana a cura del frate domenicano Santi Marmochino. Si tratta in realtà, per l'A.T., di una revisione del testo di Brucioli con un ampio utilizzo del testo latino di Pagnini e, per il N.T., di una esatta riproduzione del testo di Zaccheria.

Nel 1551 venne pubblicato a Lione Il Nuouo ed Eterno Testamento di Giesu Christo, tradotto dal frate benedettino Massimo Theofilo Fiorentino, direttamente dall'originale greco.

Nel 1555 fu pubblicata a Ginevra un'edizione bilingue (italiano-francese) del N.T. a cura del valdese Giovan Luigi Pascale, nella quale fu inserita, per la prima volta in Italia, la suddivisione in versetti. Per la parte italiana, Pascale utilizzò come guida la versione del Brucioli, rivedendola sul testo greco e rendendola più scorrevole, mentre per il francese si servì della traduzione di Olivetano riveduta da Calvino. 

Bibbia in mano

Nel 1562, venne portata a termine una revisione rimasta anonima, della versione di Brucioli e stampata a Ginevra dall'editore Francesco Durone.

 

Nel XVII sec. l'unica Bibbia tradotta in italiano fu quella del protestante Giovanni Diodati, pubblicata a Ginevra nel 1607 col titolo di La Bibbia. Cioè, i libri del Vecchio e del Nuovo Testamento. Nuovamente traslati in lingua italiana, da Giovanni Diodati, di nation Lucchese.Profondo conoscitore della lingua ebraica (era professore di ebraico all'Università di Ginevra), Diodati realizzò, per la prima volta in Italia, una traduzione direttamente dai testi originali greci ed ebraici. La sua opera è ancora oggi considerata, dal punto di vista stilistico, uno dei capolavori della lingua italiana del '600. Nel 1641 lo stesso Diodati portò a termine una revisione della sua opera in vista di una seconda edizione, nella quale furono introdotti i Salmi in rima.

Nel 1757 papa Benedetto XIV espresse il desiderio di una traduzione della Bibbia in italiano. Fu così che l'abate Antonio Martini pubblicò dapprima il N.T. in 6 volumi (1769-1771) e poi l'A.T. in 16 volumi (1776-1781). Martini tradusse dalla Vulgata, e al testo italiano affiancò il testo della Bibbia latina. Questa traduzione ebbe grande successo; lo stesso papa Pio VI l'approvò, dichiarandola conforme alle norme dell'Indice. Quest'edizione fu ristampata molte volte e rimase la traduzione ufficiale della Chiesa cattolica fino alle prime edizioni rivedute sui testi originali del secolo scorso.

[Modificato da Credente 04/08/2013 15:30]