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TRADUZIONI NON CATTOLICHE

Il tedesco Martin Lutero (1487-1546) ha voluto dare al suo popolo, con una sua traduzione, il libro fondamentale del Cristianesimo scritto nella sua propria lingua con aderenza al suo proprio modo di sentire.
Prima della versione di Lutero esistevano in Germania già 14 versioni in alto tedesco e 3 in basso tedesco, delle quali la più antica era quella di Mentel uscita a Strasburgo il 1466 e la più recente era quella uscita il 1522 a Halberstadt.
La traduzione di Lutero ha su tutte queste il vantaggio di muovere da due nuovi princìpi suggeriti dall'Umanesimo, cioè: che nella Bibbia si rispecchi l'anima del popolo a cui serve, e che il suo testo debba essere attinto dalle sue fonti più genuine. Fede nazionale e ritorno alle fonti sono dunque i fattori della originalità della Bibbia luterana. Lutero non tradusse dalla Vulgata ma risalì al testo ebraico e greco riveduto da Erasmo nel 1516.
La lingua che egli adoperò è una felice combinazione di tutti gli elementi linguistici che costituivano al suo tempo la parlata del popolo germanico. Egli mosse dalla lingua della cancelleria sassone che considerava come sua lingua materna, ma la temperò con quella della cancelleria boemo-lussemburghese arricchendola della parlata viva del popolo del sud e del nord di Germania, parlata che egli colse dalle labbra dei contadini, delle donne sul mercato, dei bambini parlottanti con la mamma. Nel suo Messaqgio sul tradurre [Sendbrief vom Dolmetschen, 1530] egli dice infatti: "… non si deve domandare come la lettera latina debba essere detta in tedesco... ma si deve interrogare la madre in casa, i bambini per istrada, l'uomo del popolo sul mercato, e si deve guardare in bocca come parlano". Lutero voleva parlare al popolo con la lingua del popolo perché la sua prima necessità era di farsi comprendere da tutti.
La parola di Dio, che è diretta a tutti, deve infatti poter essere compresa da tutti. In questo è la forza della sua Bibbia e una delle cause della affermazione del protestantesimo in vaste zone della Germania, aggiunta naturalmente alla invenzione della stampa. La tenace industria con cui Lutero attese per più di un dodicennio al gigantesco lavoro, utilizzando  la valentìa filologica dei suoi amici più cari e spiegando tutte le industrie del suo gusto letterario.
Chiuso alla Wartburg egli aveva atteso a una versione germanica del "Nuovo Testamento" che vide la luce nel 1522. Negli anni successivi pose mano alla versione del "Vecchio". E di anno in anno era riuscito a mandare fuori i singoli libri del canone biblico: l'l entateuco nel 1523, Giosuè, Giobbe, i Salmi e Salomone nel 1524, i "Profeti" fra il 1526 e il 1530, i libri "sapienziali" nel 1529, gli altri "deuterocanonici" nel 1532. Finalmente nel 1534 presso l'editore Lufft di Wittenberg usciva la traduzione completa: Biblia, das ist die gantze Heilige Schrifft Deutsch. La monumentale versione segnava la vera data di nascita della letteratura tedesca. La traduzione non la si potrebbe considerare come un'opera del tutto originale e personale di Lutero. Essa è nata da una stretta, familiare, quotidiana collaborazione  con i suoi amici, dopo lunghe laboriose giornate di discussione. Lutero vi ha trasfuso la sua  sensibilità artistica, la sua squisita attitudine letteraria.
Melantone vi ha contribuito con la sua sicura e larga perizia filologica. Il gruppo dei collaboratori avverte nitidamente l'enorme difficoltà che è nel programma di riprodurre in una lingua aspra, indocile, contorta, la fluida lucentezza dello stile ebraico. La letteratura profetica è, naturalmente, quella che oppone maggiore resistenza e provoca le più copiose incertezze. Fin dal 1528, Lutero confidava all'amico Link il suo imbarazzo nel costringere all'idioma germanico la copiosa e luccicante immaginazione dei Profeti. Gli sembrava veramente di dover ridurre il gorgheggio di un usignuolo alla cadenza monotona del cuculo. Son queste oggettive e aspre difficoltà che hanno molto spesso tratto i traduttori a parafrasare e a diluire. La Bibbia di Lutero è per la Germania e per la letteratura tedesca ciò che la Divina Commedia è per l'Italia e per la letteratura italiana: essa, spianando le differenze locali, diede alla Germania una lingua nazionale ed elevò il tedesco a dignità letteraria inaugurando l'epoca moderna.


La prima versione inglese della Bibbia è quella di John Wycliffe (m. 1384) fatta in collaborazione con Nicola di Hereford e altri discepoli, tramandata in circa 150 manoscritti. Notissima è anche la Grande Bibbia [Great Bible], chiamata anche Cranmers'Bible dal nome di Thomas Cranmer (1489-1556) arcivescovo di Canterbury, pubblicata nel 1579 per ordine di Enrico VIII. Cromwell incaricò Coverdale di prepararne l'edizione. La stampa ne fu cominciata a Parigi e terminata a Londra.

Altra nota versione inglese è la Bibbia di Ginevra [Genevan Bible] che ripete la traduzione protestante eseguita nel 1540 da Nicolas Malingre con la collaborazione di Calvino: Bible en laquelle sont contenus tous les livres canoniques de la Sainte Ecriture, tant du Vieil que du Nouveau Testament, et pereillement les apocryphes. Durante il regno di Maria I d'Inghilterra (1553-59) i riformisti si rifugiarono a Ginevra e a Francoforte sul Meno. A Ginevra pubblicarono in inglese questa versione che da un passo del Genesi (III, 7) fu anche detta Breeches Bible, e che aveva un commento approvato dai puritani.