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La Vulgata Clementina (1592) 

Vulgata Sixtina
Incipit del Vangelo secondo Giovanni, Vulgata Clementina, edizione 1922

Dopo la Riforma, quando la Chiesa cattolica si sforzò di contrattaccare le dottrine del Protestantesimo, la Vulgata venne riaffermata nel Concilio di Trento come l'unica versione autorizzata latina della Bibbia. Per ribadire tale autorizzazione il concilio richiese al Papa una versione standard per porre fine alla varietà di innumerevoli edizioni prodotte durante il medio evo e il rinascimento. L'edizione venne commissionata dal Papa Sisto V (1585-1590), e pertanto fu chiamata Vulgata Sistina (Biblia Sacra Vulgatae Editionis Sixti Quinti Pontificis Maximi iussu recognita atque edita). Si basò sulla edizione di Robertus Stephanus (1528), corretta in base alla versione greca. Il lavoro però fu affrettato e risentì di numerosi errori di stampa. Venne pertanto intrapresa una nuova edizione che venne portata a termine all'inizio del pontificato di Clemente VIII (1592-1605). L'edizione prodotta è detta Vulgata Sisto-Clementina, o semplicemente Vulgata Clementina, nonostante il nome di papa Sisto compaia nel titolo completo. Clemente dispose la pubblicazione di tre edizioni: 1592, 1593, 1598. Al di là delle singole e minute varianti testuali, la Clementina differisce dalle edizioni precedenti per due particolari: le prefazioni di Girolamo furono raccolte all'inizio; i libri apocrifi di 3-4 Esdra e laPreghiera di Manasse furono spostati in appendice. Il salterio, al pari delle precedenti edizioni della Vulgata, era il Gallicanum. La Clementina divenne dal 1592 la versione ufficiale adottata dal rito latino della Chiesa cattolica e fu soppiantata solo nel 1979, quando fu promulgata la Nova Vulgata.

Edizioni successive (XVII-XX secolo) 

Martinay e Pouget, della congregazione di s. Mauro, pubblicarono a Parigi la cosiddetta versione Maurista (1693-1706). Tra il 1734 e il 1742 il gesuita italiano Domenico Vallarsi pubblicò a Verona una nuova versione che, sebbene di qualità superiore alla maurista, tralasciava sovente di adattare il testo latino ai manoscritti greci allora disponibili. In seguito furono pubblicate molte altre versioni parziali, limitate al Nuovo Testamento. Tra queste, degne di particolare nota sono l'edizione Tischendorf del 1864 e l'edizione Oxford del 1889, curata da J. Wordsworth e H.J. White, limitata al solo Nuovo Testamento.

Nel 1907 papa Pio X commissionò ai monaci benedettini della Abbazia di s. Girolamo a Roma una nuova edizione critica della Vulgata, da usarsi come base per una revisione della Clementina.

Nova Vulgata (1979) 

Nel 1965, verso la conclusione del Concilio Vaticano IIpapa Paolo VI commissionò una revisione della Vulgata in accordo con i moderni criteri esegetici e filologici. Il lavoro si basò sull'edizione critica del 1907 di Pio X. Il primo volume della Nova Vulgata, conosciuta anche come Neovulgata, (titolo completo Bibliorum Sacrorum nova vulgata editio), il Salterio, fu pubblicato nel 1969, e l'intero testo fu completato nel 1979.[7] A partire da tale data l'edizione costituisce la versione ufficiale per la liturgia latina della Chiesa cattolica.

La Nova Vulgata non contiene i libri apocrifi di 3-4 Esdra e la Preghiera di Manasse, che già nell'edizione Clementina erano stati collocati in appendice. Il testo di Tobia e Giuditta è tratto dalla Vetus Latina, invece che dalla traduzione di Girolamo.

Circa la metodologia traduttiva, per tutti i libri la versione latina viene armonizzata con le edizioni critiche dei testi originali in ebraico, aramaico, greco. In alcuni loci, però, la Nova Vulgata opta per traduzioni ad sensum, a discapito del testo originale.

Nel 2001, in un documento ufficiale della Santa Sede venne ribadita la centralità nel culto cattolico del testo latino, nella fattispecie della Nova Vulgata, al quale le traduzioni bibliche nelle varie lingue nazionali dovevano fare riferimento.

Vulgata Stuttgartensia (1994) 

Attualmente particolarmente conosciuta e affermata è l'edizione critica della Vulgata realizzata dalla Deutsche Bibelgesellschaft di Stuttgart (Società Biblica tedesca di Stoccarda), parimenti nota per la realizzazione della BHS (Biblia Hebraica Stuttgartensia) e di una edizione critica della Bibbia Settanta. L'edizione, pubblicata nel 1994 e curata da Roger Gryson Robert Weber, è titolata Biblia Sacra Vulgata (ISBN 3-438-05303-9).

Il testo base è quello dell'edizione benedettina del 1907, commissionata da Pio X (riferimento anche della Nova Vulgata), integrato per il Nuovo Testamento dall'edizione di Oxford del 1889, curata da J. Wordsworth e H. J. White.

In quanto testo critico, la Vulgata Stuttgartensia tenta di riproporre il testo primitivo diGirolamo attraverso il confronto dei vari manoscritti pervenutici, primariamente il Codex Amiatinus, purgandolo degli inevitabili errori e glosse amanuensi.

Un'importante caratteristica della Vulgata Stuttgartensia è l'inclusione dei prologhi originali di Girolamo, generali (a Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, Pentateuco, i Vangeli) e specifici per i principali libri biblici. Nelle edizioni medievali tali prologhi non mancavano mai ed erano riveriti quasi al pari dei testi biblici veri e propri. A confronto con la Clementina, la Stuttgartensia conserva sovente un'ortografia di stampo medievale: usa oe invece di ae, conserva la Hiniziale di alcuni nomi propri (p.es. Helimelech invece di Elimelech), mantiene uno stile metrico non corretto, come attestato nei manoscritti. Per il salterio viene presentata una doppia versione, quella Gallicana e quella direttamente dal testo ebraico. Le due traduzioni sono stampate su pagine affiancate, in modo da permettere un'immediata comparazione delle varianti. Contiene anche i testi apocrifi non presenti nella Clementina: Salmi 151, Lettera ai Laodicesi, 3-4 Esdra, Preghiera di Manasse.

Per tali divergenze con la versione classica Clementina, sebbene si mostri vicina alla Nova Vulgata, la Stuttgartensia può risultare inusuale agli studiosi di matrice cattolica.

Uno dei motivi della particolare diffusione e ufficialità che la versione Stuttgartensia ha guadagnato tra i biblisti, oltre all'indiscussa serietà e affidabilità della Deutsche Bibelgesellschaft, è il fatto che tale versione è stata riversata su supporto digitale ed è dunque facilmente consultabile e utilizzabile per ricerche varie.