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9. Oh, che gran sollievo, figlie mie, essere libere da questi pesi, anche per aver pace quaggiù! Quanto poi alla tranquillità che ne deriva per affrontare il nostro ultimo giorno di vita, è tale da non potersi immaginare. I ricchi sono gli schiavi e voi le padrone: lo vedrete da quanto segue. Chi è più tranquillo, un gentiluomo che si vede servire a tavola tutto il cibo di cui deve nutrirsi, e al quale vengono portati tutti gli indumenti di cui deve rivestirsi, o il suo amministratore che è obbligato a rendergli conto anche di un solo maravedì? Il primo spende senza misura, perché i denari sono suoi; il povero amministratore è quello che ne soffre il peso, e quanto maggiori sono i beni di fortuna, tanto più deve stare attento quando viene il momento di presentare i conti; specialmente se riguardano molti anni ed egli è un po’ sbadato. Il passivo è talvolta considerevole. Non so come possa aver pace. Figlie mie, non andate oltre senza ringraziare molto nostro Signore, e proseguite nel vostro attuale tenore di vita che è quello di non possedere mai nulla in particolare. Qui, senza alcuna preoccupazione, ci nutriamo del cibo che il Signore ci manda. E poiché Sua Maestà, come ha cura di non farci mancare nulla, così fa in modo che la quantità non sia tale da crearci la preoccupazione di darne agli altri, non dobbiamo render conto di quel che ci avanza.
10. L’essenziale, figlie mie, è contentarci di poco: non dobbiamo voler tanto come coloro che hanno uno stretto conto da rendere, quale appunto è la condizione di ogni ricco, anche se non spetta a lui farlo in questo mondo, ma ai suoi amministratori. E che conto rigoroso! Se egli ne fosse consapevole non consumerebbe i suoi pasti con tanto piacere né si prodigherebbe a spendere i suoi beni in cose inopportune e frivole. Da parte vostra, figlie mie, fate sempre attenzione a contentarvi di quanto vi è di più povero sia nei vestiti, sia nei cibi, altrimenti resterete deluse, perché Dio non vi provvederebbe di nulla e vi sentireste insoddisfatte. Cercate di servire sempre Sua Maestà in modo da non mangiare il pane dei poveri senza averlo guadagnato, anche se il vostro servizio è certo insufficiente a meritarvi la pace e la tranquillità che il Signore vi concede, esonerandovi dal rendere conto delle ricchezze. So bene che ne siete convinte, ma è necessario che di tanto in tanto ne ringraziate molto Sua Maestà.