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18. È vero che non possiamo essere esenti da difetti, ma almeno facciamo in modo che ci sia un mutamento in essi, onde evitare che mettano radici, perché allora sarebbe ben più difficile estirparli e potrebbero anche farne nascere molti altri. Se infatti piantiamo un’erba o un alberello e li innaffiamo ogni giorno, essi crescono tanto che poi, per sradicarli, occorrono vanghe e zappe. Così mi pare che avvenga quando commettiamo ogni giorno la stessa mancanza, per piccola che essa sia, senza cura di emendarcene, mentre se la commettiamo un giorno o dieci e poi la sradichiamo, la cosa è facile. Dovete chiedere questa grazia al Signore nell’orazione, perché con le sole nostre forze possiamo ben poco; siamo piuttosto capaci di aggiungere mancanze che di evitarle. Badate che in quel terribile giudizio che avrà luogo nell’ora della morte non ci sembrerà cosa di poca importanza, specialmente a noi che il Giudice ha scelto in questa vita come spose.
19. Oh, grande dignità, tale da stimolarci a far di tutto per contentare questo nostro Re e Signore! Ma come pagano male la sua amicizia quelle persone che così presto tornano ad essere sue mortali nemiche! È davvero grande la misericordia di Dio: quale amico potremmo trovare altrettanto paziente? Se ciò avvenisse anche una volta sola fra due amici, non lo dimenticherebbero mai più, né riuscirebbero ad avere la stessa intima amicizia di prima. Quante volte, invece, manchiamo a quella di nostro Signore in questo modo e da quanti anni egli continua ad aspettarci! Siate voi benedetto, mio Signore e mio Dio, che ci sopportate con tanta pietà da sembrare che dimentichiate la vostra grandezza per non castigare come si merita un così grave tradimento! Tale stato mi sembra assai pericoloso perché, pur essendo la misericordia di Dio quella che costatiamo, vediamo pure molte volte morire queste persone nelle loro ricadute, senza confessione. Ci liberi Sua Maestà, per quello che egli è, figlie mie, dal vivere in uno stato così pericoloso!
20. Vi è un’altra specie di amicizia, superiore a questa, che è quella delle persone che si guardano dall’offendere il Signore mortalmente: coloro che sono arrivati ad avere una tale precauzione, visto come va il mondo, hanno fatto già molto. Tuttavia queste persone, come credo, anche se si guardano dal commettere peccati mortali, non evitano di cadervi di quando in quando, perché non si preoccupano affatto dei peccati veniali, pur commettendone molti ogni giorno; pertanto sono vicinissime ai peccati mortali. Dicono – e ne ho sentite molte –: «Fate caso di questo? Ma per questo c’è l’acqua benedetta e gli altri rimedi che tiene in serbo la Chiesa, nostra madre». Tutto ciò è, certo, da deplorare profondamente. Per amor di Dio, fate molta attenzione a non lasciarvi andare a commettere un peccato veniale, per leggero che sia, con il pensiero che esiste questo mezzo per porvi rimedio: perché non è giusto che il bene ci serva di occasione per fare il male. Ricordarvi, una volta commesso il peccato, di tale rimedio e farvi subito ricorso, questo sì.