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12. Centro dell’anima è Dio. Quando essa lo raggiunge secondo la capacità del suo essere e la forza della sua attività e inclinazione, tocca il centro più profondo e ultimo che possa raggiungere in Dio. Ciò si verificherà quando avrà impiegato tutte le sue forze a conoscere, amare e godere Dio. Finché non arriva a tale meta – cosa che non avviene in questa vita terrena, ove l’anima non può arrivare a Dio nella misura di tutte le sue forze –, essa può trovarsi sì nel suo centro, che è Dio, a motivo della grazia e della comunicazione con cui egli la gratifica; ma avendo ancora movimento e forza per entrare in lui maggiormente, l’anima non è soddisfatta, perché, anche se è nel suo centro, non è nel più profondo e le è possibile penetrare ulteriormente nelle profondità di Dio.
13. Bisogna ricordare che l’amore è un’inclinazione dell’anima, una forza o capacità che essa possiede per andare a Dio, perché si unisce a lui mediante l’amore. Ciò spiega perché, quanto più intenso è il suo amore, tanto più penetra nelle profondità di Dio e si concentra in lui. Possiamo allora dire che, quanto più sono i gradi d’amore a cui un’anima può giungere, tanto più intimi sono i gradi del centro divino ove essa penetra, perché più forte è l’amore, più unisce a Dio. In questo senso possiamo comprendere la parola del Figlio di Dio, il quale dice che nella casa del Padre vi sono molte dimore (Gv 14,2). Ora, perché l’anima sia nel suo centro, che è Dio, in base a quanto ho detto, è sufficiente che abbia un grado d’amore, perché con uno solo già si unisce a lui per grazia. Se ne possiede due, si unirà a Dio immergendosi più profondamente in direzione del suo centro. Se ne possiede tre, arriverà a un grado più profondo ancora. In breve, quando arriverà all’ultimo grado, sarà ferita nel centro più profondo di se stessa dall’amore di Dio. Allora sarà trasformata e illuminata, per quanto è capace, nel suo essere, nelle sue potenze e nelle sue virtù, in modo da divenire simile a Dio. Le accade come al cristallo puro e senza macchie, quando è investito dalla luce: più luce esso riceve, più la concentra in se stessa e tanto più s’illumina. Può avvenire che riceva una tale abbondanza di luce da sembrare tutto trasformato in luce, sì da non distinguersi più, perché brillando di luce tutto il possibile, diviene pari ad essa.