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17. O tocco delicato, o Verbo, Figlio di Dio, che con la delicatezza del tuo essere divino penetri sottilmente la sostanza della mia anima e, toccandola tutta con delicatezza, l’assorbi completamente in te e adoperi mezzi del tutto divini per colmarla di delizie e soavità mai sentite in terra di Canaan né mai viste in Teman (Bar 3,22)! O tocco delicato e divinamente delicato del Verbo, tanto più delicato in me in quanto tu facevi sobbalzare i monti e spaccavi le rocce sul monte Oreb con l’ombra del tuo potere e la forza che lo precedeva, in modo più soave e forte ti facesti sentire dal profeta nel soffio leggero del vento (1Re 19,11-12)! O soffio leggero, che sei così fine e delicato, dimmi: come puoi toccare così sottilmente e delicatamente, o Verbo, Figlio di Dio, pur essendo così terribile e potente? O felice, mille volte felice, Signor mio, l’anima che tocchi così delicatamente e dolcemente, pur essendo così terribile e potente! Dillo al mondo, anzi no, non glielo dire, perché non sa nulla del soffio delicato né può sentirti, perché è incapace di accoglierti e di vederti (Gv 14,17)! O mio Dio, vita mia! Potranno sentire e vedere il tuo tocco soave solo quelli che, allontanatisi dal mondo, saranno divenuti più sensibili. Simili a te, delicati simili al Delicato, potranno così conoscerti e goderti. Il tuo tocco sarà tanto più delicato, quanto più sarà affinata, pulita e purificata la sostanza della loro anima, distaccata da ogni creatura, da ogni sua ombra o contatto. Tu ti nascondi in queste anime e dimori in esse, come pure tu nascondi queste anime nel segreto del tuo volto, che è il Verbo, lontano dagli intrighi degli uomini (Sal 30,21).
18. O tocco mille e più volte delicato, tanto più forte e poderoso quanto più delicato, dal momento che con la forza della tua delicatezza liberi e allontani l’anima da tutti gli altri contatti con le cose create! Tu la riservi solo per te, per unirla solo a te! E produci in essa un effetto e un retrogusto talmente delicati che qualsiasi altro tocco di cose superiori o inferiori le sembra grossolano e impuro. La vista di tali cose la disturba; e soffre pena e un grave tormento nel doversene occupare o nel toccarle.