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I DUE STENDARDI

Ed eccoci ai due stendardi: quello di Cristo Re e quello del demonio. Quale dei due seguiremo nella vita, durante i pochi anni - e non sap­piamo quanti - che il Buon Dio ci lascia sulla terra? Chi seguiremo? Nostro Signore Gesù Cristo e la sua santissima Madre, la Vergine Ma­ria e Regina del Cielo? Oppure il demonio?

Si passa allora a considerare ciò che avviene nel mondo, nella realtà. Quanti uomini, ingannati dalle illusioni del mondo e dalle cose sensibi­li, non vanno oltre a ciò che vedono con gli occhi: i beni del mondo, le ricchezze, le voluttà... tutto ciò li attira e non cercano di andare oltre, non vogliono cercare oltre. Se ricercassero la realtà al di là degli oggetti sensibili che li circondano, sarebbero costretti a porsi inquietanti inter­rogativi; ma non vogliono problemi, preferiscono chiudere gli occhi e avanzare come ciechi piuttosto di riflettere sulle grandi realtà della vita e dell'eternità. Ma noi non possiamo, non vogliamo, perché sappiamo di essere stati battezzati nel sangue di Gesù Cristo. Non c'é dunque al­tra scelta: seguire nostro Signore, seguire lo stendardo di Cristo Re, il nostro Re, e della Madonna, la nostra Regina.

Questo, evidentemente, richiede un'elezione, come prevista nella se­conda settimana. Elezione importante, grave, che impegna tutta una vi­ta: sapere dove il Buon Dio ci chiama, se alla vita religiosa o sacerdota­le - vita completamente consacrata al Regno di nostro Signore e al suo servizio - oppure a quella matrimoniale; due vie che vincolano defini­tivamente, per tutta la vita! È dunque importante per i giovani riflettere seriamente a questo scopo.

Senza dubbio i più sono chiamati al matrimonio, ed è per questo che si medita specialmente la Sacra Famiglia. Che meraviglioso modello! Quando pensiamo che Gesù ha vissuto in famiglia per trent'anni sui trentatre della sua vita... con sua Madre e san Giuseppe, suo padre pu­tativo! È veramente una grande lezione per chi vive nel matrimonio. Nostro Signore ci ha dato l'esempio della vita in famiglia; la Madonna, l'esempio della madre di famiglia; san Giuseppe, del padre di famiglia. Nel silenzio, nella gioia, nella pace, nell'unione: così il Signore ha vis­suto per trent'anni. Poi, gli ultimi tre anni, quando ha veramente ini­ziato ad esercitare il sacerdozio. Quanti intraprendono la vita religiosa o sacerdotale devono considerare con particolare attenzione i tre anni della sua vita pubblica.

I giovani sono di fronte ad una grande scelta. Ma per gli altri che so­no già in una via definitiva, perché l'elezione? Per sapere se, nella real­tà quotidiana, stanno veramente seguendo il cammino del Cielo!

Non basta essere definitivamente orientati verso il sacerdozio, la vita religiosa o il matrimonio per sentirsi sicuri di andare in paradiso! No, vi è ancora una quantità di scelte da operare, di decisioni da prendere: in famiglia, sull'educazione dei figli, in merito alla nostra professione, ai beni che possediamo... tutte cose che possono avere un peso per l'eter­nità. Bisogna quindi esaminare tante cose e saper prendere la strada che conduce alla vita eterna; dobbiamo raggiungere il fine per il quale sia­mo stati creati. Ecco le riflessioni da fare durante la seconda settimana. È la meditazione dei misteri gaudiosi. Seguiranno i misteri dolorosi nel­la terza settimana e, infine, i misteri gloriosi.

La terza settimana è particolarmente importante perché ci pone di fronte ciò che dobbiamo sempre contemplare: la croce di nostro Signo­re Gesù Cristo. Gesù è sceso in terra per morire e versare il sangue per noi. Noi pure abbiamo bisogno della sua croce, non possiamo farne a meno: è la via che il Signore ha voluto prendere, è la sua vita, il suo tro­no, la via del Cielo. Non ha voluto prenderne altre: per giungere alla Risurrezione è passato attraverso la Passione e. la croce. Allora anche per noi, che ancora non siamo giunti alla Risurrezione, non c'è altra via che quella della croce. E che gran speranza, che profonda gioia poterci

unire a Gesù fin da questa vita, nelle gioie e nelle difficoltà! Sempre uniti a Gesù e a Maria: seguirli nella Via Crucis e offrire noi stessi in unione a Gesù.

Oggi, in modo particolare, dobbiamo soffrire, soffrire moralmente per la situazione della Chiesa ad esempio. Questa situazione dolorosa è una vera sofferenza quotidiana. Anche noi dobbiamo portare la croce col Signore che la porta vedendo la Chiesa: non è possibile che nostro Signore e la Madonna non siano addolorati vedendo ciò che succede oggi nella Chiesa, questa Passione della Chiesa! Anche noi soffriamo, soffriamo con Gesù, portiamo la nostra croce. Per far ciò abbiamo bi­sogno di contemplare Gesù crocifisso; per questo si rende presente sugli altari, per questo ci ha lasciato il santo sacrificio della Messa, che rin­nova il sacrificio della Croce, e per questo ci chiede di partecipare alla Vittima con la santa comunione: ci cibiamo di nostro Signore crocifis­so, la Vittima, e uniti a Lui portiamo ogni giorno la nostra croce. Non nell'amarezza o nello scoraggiamento, ma con la speranza che, uniti a Gesù nella croce, lo saremo anche nella sua Risurrezione e gloria.

Per questo motivo l'ultima settimana ci presenta la Risurrezione, l'Ascensione e la gloria di nostro Signore e dei santi nella beatitudine eterna. Il cuore si riempie allora di speranza. In questa breve vita terre­na dobbiamo operare una scelta, prendere una decisione, fare l'elezio­ne. Facendolo coraggiosamente, portando la croce con Gesù, parteci­peremo un giorno alla sua gloria e Risurrezione.

Ecco cosa sono gli Esercizi, è semplice! Sono la vita cristiana vissuta, la vita cristiana davanti alle grandi realtà eterne, quelle realtà che stan­no di fronte ad ogni uomo. Ma quanti sono ciechi! Quanti le ignorano! Quanti non ne tengono conto! Allora noi, che abbiamo ricevuto dal Si­gnore la grazia particolare di conoscere e capire queste cose, di credere in Lui, dobbiamo essere riconoscenti e innalzare un inno di ringraziamento! E non dobbiamo conservare questa grazia solo per noi, ma trasformiamoci in apostoli! Apostoli per le nostre famiglie, per il prossimo, per tutti coloro che ci circondano e anche apostoli per il mondo intero. Nella sofferenza, nelle malattie e nelle difficoltà offriamo le angosce e la vita per le anime, affinché siano illuminate e si salvino con nostro Signore Gesù Cristo. Ecco l'ideale della vita cristiana, la sua bellezza, la sua grandezza!