00 20/10/2013 20:36

In secondo luogo, se Paolo intendeva escludere la tradizione come una cosa non profittevole, allora dovremmo chiederci perché Paolo usa tradizione orale non-biblica in questo stesso capitolo. I nomi Ianne e Iambre non si trovano nell'Antico Testamento, eppure in II Timoteo 3:8 Paolo riferisce che si opposero a Mosè. Paolo sta traendo dalla tradizione orale che i nomi dei due più prominenti maghi egiziani del racconto dell'Esodo (cap. 7-8) fossero "Ianne" e "Iambre." [2] E questa non è in alcun modo l'unica volta in cui una fonte non-biblica è usata nel Nuovo Testamento: l'istanza più nota è nell'Epistola di San Giuda, che cita dal Libro di Enoch (Giuda 14,15 cf. Enoch 1:9).


Quando la Chiesa canonizzò ufficialmente i libri della Scrittura, il proposito principale per stabilire una lista autorevole di libri da ricevere come Sacra Scrittura era quello di proteggere la Chiesa da libri spurii che vantavano un'autorità apostolica, ma che erano di fatto opera di eretici (per esempio, il Vangelo di Tommaso). I gruppi eretici non potevano basare i loro insegnamenti sulla Santa Tradizione, poiché i loro insegnamenti avevano origine dal di fuori della Chiesa, cosicché l'unico modo di vantare una base di autorità per le loro eresie era di distorcere il significato delle scritture e di fabbricare nuovi libri a nome di apostoli o di santi dell'Antico Testamento. La Chiesa si difese contro gli insegnamenti eretici appellandosi alle origini apostoliche della Santa Tradizione (provata dalla Successione Apostolica, ovvero il fatto che i vescovi e i dottori della Chiesa possono dimostrare storicamente la loro discendenza diretta dagli Apostoli), e appellandosi alla universalità della Fede ortodossa (e cioè che la fede ortodossa sia la stessa fede che i cristiani ortodossi hanno sempre accettato attraverso tutta la storia e in tutto il mondo). La Chiesa si difese da libri spurii ed eretici stabilendo una lista autorevole di libri sacri, che furono ricevuti dalla Chiesa come divinamente ispirati e di genuina provenienza dall'Antico Testamento o dagli apostoli.


Stabilendo la lista canonica delle Sacre Scritture, la Chiesa non intendeva implicare che tutta la Fede cristiana e tutte le informazioni necessarie al culto e al buon ordine nella Chiesa vi fossero contenute. [3] Un dato al di là di seri dubbi è che al tempo in cui la Chiesa stabilì il Canone delle Scritture, essa era essenzialmente nella propria fede e culto indistinguibile dalla Chiesa dei periodi successivi: questa è una certezza storica. Per quanto riguarda la struttura dell'autorità della Chiesa, la questione del Canone fu risolta da vescovi ortodossi, (e quindi da tutta la Chiesa intera, Cattolica, cioè Universale) riuniti in vari concili - e questo è fino a oggi il modo in cui nella Chiesa ortodossa si risolve qualsiasi questione di dottrina o disciplina.


b) Qual'era il proposito degli scritti del Nuovo Testamento?


Negli studi biblici protestanti si insegna (e in questo caso penso che sia un insegnamento corretto) che quando studi la Bibbia, tra molte altre considerazioni, devi considerare il genere (o tipo letterario) della letteratura che stai leggendo in un passo particolare, poiché generi differenti hanno usi differenti. Un’altra considerazione, naturalmente, è il soggetto e proposito del libro o passo di cui stai trattando. Nel Nuovo Testamento abbiamo quattro ampie categorie di generi letterari: vangelo, narrazione storica (Atti), epistola, e il libro apocalittico/profetico, la Rivelazione. I Vangeli furono scritti per testimoniare la vita, morte e risurrezione di Cristo. Le narrazioni storiche bibliche raccontano la storia del popolo di Dio e anche le vite di figure significative in tale storia, mostrando la provvidenza di Dio in mezzo a tutto ciò. Le Epistole furono scritte soprattutto per rispondere a problemi specifici sorti in varie Chiese; pertanto, le cose che erano date per scontate e capite da tutti, e non erano considerate problemi, non venivano generalmente trattate in dettaglio. Le questioni dottrinali che venivano trattate erano di solito dottrine discusse o mal comprese. [4] Le questioni di culto venivano trattate solo quando c’erano problemi ad esse legati (per esempio, I Corinzi 11-14). Gli scritti apocalittici (come la Rivelazione) furono scritti per mostrare il trionfo ultimo di Dio nella storia.


Prima di tutto, notiamo che nessuno di questi generi letterari presenti nel Nuovo Testamento hanno il culto come oggetto principale, e che essi non avevano lo scopo di offrire dettagli sul culto nella Chiesa. Nell’Antico Testamento vi sono trattati dettagliati (anche se non del tutti esaustivi) sul culto del popolo di Israele (e.g. Levitico, Salmi) e nel Nuovo Testamento vi sono solo magri cenni al culto dei primi cristiani. E perché? Certamente non perché mancassero di una regola nei propri servizi: gli storici della liturgia hanno accertato che i primi cristiani continuavano a compiere atti di culto rigidamente basati sullo schema del culto ebraico ereditato dagli Apostoli. [5] Tuttavia, anche i pochi riferimenti al culto della Chiesa primitiva nel Nuovo Testamento mostrano che, lungi dall’essere un gruppo selvaggio di "pentecostali" di libero spirito, i cristiani nel Nuovo Testamento avevano lo stesso culto liturgico dei loro antenati: osservavano le ore di preghiera (Atti 3:1); partecipavano al culto del tempio (Atti 2:46, 3:1, 21:26); e nelle sinagoghe (Atti 18:4).


Dobbiamo anche notare che nessuno dei tipi di letteratura presenti nel Nuovo Testamento ha come proprio scopo l’istruzione dottrinale completa, e che non vi si trovano un catechismo o una teologia sistematica. Se tutto ciò di cui abbiamo bisogno come cristiani è la Bibbia da sola, perché non vi si trova qualche dichiarazione dottrinale completa? Immaginate quanto facilmente tutte le varie controversie si sarebbero risolte se la Bibbia avesse dato una risposta chiara alle domande dottrinali. Ma per convenienti che fossero, queste cose non si trovano tra i libri della Bibbia.


Che nessuno fraintenda il ragionamento che stiamo facendo: niente di quanto diciamo è inteso a minimizzare l’importanza delle Sacre Scritture: che Dio ce ne scampi! Nella Chiesa Ortodossa le Scritture sono ritenute pienamente ispirate, inerranti e autorevoli; ma il fatto è che la Bibbia non contiene in sé un insegnamento su ogni punto di importanza per la Chiesa. Come già detto, il Nuovo Testamento dà pochi dettagli sul culto: ma questa non è certo una questione minore. Inoltre, la Chiesa che ci ha tramandato le Sacre Scritture, e le ha conservate, è la stessa Chiesa dalla quale abbiamo ricevuto i nostri modelli di culto. Se mettiamo in discussione questa fedeltà della Chiesa nel conservare il culto apostolico, allora dobbiamo mettere anche in discussione la sua fedeltà nel conservare le Scritture. [6]


continua...