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I brani sopra citati non menzionano quali sono i libri da ritenere sacri ed ispirati, e che compongono il "tutto" a cui accennano. Si tratta di espressioni che non fanno certo riferimento a un corpo definito di Sacre Scritture. Infatti alla definizione di tutti i libri del NT si è arrivati all’inizio del quinto sec. dopo molte riflessioni e considerazioni circa l’ammissibilità al canone di taluni libri, tra cui Ebrei, Apocalisse, Giuda, Giacomo, 2 Pietro, 2 e 3 lettera di Giovanni. Fino alla determinazione di tutti i libri del canone sacro sono trascorsi almeno 4 secoli. Sorge legittima la domanda: Chi ha garantito la completezza del messaggio divino fino a quel momento? Ovviamente l’insegnamento orale nell’ambito della Chiesa.

Paolo in At 20,27 non parla di scritti ma di annunzio orale.

Luca in At 1,1 ovviamente non ha la pretesa di raccontare "tutto " in senso assoluto; altrimenti escluderebbe quello che hanno raccontato gli altri scrittori sacri, e contraddirebbe Gv.21,25 che afferma: "Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere."

 

I sostenitori della "sola Scrittura" adducono inoltre i seguenti brani:

2Tim3,15ss: "tutta la Scrittura è ispirata da Dio ed utile per insegnare, riprendere, correggere, educare alla giustizia, affinchè l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.

1 Co 4,6: non praticare oltre quello che è scritto.

Ap 22,18: chiunque avrà aggiunto qualche parola….gli saranno aggiunte le piaghe…

 

Paolo, si riferisce alle Scritture ebraiche del Vecchio Testamento, e non a quelle del NT che al momento in cui egli scriveva non avevano ricevuto ancora nessun riconoscimento di ispirazione divina né di infallibilità, e in ogni caso non parla di "sola Scrittura".

Anche Gesù infatti affermava in Mt 5,18 :"… finchè‚ non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. 19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli".

Non risulta dai Vangeli che Gesù abbia mai comandato di scrivere, ma ha sempre fatto riferimento alla predicazione, all’ammaestramento, alla parola. E’ stata la Chiesa che sentendo gli scritti neotestamentari come appartenenti alla propria storia di popolo eletto, li ha sempre considerati come divinamente ispirati. Ne troviamo eco già in 2Pt 3,16.

 

Il brano di Ap. 22,18 si riferisce unicamente al libro dell’Apocalisse, (che fu riconosciuto molto tardi, dopo molte reticenze da parte di alcune chiese) e non agli altri libri biblici, anche se oggi noi vogliamo estenderne il riferimento a tutta la Scrittura successivamente riunita in un unico testo.

 

Precisiamo che la Chiesa cattolica ha sempre escluso che si possano aggiungere o togliere parti alla Scrittura così come essa ha riconosciuto che fosse, ribadendo col Concilio di Trento quali dovessero essere le parti da ritenersi ispirate da Dio. I tentativi di togliere, aggiungere o mettere in dubbio sono stati molti nel corso della storia, e dobbiamo dare atto alla Chiesa che abbia difeso, custodito e mantenuto la Scrittura in quella forma con cui è stata trasmessa attraverso i secoli e quale oggi noi la possediamo.

 

Ma vediamo ora un altro aspetto della questione: vi sono diversi brani biblici che attestano la necessità di far riferimento all’insegnamento delle persone autorizzate per la corretta comprensione del messaggio divino, non solo espresso attraverso lo scritto ma anche attraverso la predicazione.

1TIM.3.15 …NELLA CASA DI DIO, CHE E’ LA CHIESA…COLONNA E FONDAMENTO DELLA VERITA’

2PT.1.20 NESSUNA SCRITTURA PROFETICA VA SOGGETTA A PRIVATA SPIEGAZIONE…

GV.16.12 LO SPIRITO SANTO VI GUIDERA’ IN OGNI VERITA’

2TES.2.15 STATE SALDI E MANTENETE LE TRADIZIONI CHE AVETE APPRESO SIA DALLA NOSTRA PAROLA CHE DALLA NOSTRA LETTERA.

1TES.2.13 AVENDO RICEVUTO DA NOI LA PAROLA DELLA PREDICAZIONE, L’AVETE ACCOLTA NON COME PAROLA DI UOMINI..MA DI DIO.

2TIM.2.1 LE COSE CHE HAI UDITO DA ME…TRASMETTILE A PERSONE FIDATE CHE SIANO IN GRADO DI AMMESTRARE ANCHE GLI ALTRI.

2TIM.3.4 TU RIMANI SALDO IN QUELLO CHE HAI IMPARATO SAPENDO DA CHI L’HAI APPRESO.

ROM.16.17 GUARDATEVI DA COLORO CHE PROVOCANO DIVISIONI E OSTACOLI CONTRO LA DOTTRINA CHE AVETE APPRESO.

A conferma di questo possiamo trovare nella scrittura alcuni passi in cui talune decisioni vengono rinviate ad interventi orali di cui non si hanno notizia scritta; vediamole:

 

1Cor.11,34 …Quanto alle altre cose, le sistemerò alla mia venuta.

 

3 Gv.13 …Molte cose avrei da scriverti, ma non voglio farlo con inchiostro e penna. 14 Spero però di vederti presto e parleremo a viva voce.

Nel seguente passo Paolo fa riferimento ad una lettera inviata ai Laodicesi di cui il testo scritto non ci è pervenuto:

Col. 4,15 Salutate i fratelli di Laodicea e Ninfa con la comunità che si raduna nella sua casa. 16E quando questa lettera sarà stata letta da voi, fate che venga letta anche nella Chiesa dei Laodicesi e anche voi leggete quella inviata ai Laodicesi.

 

Si potrebbe concludere o che questo testo non fosse ispirato, o che non sia giunto fino a noi perché inutile; ma la conclusione più ovvia è che il contenuto di questa lettera di Paolo, che è andata persa, è rimasta scritta nella vita della chiesa secondo il detto di Paolo in 2 CORINTI 3,2ss

La nostra lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini. 3 E` noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori.