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Nella narrativa contemporanea

Il primo concilio ha assunto una certa notorietà nel 2003, grazie al romanzo di Dan Brown Il codice da Vinci. Nel romanzo si sostiene che "fino a quel momento, Gesù era visto come un profeta mortale dai suoi seguaci... un grande e potente uomo, ma sempre un uomo. Un mortale. La sua definizione come "il figlio di Dio" fu ufficialmente proposta e votata al concilio di Nicea". Il romanzo afferma quindi che la divinità di Gesù sia stata ottenuta dopo una votazione al concilio, con un margine stretto, e che Costantino avrebbe condizionato il voto per consolidare il suo potere.

In realtà la divinità di Gesù fu affermata dagli apostoli quasi subito dopo la sua morte. Anche lo storico latino Plinio il Giovane, vissuto a cavallo tra il primo e il secondo secolo, parlando dei cristiani, afferma che "cantano un inno a Cristo come ad un dio"[22].

La versione più accreditata tra gli storici è che Costantino convocò il concilio per risolvere la disputa sulla natura di Gesù, ovvero se fosse "fatto" (cioè creato) o "generato", e non ci furono votazioni, ma piuttosto una discussione, per redigere un "Credo", che fu infine firmato da tutti i partecipanti tranne due.