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L'insegnamento del Magistero ecclesiastico

 

20. La Costituzione Dei Filius, approvata nel Concilio Vaticano I (1869-1870), dichiara: "La Santa Madre Chiesa tiene e insegna che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza col lume naturale della ragione umana attraverso le cose create".

 

21. Questa verità è talmente vincolante per ogni cattolico che è prevista la scomunica per coloro che la contestano: "Se qualcuno dirà che Dio uno e vero, Creatore e Signore nostro, non può essere conosciuto con cer­tezza col lume naturale della ragione umana per mezzo delle cose che sono state fatte, sia anatema" (Concilio Vaticano 1, Canone 1). Qui anatema equivale a scomunica.

 

22. Affermando che la ragione umana, basandosi solo sulle sue capacità, è in grado di giungere alla certezza intellettuale dell'esistenza di Dio, il Concilio non intende per ciò stesso sostenere che questo sia un compito facile. E nemmeno intende dire che tutti gli uomini, di fatto, arrivano con la sola ragione alla certezza dell'esistenza di Dio. Il Concilio si limita a dichiarare solo il potere che ha la ragione.

 

23. Nel giuramento antimodernista del 1910, san Pio X insegna: "E in primo luogo: professo che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere certamente conosciuto, e perciò se ne può dimostrare l'esistenza, con il lume naturale della ragione ‘attraverso le cose create’ (cf Rm 1,20), cioè attraverso le opere visibili della Creazione, come causa attraverso gli effetti".

 

24. Pio XII scrive nell'Enciclica Humani generis del 12 agosto 1950: "Tutti sanno quanto la Chiesa apprezzi il valore della ragione umana, alla quale spetta il compito di dimostrare con certezza l'esistenza di un solo Dio personale".

 

25. II Concilio Vaticano II (1962-1965) riprende gli insegna­inenti del Magistero e li conferma ulteriormente: "Dio il quale crea e con­serva tutte le cose per mezzo del Verbo offre agli uomini nelle cose create una perenne testimonianza di Se" (Dei Verbum, n. 3).

 

26. E ancora: "Il Sacro Sinodo professa che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza col lume naturale dell'u­mana ragione dalle cose create" (Dei Verbum, n. 6).

 

27. Anche Paolo VI, in una delle catechesi del Mercoledì, inse­gnava: "Come si fa, come si fa a conoscere Dio? Questa è la grande que­stione che tormenta lo spirito moderno (...). Dovremo rinunciare a tale con­quista? L'ateismo moderno risponde: dobbiamo rinunciare (..) invece la Chiesa non rinuncia alla conquista di Dio. Diciamo: non nega alla mente umana la capacità di arrivare alla conoscenza di Dio" (27.11.1968).

 

28. Riguardo l'esistenza di Dio il pensiero cattolico ci offre un terzo dato: l'insegnamento dei concilii e dei Papi conferma che la ragione umana è in grado di giungere alla certezza intellettuale dell'esi­stenza di Dio partendo dalla riflessione sulle cose create.

 

29. Il cattolico, ai fini della sua battaglia apologetica, memore di questo insegnamento della Chiesa, registra l'accadere, ancora una volta, di quello strano fenomeno che alcuni definiscono "eterogenesi dei fini". Ricorda che l'epoca moderna è sorta a partire dal dogma illuministico della onnipotenza della ragione, ritenuta in grado di vincere le supersti­zioni religiose e di mandare definitivamente a riposo ogni credo, dunque anche il Cattolicesimo, ritenuto dogmatico e pertanto non ragionevole. Dopo due secoli di lotta alla Religione, l'epoca moderna, di fronte ai colossali fallimenti, si è ormai conclusa con la resa della ragione e l'affer­mazione del pensiero debole. A difendere la dignità ed il potere della retta ragione è rimasta solo la Chiesa cattolica e la cultura che deriva dalla Fede.

 

30. Abbiamo tracciato i punti fondanti del pensiero cattolico in merito all'esistenza di Dio. Evidentemente, quelle che abbiamo ricordato sono certezze che non valgono per chi non crede, perché nascono dalla Sacra Scrittura, dall'insegnamento dei Santi Padri e da quello del Magi­stero ecclesiastico. Tuttavia, abbiamo ritenuto utile presentarle per due motivi:

- perché non sono pochi i cattolici che in questa materia hanno opinioni confuse, spesso vicine proprio al pensiero debole;

- perché ogni confutazione delle posizioni avverse alla Fede, missione imprescindibile di ogni cattolico, presuppone una conoscenza almeno elementare della fondatezza delle proprie convinzioni.

 

31. Ovviamente, il cattolico ha ottimi strumenti per dimostrare la fondatezza delle sue convinzioni anche a chi non crede. Per dimostrare che Dio esiste si servirà del potere della ragione, comune anche ai non credenti.

 

"Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell'uomo, per­ché l'uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l'uomo e soltanto in Dio l'uomo tro­verà la verità e la felicità che cerca senza posa". (CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA, n. 27)