GEREMIA 4:10 ...la spada è giunta fino all’anima... | ...la spada è giunta fino alla gola... | In questo, come in tanti altri versetti, il termine nephesh che in ebraico ha diversi significati (ma mai quello di componente immortale o spirituale dell’uomo), è nella TNM tradotto sempre con anima. Ciò da un lato rende alcuni versetti incomprensibili e dall’altro è causa indiretta di ambiguità. Infatti i TdG usano il fatto di rendere nefesh sempre con anima per “dimostrare” che, secondo la Bibbia, nulla dell’uomo sopravvive alla morte. Questa conclusione è illegittima anzitutto perché non può basarsi esclusivamente sul significato di questo termine. Inoltre induce a confusione: nelle lingue moderne infatti “anima” ha il significato principale dicomponente spirituale e/o immortale dell'uomo (non solo o necessariamente in senso platonico), secondariamente viene usato nel senso di “essere vivente”, ad esempio nell’espressione: “non c’è un’anima viva”. La parola ebraica nefesh può avere invece i seguenti significati: 1 - Essere vivente, uomo o animale, così come appare ai nostri sensi. 2 - Persona (uomo o donna), quando il nefesh è detto d'un essere vivente umano. 3 - Animale, quando il nefeshindica un essere vivente infraumano. 4 - Vita, sia umana che infraumana, secondo i casi, come risulta dal contesto. 5 - Tutti questi significati delnefesh possono essere espressi nelle nostre lingue coi pronomi corrispondenti io, tu, egli, ella, noi, voi, loro, essi, esso, essa, essi, esse. 6 - altri ancora come nei versetti qui citati. Per tale motivo, la maggior parte dei traduttori biblici, per maggior chiarezza e per evitare equivoci, preferiscono rendere il nefesh hayyâh con essere vivente, persona e simili che è il suo significato basilare. Alcuni traduttori usano ancora il termine anima per Genesi 2,7b, ma risulta in ogni caso evidente che il termine va inteso nel senso di composto umano o persona, non come soffio divino o anima spirituale, infatti viene detto che “l’uomo DIVENNE un’anima vivente” e non che Dio DIEDE all’uomo un’anima. Vedi ad esempio la nota a Genesi 2,7 e a Ezechiele 18,4 de La Sacra Bibbia a cura dell'Istituto Biblico, Roma ). I TdG invece, strumentalizzando la traduzione scelta dalla TNM, giocano sull'equivoco per sostenere che secondo la Bibbia non esiste alcuna componente spirituale dell’uomo (comunemente chiamata “anima”) che sopravviva alla morte... l'"anima" è quindi mortale! L'equivoco, derivato dall’abuso del termine ebraiconefesh, può essere espresso nei termini seguenti: - la Bibbia dice che nefesh/psychèmuore, - ma la nefesh/psychè è l'anima, - dunque l'anima muore. Per convincere meglio chi studia “la verità” con i TdG la TNM traduce nefesh sempre con la parola anima e così è dimostrato …che l’anima è mortale e nulla sopravvive alla morte dell’uomo…resta solo da spiegare perché Paolo fosse così desideroso di morire (escludendo istinti suicidi)! (vedi oltre). Ecco un esempio di traduzione infelice: In Genesi 1, 20-21 sta scritto: "Dio disse: Le acque brulichino di un brulichio di esseri vivi (nefesh) … E così avvenne. Dio creò i grandi cetacei e tutti gli esseri vivi (nefesh) guizzanti di cui brulicano le acque, secondo la loro specie" (Garofalo). È ovvio che qui la Bibbia parla di pesci, non di anime. La TNM rende invece così: "E Dio proseguì dicendo: Brulichino le acque di un brulichio di anime viventi (nefesh)… E Dio creava i grandi mostri marini e ogni anima vivente (nefesh) che si muove, di cui le acque brulicano secondo la loro specie". Il che non sarebbe errato in senso lessicale ma lo è in senso concettuale dal momento che in nessuna lingua moderna la parola anima indica un pesce, piccolo o grosso che sia; e neppure un animale selvatico o domestico, come per esempio la tigre, l'asino, il gatto, la pecora, ecc. Con questa traduzione infelice della parola nefesh (anima anzichéessere vivente) i TdG non hanno molta difficoltà a convincere il “cristiano medio” (che a sua volta è convinto a torto che la Bibbia insegni la dottrina platonica dell’immortalità dell’anima) che l'”anima” muore, vale a dire che secondo i primi cristiani nulla sopravvive dell'uomo al momento della morte il che è ugualmente falso come si può verificare in alcuni passi esaminati più avanti in questo studio. Lo “studente biblico” dei TdG passa quindi da una convinzione errata ad un’altra parimenti errata se ci si riferisce al pensiero dei primi cristiani e non a quello veterogiudaico). |
NUMERI 1:52 I figli d’Israele si devono accampare ciascuno rispetto il suo campo e ciascun uomosecondo la sua divisione (di 3 tribù) per i loro eserciti. | I figli d’Israele pianteranno le loro tende ognuno nel suo campo, ognuno vicinoalla sua bandierasecondo le loro schiere. | Il termine ebraico degel significa letteralmente bandiera, insegna, vessillo, ecc. Poiché i TdG considerano il saluto alla bandiera come un atto di idolatria, hanno "corretto" tutti i versetti in cui si parla delle "insegne" delle tribù di Israele. L’accampamento degli Israeliti doveva formare un quadrilatero. In mezzo stava il tabernacolo. A ognuno dei 4 lati si mettevano 3 delle tribù accomunate da un vessillo (bandiera). Ogni singola tribù aveva poi le proprie insegne di riconoscimento (vedi NUMERI 2:2). |