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I frutti della carità si misura anche con il rispetto verso Cristo, rappresentato dai suoi Pastori.

Così come la vendita del profumo sparso per Cristo non avrebbe potuto risolvere la povertà nel mondo, allo stesso modo non sarebbe risolutiva la vendita di qualche pezzo d'oro che la Chiesa conserva quali donativi dei suoi fedeli, che ne riconoscono la dignità con affetto.

Ecco il Vangelo cosa dice al riguardo:
Giov 12,3 Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento.
4 Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse:
5 «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?».
6 Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
7 Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
8 I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».

Chi fu ad avanzare l'obiezione che si vendesse ciò che fu offerto a Cristo per i poveri?
Guarda caso fu Giuda. Occorre riflettere e trarre le debite conclusioni, caro Nomade.