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Non credo che esistano delle valide motivazioni per privare a delle persone la lettura della Parola di Dio. Il Concilio di Tolosa (1229), d'accordo con papa Gregorio IX, decretò nel canone 14 la proibizione per i laici di possedere copia della Bibbia. Nel 1234 il Concilio di Tarragona ordinò che tutte le versioni della Bibbia nelle lingue parlate venissero, entro 8 giorni, consegnate ai vescovi per essere bruciate!

Lo stesso Concilio Vaticano II ha ricordato la dichiarazione di S. Gerolamo: “L’ignoranza delle Scritture è l’ignoranza stessa del Cristo” [Cost. dogm. sulla divina Rivelazione, 25]. E S. Giovanni Crisostomo (344-407 d.C.) così si esprimeva: “Datevi alla lettura delle Sacre Scritture. Non solo accontentandovi di udirle in chiesa, ma quando ve ne tornerete a casa, prendendo nelle vostre mani la Bibbia ed immergendovi nel significato di ciò che vi è scritto”. “Seduti, per così dire, presso queste acque, quand’anche non abbiate nessuno al fianco per interpretarle, però dallo studio diligente di esse voi riceverete molto profitto”. “La Provvidenza ha voluto che le Sacre Carte fossero scritte da pubblicani, pescatori, fabbricanti di tende, pastori, mandriani, affinché le cose scritte fossero prontamente intelligibili a tutti e che l’artigiano, la povera vedova e lo sciavo ne potessero trarre profitto”. “Come dice il profeta: Tutti saranno ammaestrati da Dio”. “Non è necessario l’aiuto della sapienza umana per la comprensione vera delle Sacre Scritture, ma soltanto la rivelazione dello Spirito” [Cit. da: E. Backhouse - Ch. Taylor, Testimoni di Cristo e memorie della Chiesa dal IV al XIII secolo, Roma, Loescher, 1893, pag. 133].

Invece la Chiesa Cattolica Romana, nel Medio Evo, considerò i tentativi del popolo di leggere la Bibbia come una vera e propria seduzione satanica. Infatti ecco come si esprimeva papa Innocenzo III [nato Lotario dei Conti di Segni (Gavignano o Anagni, 1160 – Perugia, 16 luglio 1216), papa nel 1198-1216]: “Il vescovo di Metz ci ha comunicato che una gran moltitudine di laici e di donne, sia nella diocesi che nella città di Metz, ESSENDOSI LASCIATA ATTRARRE DA UN CERTO QUAL DESIDERIO DELLE SCRITTURE, si è fatta tradurre nella lingua gallica gli Evangeli, le lettere di Paolo, i Salmi, i libri morali, Giobbe e molti altri. E ciò fatto, i laici e le donne, in segrete adunanze, si sono arrogati il diritto di esporre (letteralmente: eruttare!) tali scritti e di predicare gli uni gli altri” [Epistula "Cum ex iniuncto" ad Metenses, del 12 luglio 1199 (vedi: Denzinger-Schönmetzer, Enchiridion Symbolorum, 770, pag. 245 [XXXII ed.] )].