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Il sole, la luna e le stelle [figure di Gesù, della Chiesa e dei credenti]

Poi, Iddio disse: «Sianvi dei luminari nella distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; e siano dei segni per le stagioni e per i giorni e per gli anni; e servano da luminari nella distesa dei cieli per dar luce alla terra. E così fu. E Dio fece i due grandi luminari: il luminare maggiore per presiedere al giorno, e il luminare minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle» (genesi 1:14-16).

Il sole è il centro della luce e, nel medesimo tempo, il centro del nostro sistema; è intorno a lui che si muovono le sfere minori, ricevendone la luce. Può dunque essere considerato con ragione come una figura di Colui che, per rallegrare il cuore di quelli che «temono il Signore», si leverà ben presto portando la salvezza nelle sue ali (Mal. 4:2). La bellezza di questo simbolo è evidente specie per chi, dopo le veglie della notte, ha potuto vedere il sole levarsi e indorare l’oriente coi suoi scintillanti raggi. Le nebbie e le ombre della notte si disperdono e tutto il creato sembra salutare il ritorno dell’astro del giorno. Fra breve anche il sole di giustizia si leverà, le ombre della notte fuggiranno e il creato tutto si rallegrerà vedendo apparire l’aurara d’un mattino senza nuvole, principio d’un giorno eterno di gloria.

La luna, oscura in se stessa, trae tutta la sua luce dal sole e la riflette incessantemente a meno che la terra si interponga. Appena il sole è sceso all’orizzonte la luna si presenta per riflettere i raggi del sole sul mondo avviluppato dalle tenebre; se invece appare di giorno, la si scorge con difficoltà a causa dello splendore del sole. La terra interviene talvolta e con le sue fosche nubi, coi densi vapori che sorgono dalla sua superficie, nasconde alla nostra vista l’argentea luce di quella luna che, mentre il sole è un bellissimo e appopriato simbolo di Cristo, è, a sua volta, una immagine caratteristica della Chiesa. Cristo, sorgente della luce è ora invisibile: «la notte è avanzata»; il mondo non vede Gesù, ma la Chiesa lo vede ed è responsabile di riflettere la sua luce sopra un mondo immerso nelle tenebre. La Chiesa è il solo mezzo di comunicazione della conoscenza di Cristo al mondo: «Voi siete la nostra epistola conosciuta e letta da tutti gli uomini» dice l’apostolo; e ancora: «Essendo manifesto che voi siete una lettera di Cristo» (2 Cor. 3:2-3). Quale responsabilità per la Chiesa! Come dovrebbe vigilare onde nulla venga ad impedirle di riflettere la luce celeste di Cristo in tutte le sue vie! Ma come può essa riflettere questa luce? Semplicemente lasciandola risplendere su di lei nel suo puro chiarore. Se la Chiesa camminasse nella luce di Cristo, rifletterebbe indubbiamente la sua luce e questo la manterrebbe nella sua vera posizione. La luna non ha luce propria e così è della Chiesa. Non è chiamata a rischiarare il mondo con la propria gloria, ma solo a riflettere la luce che riceve. Ha, cioè, l’obbligo di studiare con santa diligenza, il sentiero di Cristo quaggiù e seguire le sue orme per la potenza dello Spirito Santo che abita in lei. Ma, ahimè!, la terra, con la sua ombra, le sue nubi e i suoi vapori, s’intromette, nasconde la luce e offusca questa «lettera di Cristo» e il mondo vede a malapena alcuni caratteri di Cristo in quelli che si chiamano col suo Nome; sovente invece scopre in essi un umiliante contrasto, piuttosto che una rassomiglianza con Gesù. Ci sia dato di studiare Cristo con uno spirito di preghiera affinché siamo capaci di imitarlo più fedelmente!

Le stelle sono astri lontani che splendono in altre sfere; ne vediamo solo lo scintillare; del resto non hanno rapporto col nostro sistema solare. «Una stella differisce da un’altra stella in gloria». Così sarà nel regno futuro del Figliuolo: Sole di gloria, Egli brillerà con rifulgente ed eterno splendore e il suo corpo, la Chiesa, rifletterà fedelmente i suoi raggi d’ogni intorno; mentre i santi, individualmente, risplenderanno nella gloria speciale che il giusto Giudice distribuirà ad ognuno in ricompensa del servizio fedele compiuto durante l’oscura notte della sua assenza. Questo pensiero dovrebbe incoraggiarci a camminare con più ardore ed energia sulle orme del nostro Signore assente (Luca 19:12-19).

(Charles Henry Mackintosh)


[Modificato da Perdonato 16/03/2013 19:10]