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Ogni tradizione religiosa vive in genere due forme intrecciate tra loro: una trasmissione orale, spontanea, vitale e di una successiva codificazione scritta.

Un popolo ai suoi inizi, proprio come un bambino, non comincia la sua storia scrivendo libri, prima vive, poi, fatta esperienza, scrive per ricordare e far ricordare alle nuove generazioni ciò che ha vissuto.

Anche il Popolo d’Israele, prima ha vissuto una Storia, poi ha cominciato a trasmettere il ricordo di padre in figlio (tradizione orale) e infine ha anche fissato tale storia in una memoria scritta.

E’ nata così la Bibbia; ma essa non è stata scritta tutta nello stesso periodo di tempo: il Libro più antico (forse quello del Profeta Amos) è del 750 a.C. l’ultimo del N.T. è l’Apocalisse di S. Giovanni, composta circa nell’anno 100 d.C.

La redazione dei vari Libri biblici, si scagliona tra queste due date, cioè in un periodo di oltre otto secoli. Pertanto la Bibbia non è stata scritta da un solo autore, ma moltissimi sono stati gli autori diretti, che però si sono avvalsi di precedenti tradizioni orali.

La Bibbia non contiene solo narrazioni di eventi storici (Esodo, Atti degli Apostoli) ma anche raccolte di leggi sociali e morali (Levitico, Deuteronomio), esortazioni e invettive (Profeti), preghiere (Salmi), lettere (di Paolo e altri), descrizioni fantastiche (Daniele, Apocalisse), poemi e proverbi.