00 13/02/2014 15:40

Sii silenzioso e avrai quiete in qualsiasi luogo abiterai


La ricerca della quiete, dell’esichia è importante per la preghiera. I padri del deserto raccomandano il silenzio: non labbra chiuse, ma mente a riposo per non lasciarsi inondare dai rumori, dalle tante voci, dalle eco delle distrazioni. Mente solitaria, poiché solo nella solitudine è possibile che il silenzio parli e operi meraviglie. E la solitudine ha un suo luogo che è figura concreta della custodia di una dimensione interiore: la cella, la stanza più intima in cui ci si dispone all’incontro con Dio. Il ricordo di Dio costante e abituale, l’orazione hanno la loro scaturigine dal sostare assiduo nel luogo del silenzio.


croce monastero Janua Coeli


 Teresa di Lisieux racconta: «Da bambina andavo dietro al mio letto, in un cantuccio che potevo facilmente chiudere con una tenda e là pensavo, cercavo Dio» ( TERESA DI GESU BAMBINO,Scritti, OCD, Roma 2000). Il “vacare Deo”, il percepire la sua assenza e il cercarlo nella preghiera è in sé risposta ad una chiamata, ascolto incessante e vigile che non frappone i diaframmi immobili della durezza di udito, ma schiude alla voce che ci abita nel profondo: Padre nostro.