00 09/02/2013 12:53
Antonio Aranda
Una «nuova» evangelizzazione
Che fare? Come fare?



L'introduzione dell'autore



Antonio Aranda

La volontà di operare una nuova evangelizzazione dei Paesi con antiche tradizioni e culture cristiane, oggi indebolite e oscurate, ha preso corpo nella Chiesa cattolica – seguendo le indicazioni di Paolo VI contenute principalmente nella sua Esortazione apostolicaEvangelii nuntiandi (1975) – fin dall’inizio del pontificato di Giovanni Paolo II che per primo utilizzò quell’espressione nel 1979. Benedetto XVI ha fatto proprio l’intento e l’impulso del predecessore, e ha stabilito che la nuova evangelizzazione sia una delle linee fondamentali del suo ministero dottrinale e apostolico. Evidente conferma di questa volontà è stata la creazione di un «Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione», istituito mediante Lettera apostolica nella forma diMotu proprio «Ubicumque et semper» del 21 settembre 2010, e la convocazione, nel dicembre dello stesso anno, di un’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi – la numero XIII – che sotto il titolo di Nuova evangelizzazione della fede cristiana è stata celebrata nell’ottobre 2012.
Come si vede, la Chiesa contemporanea si trova impegnata in questo compito da più di tre decadi, sempre considerandolo come l’orizzonte fondamentale, non raggiunto ma desiderato, della sua missione pastorale. Finora l’impresa colossale di attuare efficacemente il Vangelo in un mondo scristianizzato è stata affrontata sul piano della dottrina (attraverso numerosi documenti del Magistero) e sul piano settoriale (mediante la celebrazione di diversi sinodi speciali con la rispettiva documentazione). Intorno a questi documenti, segno della viva preoccupazione dei pastori, sono sorte numerose iniziative apostoliche nelle Chiese locali e nella Chiesa universale – basti ricordare l’istituzione del recente Consiglio Pontificio. Tuttavia, prevale l’impressione che la necessità di realizzare la nuova evangelizzazione non sia calata in misura sufficiente nella coscienza di molti pastori e di moltissimi fedeli. Là dove questo obiettivo è stato compreso, si avverte l’immensità del compito che non si sa come realizzare.

La convocazione del Sinodo del 2012 è segno eloquente che siamo ancora in tempo per mettere a fuoco la questione nel modo più ordinato e sistematico, cercando di stabilire il significato, i presupposti, le tappe e i modi di procedere per la nuova evangelizzazione. Forse è proprio questo il momento adatto per suggerire idee e iniziative. Proprio questo si propone questo libro, che intende analizzare i vari aspetti del problema, fissando le coordinate filosofiche, spirituali e pastorali di fondo.
Nelle presenti riflessioni, raggruppate sotto un titolo generale (Una «nuova» evangelizzazione) e un sottotitolo forse un poco arrischiato ma espressivo (Che fare? Come fare?), palpita una certezza di base che si potrebbe esprimere così: la nuova evangelizzazione è l’occasione propizia per rianimare l’azione apostolica dei cristiani in tutti gli àmbiti della società. Questo, secondo il mio modo di vedere, è l’argomento su cui occorre riflettere perché coincide col problema posto. Se la Chiesa recupera vitalità, ci sarà la nuova evangelizzazione perché una cosa (la Chiesa viva e attiva dal punto di vista apostolico) conduce all’altra (alla presenza significativa ed efficace del Vangelo nelle società con antiche radici cristiane, ora indebolite).
Le difficoltà che ci troviamo di fronte non consistono semplicemente nel dato che queste società si pensano al di fuori di quelle radici o che, di fatto, progettano giorno per giorno l’educazione, la scienza, l’arte, la vita famigliare o più in generale i convincimenti antropologici e gli atteggiamenti etici etsi Deus (etsi Christus) non daretur. Il problema consiste piuttosto nella presenza debole o poco efficace della Chiesa, ossia dei cristiani, nella vita di ogni giorno o sul terreno di incontro dove si edifica il presente degli uomini e si determina in larga misura il loro futuro. Nella grande partita della storia che si gioca ogni giorno e che – guardando le cose alla luce del Vangelo – si riduce al compito di mettersi in cammino con Cristo verso Dio, i giocatori di una delle squadre (i cristiani) o non sono presenti come tali o lo sono in numero insufficiente, o anche in condizioni atletiche precarie, senza il desiderio di giocare e di vincere. La partita, umanamente parlando, sta per essere perduta.
Etsi Deus (etsi Christus) non daretur… In realtà l’eclissi di Dio o di Cristo nella società contemporanea è, molto semplicemente, l’eclissi dei cristiani in quanto cristiani, ossia in quanto fedeli discepoli di Cristo, contenti di esserlo e con la sana ambizione che anche altri lo conoscano e vogliano liberamente stare con lui.
In queste pagine si prendono in considerazione le barriere che una società scristianizzata e neopagana cerca di elevare o ha strutturalmente elevato contro l’influsso positivo e creativo del Vangelo, che in precedenza aveva conosciuto e di cui si era nutrita. Tuttavia si prendono in considerazione ancor più le difficoltà manifestate dall’atteggiamento e dal comportamento di molti cittadini che si professano cristiani, senza saper evitare quelle barriere o perché non le considerano tali o perché nemmeno tentano di evitarle. La nuova evangelizzazione – come ampio e duraturo orizzonte di lavoro – si può pianificare solamente se esiste una Chiesa rinnovata che la realizzi essendo semplicemente questo: la Chiesa, il Popolo di Dio chiamato a stare con Cristo e a realizzare ogni giorno, lì dove ciascuno si trova, il messaggio cristiano di salvezza.

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Prima di sviluppare i temi scelti per il libro, ritengo opportuno presentarne la struttura con i contenuti e con i princìpi che il lettore fin da ora deve tener presenti per avere una visione d’insieme, e possa poi concentrare la sua attenzione, se lo desidera, su qualche aspetto particolare.
Le questioni di fondo sono raccolte in due sezioni:  Che fare? (Cap. I) e Come fare? (Cap. II), in cui si intrecciano numerosi aspetti teorici e pratici. Un’ultima sezione, Quattro priorità (Cap. III), ha per oggetto la necessità di insistere su alcune questioni centrali – certamente importanti ma non uniche – per la nuova evangelizzazione delle persone e delle società dotate di antiche radici cristiane.
Nel primo capitolo (Che fare?) si esamina la nozione di evangelizzazione come tale, nel significato della nuova evangelizzazione, ossia nel senso della sua novità, strettamente legato alla questione dei destinatari, dei modi di realizzazione e degli operatori. Infine si esamina l’incarnazione del Verbo come principio normativo di ogni evangelizzazione conforme al modello lasciato dalla prima evangelizzazione.
Nel secondo capitolo (Come fare?) si esaminano in varie sezioni quale potrebbe essere la metodologia evangelizzatrice per il tempo presente (punto di partenza, presupposti metodologici, contenuti dottrinali ecc.), dedicando particolare attenzione al compito di formare persone cristiane, capaci di compiere una nuova evangelizzazione.
Al termine di ogni capitolo, sotto la dicitura Testi consultati, ho riunito una selezione di documenti, monografie e articoli in relazione coi temi considerati. Il lettore particolarmente recettivo troverà la possibilità di approfondire i suoi interessi.

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Questo libro ha una piccola storia. Cominciò come semplice raccolta di idee e schemi appena abbozzati che avevo preparato per una giornata di studio su vari aspetti (biblico, teologico, storico, pastorale) del concetto di evangelizzazione, organizzata dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione nei giorni 11 e 12 marzo 2011. Terminata quella riunione di lavoro, utilizzando gli schemi preparati per diffondere tra altre persone le idee che vi erano espresse, furono ordinati e scritti i capitoli che seguono. In corso di redazione ho utilizzato anche altri scritti preparati per altra destinazione, anch’essi inseriti nella bibliografia.
Il libro è breve. Si poteva allargare la trattazione di alcuni temi, ma data l’ampiezza del suo contenuto, ho preferito pubblicare un testo più ridotto per contribuire a promuovere – insieme con altre opere analoghe e soprattutto accanto ai documenti emanati dalla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi – le desiderate riflessioni su un tema tanto importante per la Chiesa.

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Non sarebbe giusto terminare la presente Introduzione senza esprimere profonda gratitudine nei confronti di mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, per la generosa amabilità con cui ha accolto, nonostante i suoi molteplici impegni, la proposta di scrivere la Prefazione di questo libro.

Antonio Aranda