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CREDENTI

Sei al sicuro da Dio?

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    Perdonato
    00 28/01/2013 19:09
    Tim Conway - Sei al sicuro da Dio?


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    ulisseitaca
    00 28/01/2013 22:04
    Non è Dio ma la negazione di dio, la mancanza di timore di Dio che porta alla distruzione dell'anima
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    Coordin.
    00 29/01/2013 08:56
    Questo oratore, dipinge Dio come un giudice implacabile di fronte al nostro minimo errore.
    Certo la Sua giustizia è infinita.
    Ma non menziona nel suo discorso neppure il minimo accenno alla salvezza operata da Cristo e al fatto che il necessario riscatto dei nostri peccati, sia stato operato dalla sua passione e morte.
    Dunque perchè additare ancora il Padre di essere il giustiziere di ogni nostro errore, se Lui ha tanto amato gli uomini da dare il suo Unico Figlio per pagare i nostri debiti?

    Dicendo queste cose, questo oratore ci condanna inesorabilmente tutti a cadere nelle mani di Dio.
    Certo vi saranno anche coloro che avranno ignorato la salvezza offerta in Cristo e che rimangono sotto il giudizio.
    Ma perchè indirizzare un simile discorso a delle persone che hanno aderito alla fede e per di più senza mai ricordare loro che possono vivere nel perdono di Dio se confessano il loro peccato?

    Attendo un tuo parere, caro Perdonato.
    [Modificato da Coordin. 29/01/2013 09:00]
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    Perdonato
    00 29/01/2013 14:06
    Carissimi, questo ovviamente è solo un estratto. Anche Giacomo rivolgendosi a dei credenti vuole esortarli affinché essi non riposino su una falsa convinzione...questo è un grande rischio. Il predicatore dice quale sia la condizione di chi attualmente si trova fuori da Cristo... forse vuole anche esortare i credenti ad essere onesti con se stessi e valutare bene se si trovano in Lui o se si stanno illudendo di esserlo. Lui spiega che spesso le persone hanno paura dell inferno e del diavolo, ma dimenticano che quello di cui devono avere paura è il giudizio di Dio... In un qualche modo Dio può essere il peggior nemico dell uomo quando verrà il momento del giudizio... Sembra un paradosso, ma per l uomo peccatore Dio può essere il peggior nemico e l unica via di salvezza allo stesso tempo. Dio ci salva da Lui stesso
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    ulisseitaca
    00 29/01/2013 14:22
    Non sono daccprdo l'uomo è il peggior nemico dell'uomo, Mt 25 dice chiaramente che sono le stesse opere dell'uomo a giudicare l'uomo

    Sulla terra c'è un'altra vanità: vi sono giusti ai quali tocca la sorte meritata dai malvagi con le loro opere, e vi sono malvagi ai quali tocca la sorte meritata dai giusti con le loro opere. Io dico che anche questo è vanità.(Qo 8,14)

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    Perdonato
    00 29/01/2013 14:36
    Il vero motivo per cui il peccatore sarà giudicato sarà quello di non aver creduto in Gesù. Di conseguenze non essendo in Cristo per fede sarà sottoposto al giudizio, ma chi è che eseguirà questo giudizio? Quando Dio decise di sterminare la terra con il diluvio chi è che eseguì il giudizio? Tuttavia il giudizio non passò su chi si trovava al interno dell arca (figura di Cristo). Se Dio è giusto deve eseguire la sua giustizia, tuttavia nella Sua misericordia oltre ad essere Lui stesso l esecutore del giudizio si è reso Lui stesso la salvezza per chi crede in Cristo.
  • ladymira
    00 29/01/2013 14:38
    La negazione di Dio è terribile, è vero quello che dice Ulisse che la distruzione dell'anima è la negazione di Dio e noi lo neghiamo ogni secondo con i nostri peccati, lui ci giudica con giustizia, ma ricordiamoci,c'è anche il suo perdono e il suo perdono, la sua misericordia sono grandi,ricordiamoci che Dio ti prende di nuovo tra le sue braccia se ti penti dei peccati lui è sempre li , disposto a perdonarti qualunque cosa tu faccia.
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    Perdonato
    00 29/01/2013 14:44
    Amen! Questo è certo... Qua si stava parlando solo di un aspetto. Il predicatore ha fatto una distinzione... Ha detto che Dio sarà per alcuni un terribile nemico perchè per alcuni Dio non è sicurezza. C è chi un giorno piegherà le proprie ginocchia davanti a Lui come Signore e Salvatore della propria anima e c è chi sarà costretto a piegarle davanti a Lui come giudice
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    Perdonato
    00 29/01/2013 14:49
    Dio ci ha mandati un Salvatore per salvarci da cosa se non dal Suo stesso giudizio?
  • ladymira
    00 29/01/2013 14:53
    Ciao perdonato, ti dico il mio pensiero Dio è per tutti giudice e misericordia alla stessa maniera,Dio almeno a parere mio , non vede l'uomo come nemico è troppo buono e misericordioso per farlo, secondo me basta solo lasciarci perdonare, e ritornare tra le sue braccia , Dio non è nemico dell'uomo a perere mio, ma solo amore e misericordia e giustizia, ma ti dico questo è il mio pensiero, posso anche sbagliarmi,ma non credo, ricordiamoci che per perdonarci Dio ha mandato Gesù cristo e che ci ha redenti col suo sangue.
    [Modificato da ladymira 29/01/2013 14:54]
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    Perdonato
    00 29/01/2013 15:41
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    ulisseitaca
    00 29/01/2013 17:26
    Dio ci ha mandati un Salvatore per salvarci da cosa se non dal Suo stesso giudizio?

    ???????

    Gesù è la salvezza di Dio per l'uomo e mi libera dai mali che toccano le mie realtà più profonde e compie quello che non eravamo capaci di fare: vince satana, perdona e libera dal peccato, dona all'uomo la vita nuova.
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    Perdonato
    00 29/01/2013 17:41
    Ulisse, certamente Gesù è morto per vincere satana e la morte, per darci potere sul peccato e per darci una nuova vita.... ma per quanto riguarda la nostra salvezza ti ricordo che abbiamo un giudizio da scontare se non siamo in Cristo.
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    ulisseitaca
    00 29/01/2013 18:26
    Anche se lo siamo

    E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, (Eb 9, 27)
    E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna". (Mt 25,45)
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    Perdonato
    00 29/01/2013 18:44
    Il tribunale di Cristo o giudizio delle opere dei credenti però non si riferisce alla salvezza ma al premio.
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    ulisseitaca
    00 29/01/2013 18:57
    certo perchè siamo già stati salvati e se accettiamo questo siamo premiati, se lo rifiutiamo dannati
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    ulisseitaca
    00 29/01/2013 19:01
    Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata. (Mt 12,31)

    Il peccato contro lo Spirito Santo, imperdonabile, consiste in quel rifiuto pregiudiziale e cosciente della luce, per cui si giunge ad attribuire a Satana le opere di Dio (cfr. Gv 3, 20-21; cfr. 1Gv 5, 16).
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    Perdonato
    00 29/01/2013 19:09
    No, il premio di cui parla Paolo non è la salvezza. Il "tribunale" di Cristo, che in greco è Bema, non corrisponde al tribunale giudiziario, ma era usato per la giuria dei giochi olimpici, che annuncia i risultati delle gare e conferisce i premi. Dio ci domanderà ragione di noi stessi e del nostro servizio. Dunque il credente non sarà punito per dei peccati commessi ma valutato per la fedeltà del suo operato.
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    ulisseitaca
    00 29/01/2013 19:11
    Non dimentichiamoci che poi il giudizio non è di Dio Padre ma di Dio Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo
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    Perdonato
    00 29/01/2013 19:28
    Si, la nostra salvezza o dannazione saranno determinate dalla fede in Cristo. Per quanto riguarda il tribunale di Cristo però quello sarà un tribunale nel quale compariranno i credente che già sono stati salvati, dunque non verrà determinato in questo tribunale la salvezza o la dannazione ma semplicemente i premi della fedeltà.
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    ulisseitaca
    00 29/01/2013 19:34
    Si ma non l'ira di Dio

    Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono (Eb 5,8-9)
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    Perdonato
    00 29/01/2013 19:48
    No l'ira di Dio rimarrà su coloro che non avranno creduto... Giovanni 3:36 "Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l' ira di Dio rimane su di lui"
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    Credente
    00 29/01/2013 20:29
    Perdonato, 29/01/2013 19:48:

    No l'ira di Dio rimarrà su coloro che non avranno creduto... Giovanni 3:36 "Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l' ira di Dio rimane su di lui"



    Faccio solo una piccola domanda, non per contestare tutto ovviamente, perchè vi sono molte cose condivise, ma solo per mettere a fuoco meglio l'argomento.

    Nel discorso riportato nel filmato, si ricorda che "non chiunque mi dice Signore Signore entrerà nel regno di Dio";
    ora chiunque si esprime in tal modo non può che essere un credente. Eppure non entrerà nel regno di Dio, dice Cristo.
    Quindi quel versetto di Gv3,36 non è applicabile a qualsiasi credente , ma a chi oltre ad essere credente ha anche fatto la volontà di Dio.
    Ne consegue che il giudizio finale terrà conto anche dell'opera del credente e se le opere saranno tali da non corrispondere a minimi criteri di carità, il credente non sarà purtroppo salvato.
    Ne è una conferma questa anticipazione del giudizio che fa il Signore Gesù:
    Mat 25,41 Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.
    42 Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere;
    43 ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
    44 Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?
    45 Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.
    46 E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

    Mat 7,22 Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome?
    23 Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.

    I carismi mostrati ed ostentati nel giudizio da questi tali, manifesta che sono stati dei credenti, ma non saranno salvati per i loro carismi nè per essere stati solo credenti.
    Occorre anche la osservanza della volontà di Dio.
    Concordi?
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    Perdonato
    00 30/01/2013 10:23
    Io credo che la Bibbia dica con estrema chiarezza che tutti, indistintamente credenti e non credenti, un giorno ci presenteremo a Cristo per essere giudicati. Ma la buona notizia per i credenti è che il nostro giudizio non sarà per stabilire se saremo gettati nello stagno di fuoco, perché questo è stato deciso quando abbiamo creduto nel Vangelo e siamo diventati “figli di Dio”. Quanti sono davvero salvati hanno beneficiato del grande scambio in cui i loro peccati sono stati imputati a Cristo e la Sua giustizia è stata imputata a loro. Perciò, sebbene la nostra salvezza sia al sicuro in Cristo, ciò non toglie che “ciascuno di noi renderà conto di sé stesso a Dio” (Romani 14:12) e che dovrebbe sforzarsi di fare tutte le cose alla gloria di Dio (1 Corinzi 10:31).

    Il fatto che quel giorno alcuni diranno di aver fatto delle opere potenti nel nome di Cristo non vuol dire che essi fossero realmente dei credenti nati di nuovo e salvati. La triplice ripetizione della stessa domanda, sempre sotto la medesima forma, esprime molto bene la maraviglia degli interlocutori di Gesù, quando egli parlerà loro come a suoi nemici. Il potere di far miracoli e le grandi doti d'ingegno non sono necessariamente uniti alla pietà. Un miracolo è una manifestazione che altri fanno del potere appartenente a Dio. Dio può, se gli piace, dare ad un malvagio il potere di risuscitare un morto, come da ad un medico empio il talento necessario per guarire gli ammalati. In nessun di questi casi c'è una connessione indispensabile fra i doni conferiti agli individui, ed il loro carattere morale. Così nel predicare o profetizzare, Iddio può servirsi dell'azione d'un uomo d'ingegno, benché non sia pio, per l'adempimento dei suoi disegni. Egli solo esercita sullo spirito dell'uomo una potenza salvatrice, quantunque egli utilizzi come strumento chi a lui piace. Di conseguenza, nel giorno del giudizio, molti uomini d'ingegno, e molti che ebbero il dono della profezia, o quello dei miracoli saranno scacciati dal regno dei cieli perché privi di pietà.

    Costoro tra l'altro pretenderanno di presentarsi davanti a Dio con la propria giustizia per rivendicare la salvezza dell'anima loro. Le loro argomentazioni saranno diverse da quelle dei credenti i quali sono stati salvati per ciò che Dio ha fatto per loro... Queste persone cercheranno di giustificarsi da sole per mezzo delle proprie opere.
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    Perdonato
    00 30/01/2013 10:28
    Io credo che la Bibbia dica con estrema chiarezza che tutti, indistintamente credenti e non credenti, un giorno ci presenteremo a Cristo per essere giudicati. Ma la buona notizia per i credenti è che il nostro giudizio non sarà per stabilire se saremo gettati nello stagno di fuoco, perché questo è stato deciso quando abbiamo creduto nel Vangelo e siamo diventati “figli di Dio”. Quanti sono davvero salvati hanno beneficiato del grande scambio in cui i loro peccati sono stati imputati a Cristo e la Sua giustizia è stata imputata a loro. Perciò, sebbene la nostra salvezza sia al sicuro in Cristo, ciò non toglie che “ciascuno di noi renderà conto di sé stesso a Dio” (Romani 14:12) e che dovrebbe sforzarsi di fare tutte le cose alla gloria di Dio (1 Corinzi 10:31).

    Il fatto che quel giorno alcuni diranno di aver fatto delle opere potenti nel nome di Cristo non vuol dire che essi fossero realmente dei credenti nati di nuovo e salvati. La triplice ripetizione della stessa domanda, sempre sotto la medesima forma, esprime molto bene la maraviglia degli interlocutori di Gesù, quando egli parlerà loro come a suoi nemici. Il potere di far miracoli e le grandi doti d'ingegno non sono necessariamente uniti alla pietà. Un miracolo è una manifestazione che altri fanno del potere appartenente a Dio. Dio può, se gli piace, dare ad un malvagio il potere di risuscitare un morto, come da ad un medico empio il talento necessario per guarire gli ammalati. In nessun di questi casi c'è una connessione indispensabile fra i doni conferiti agli individui, ed il loro carattere morale. Così nel predicare o profetizzare, Iddio può servirsi dell'azione d'un uomo d'ingegno, benché non sia pio, per l'adempimento dei suoi disegni. Egli solo esercita sullo spirito dell'uomo una potenza salvatrice, quantunque egli utilizzi come strumento chi a lui piace. Di conseguenza, nel giorno del giudizio, molti uomini d'ingegno, e molti che ebbero il dono della profezia, o quello dei miracoli saranno scacciati dal regno dei cieli perché privi di pietà.

    Costoro tra l'altro pretenderanno di presentarsi davanti a Dio con la propria giustizia per rivendicare la salvezza dell'anima loro. Le loro argomentazioni saranno diverse da quelle dei credenti i quali sono stati salvati per ciò che Dio ha fatto per loro... Queste persone cercheranno di giustificarsi da sole per mezzo delle proprie opere.

    A tal proposito propongo anche quest'altro video:

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    ulisseitaca
    00 30/01/2013 10:37
    Ma la buona notizia per i credenti è che il nostro giudizio non sarà per stabilire se saremo gettati nello stagno di fuoco, ?????????????????????????
    E per cosa?
    A questo punto mi specifichi la differenza fra credenti e non credenti?
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    ulisseitaca
    00 30/01/2013 10:41
    Dunque tu vuoi dire che basta affermare di credere nella parola ed essere preservati dal giudizio e dall'inferno? Tu dici che è sufficiente essere batezzati e avere ricevuto lo Spirito, per scampare dalle pene eterne?
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    Perdonato
    00 30/01/2013 12:05
    Contrariamente all'opinione popolare, la Bibbia non parla affatto di un giudizio generale nel quale tutti gli uomini compariranno al cospetto di Dio in una sola occasione. La Bibbia elenca un certo numero di diversi giudizi. V'è per esempio un giudizio dei giusti al trono del giudizio di Cristo (II Corinzi 5:10). V'è un altro giudizio delle nazioni (Matteo 25:31-46). V'è anche un giudizio dei malvagi già morti, davanti al gran trono bianco (Apocalisse 20:11-13). Questi giudizi di diversi soggetti in momenti diversi e per differenti fini formano negli avvenimenti presentati nei testi profetici della Scrittura il quadro composito del giudizio.

    Il giudizio per il peccato

    Questa condanna si attuò alla croce. La Scrittura dice: "Colui che non ha conosciuto peccato, Egli l'ha fatto esser peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui" (II Corinzi 5:21). Per questa ragione la Scrittura insegna: "Non v'è dunque ora alcuna condanna, per quelli che sono in Cristo Gesù" (Romani 8:1).
    In altre parole il giudizio per il peccato, che io meritavo, è già stato emesso. Cristo ha preso su di Sé alla croce la mia condanna. Ogni esigenza della legge è stata coperta. La legge è stata completamente soddisfatta nell'offerta di Sé stesso per i peccati fatta da Cristo. "L'Eterno ha fatto cader su lui l'iniquità di noi tutti" (Isaia 53:6). "Egli, che ha portato egli stesso i nostri peccati nel suo corpo" (I Pietro 2:24). "Questi (Gesù), dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è posto a sedere alla destra di Dio" (Ebrei 10:12).

    La legge dice: "Il salario del peccato è la morte" (Romani 6:23), e ancora: "L'anima che pecca sarà quella che morrà" (Ezechiele 18:4). Io meritavo il giudizio e la morte, ma Cristo ha subìto il giudizio e la morte per me. Cristo stesso ha detto: "In verità, in verità io vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio ma è passato dalla morte alla vita" (Giovanni 5:24). Nessuna affermazione potrebbe dire in maniera più chiara che il vero credente in Gesù Cristo non verrà in giudizio. Quel giudizio è già avvenuto. "Ti sei gettato dietro alle spalle tutti i miei peccati" (Isaia 38:17).
    Iddio ha detto attraverso il profeta Geremia: "Non mi ricorderò più del loro peccato" (Geremia 31:34).
    Non comprenderemo mai la grandezza dell'amore mostrato da Dio in Cristo alla croce se non avremo capito che non dovremo presentarci in giudizio davanti a Dio per i nostri peccati. Cristo si è caricato dei nostri peccati. Egli ha portato a termine l'opera di redenzione. Io non sono salvato per un'opera o per un merito personale. Posso aver predicato a migliaia di persone in ogni continente, ma non andrò in cielo perché sono un predicatore. Andrò in cielo interamente per merito dell'opera di Cristo. Non comparirò mai davanti al tribunale di Dio. Tutto questo è passato.
    Se crediamo in Gesù Cristo e accettiamo il Suo sacrificio abbiamo già superata la tempesta del giudizio. Essa si è abbattuta sulla croce.

    Il giudizio dei credenti

    In base a quel che ho appena detto, questo potrebbe sembrare una contraddizione. Ma non si tratta di giudizio nel senso di condanna, bensì di valutazione. Sarà il momento in cui Cristo darà le ricompense ai Suoi: "Poiché dobbiamo tutti comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte quand'era nel corpo, secondo quel che avrà operato, o bene, o male" (II Corinzi 5:10).
    Pur non potendo il vero credente in Cristo essere salvato mediante le opere perché "non è in virtù d'opere affinché niuno si glori" (Efesini 2:9) e perché "Egli ci ha salvati non per opere giuste che noi avessimo fatte, ma secondo la sua misericordia" (Tito 3:5), egli può, non di meno, lavorare per ottenere una ricompensa. La Scrittura dice: "Poiché nessuno può porre altro fondamento che quello già posto, cioè Gesù Cristo. Ora, se uno edifica su questo fondamento oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l'opera d'ognuno sarà manifestata, perché il giorno di Cristo la paleserà; poiché quel giorno ha da apparire qual fuoco; ed il fuoco farà la prova di quel che sia l'opera di ciascuno. Se l'opera che uno ha edificata sul fondamento sussiste, egli ne riceverà ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvato, però come attraverso il fuoco" (I Corinzi 3:11-15).

    Ogni opera compiuta da un seguace di Cristo alla gloria di Dio costituisce "oro, argento, pietre di valore". Ma l'opera fatta da un seguace di Cristo per proprio interesse personale o per ambizione sarà "legno, fieno, paglia" e sarà bruciata.
    Non si parla qui di salvezza, ma di "opere" successive alla salvezza. In questi passi il credente è presentato nell'atto di edificare una sovrastruttura di servizio o di opere che deve esser provata dal fuoco. Così, chiunque svolga un compito nel campo del Signore, ogni credente insomma, dovrà passare attraverso il fuoco che proverà l'opera di ciascuno.
    L'apostolo Paolo si preoccupava costantemente di essere "approvato da Dio" (II Corinzi 10:18). Egli non si preoccupava della propria salvezza poiché ciò era stato regolato alla croce. Egli temeva però che le sue opere non fossero approvate se non fosse stato accorto sulla maniera nella quale lavorava per Dio.

    I credenti riceveranno una ricompensa al trono del giudizio di Cristo. Questa ricompensa viene a volte indicata nelle Scritture col nome di "premio" (I Corinzi 9:24). A volte è chiamata "corona" (I Corinzi 9:25; Filippesi 4:1; I Tessalonicesi 2:19).
    I credenti in Cristo non debbono nulla in pagamento a Dio per la salvezza poiché è un dono loro offerto gratuitamente. Ma devono a Dio una vita di devozione e di servizio senza riserve. Perfino una tazza d'acqua fresca riceverà la sua ricompensa. Questo diviene un incentivo per amare il proprio prossimo e per mostrare questo amore "immischiandosi" nei suoi guai e nei suoi bisogni.

    Il gran trono bianco del giudizio

    Di esso si parla in Apocalisse 20:11-13, dove l'apostolo Giovanni dice: "Poi vidi un gran trono bianco e Colui che vi sedeva sopra, dalla cui presenza fuggirono terra e cielo; e non fu più trovato posto per loro. E vidi i morti, grandi e piccoli, che stavan ritti davanti al trono; ed i libri furono aperti; e un altro libro fu aperto, che è il libro della vita; e i morti furon giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le opere loro. E il mare rese i morti ch'erano in esso; e la morte e l'Ades resero i loro morti ed essi furon giudicati, ciascuno secondo le sue opere".
    È questo il giudizio che attende chiunque sia senza Cristo. La data è ormai stabilita da Dio. Tutti gli uomini di ogni razza e nazionalità, morti e viventi, saranno là. Sarà il giorno in vista del quale tutti gli altri giorni furono creati.
    In questa vita potete prendere appuntamenti e non mantenerli, ma questo è il solo appuntamento a cui nessuno mancherà.

    Gli scettici dei nostri giorni rideranno e metteranno in ridicolo l'idea di un giudizio imminente. Risero alla predizione del diluvio fatta da Noè. Risero di Geremia che prediceva la distruzione di Gerusalemme. Risero di Lot che ammoniva gli uomini di Sodoma che Iddio avrebbe fatto cadere fuoco e zolfo. Risero di Amos che mise in guardia Israele sul giudizio che incombeva. Ma tutti questi giudizi si avverarono. "Iddio dunque ... fa ora annunziare agli uomini che tutti, per ogni dove, abbiano a ravvedersi, perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia" (Atti 17:30-31).

    In quel giorno saranno aperti i "libri". Questi libri contengono la storia della vita d'ogni uomo dalla culla alla tomba. I nomi di tutti, ricchi o poveri, titolati o gente comune, vecchi o giovani, sani o malati, famosi o no, saranno tutti rivelati in piena luce, perché tutti li vedano, sulle pagine tenute tanto accuratamente da Dio. È un libro di morte. Quale terribile momento per milioni di persone quando i "libri" saranno aperti, e "Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo" (Romani 2:16).

    La Scrittura contiene numerosi ammonimenti circa quel gran giorno a venire, quel giorno di giudizio. Questo sarà il giorno profetizzato in Proverbi 1:24-31: "Ma poiché, quand'ho chiamato avete rifiutato d'ascoltare, quand'ho steso la mano nessun vi ha badato, anzi avete respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non ne avete voluto sapere, anch'io mi riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando lo spavento vi piomberà addosso; quando lo spavento vi piomberà addosso come una tempesta, quando la sventura v'investirà come un uragano, e vi cadranno addosso la distretta e l'angoscia. Allora mi chiameranno, ma io non risponderò; mi cercheranno con premura ma non mi troveranno. Poiché hanno odiato la conoscenza e non hanno scelto il timor dell'Eterno e non hanno voluto sapere dei miei consigli e hanno disdegnato ogni mia riprensione, si pasceranno del frutto della loro condotta, e saranno saziati dei loro propri consigli".

    In quel gran giorno gli uomini si rivolgeranno a Dio chiedendoGli misericordia, ma sarà troppo tardi. In quel giorno gli uomini cercheranno Iddio, ma non potranno trovarLo. Sarà troppo tardi.
    È questo il giorno di cui parlava Gesù nel Sermone sul monte quando diceva: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è ne' cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiam noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demoni, e fatte in nome tuo molte opere potenti? E allora dichiarerò loro: Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d'iniquità" (Matteo 7:21-23).

    Vi saranno anche persone che hanno compiuto l'opera del Signore, persone attive nella chiesa che hanno fatto cose magnifiche. Ma Gesù dice: "Io non vi conobbi mai". Quale cosa spaventosa! Pensavano che le loro buone opere li avrebbero salvati. Dovrebbe farci rinsavire il sapere che un giorno Gesù Cristo sarà il giudice. "Il Padre non giudica alcuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figliuolo" (Giovanni 5:22).

    Da giovane il giudice Warren Candler aveva esercitato l'avvocatura. Uno dei suoi clienti era stato accusato di assassinio ed il giovane avvocato compì ogni sforzo possibile per far assolvere il suo cliente dall'accusa. V'erano delle circostanze attenuanti e l'avvocato le sfruttò nella sua difesa davanti alla giuria. Erano inoltre presenti in aula gli anziani genitori dell'accusato. Il giovane avvocato fece leva sovente sulle simpatie e sulle emozioni dei giurati con frequenti richiami ai timorati genitori dell'imputato.
    La giuria si ritirò infine per deliberare. Raggiunto il verdetto ritornò al banco e la sua sentenza fu di non colpevolezza. Il giovane avvocato, che era credente, ebbe una seria conversazione con il suo cliente assolto. Lo ammonì a tenersi lontano da vie malvagie ed a confidare nella potenza di Dio perché lo tenesse sulla buona strada.
    Trascorsero gli anni e l'imputato fu nuovamente processato. L'accusa era ancora una volta omicidio. L'avvocato che lo aveva difeso al suo primo processo sedeva ora come giudice. Alla fine del processo la giuria rese il verdetto di colpevolezza.
    Ordinando al condannato di levarsi in piedi per ascoltare la sentenza, il giudice Candler disse: "Al vostro primo processo, ero il vostro avvocato, oggi sono il vostro giudice. Il verdetto della giuria mi costringe a condannarvi ad essere impiccato finché morte non sopravvenga".

    Cristo è oggi il nostro avvocato, il nostro Salvatore, disposto a perdonare, a purificarci ed a dimenticare. Verrà però un giorno tremendo in cui Egli sarà il nostro giudice.
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    ulisseitaca
    00 30/01/2013 12:48
    "Poiché dobbiamo tutti comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte quand'era nel corpo, secondo quel che avrà operato, o bene, o male" (II Corinzi 5:10).

    Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male. (2Cor 5,10)


    Risulta chiaro che la retribuzione, o la ricompensa è in relazione al bene o al male compiuto, ma la ricompensa può essere positiva, se abbiamo fatto bene o negativa se abbiamo fatto male. Ma ti domando quele potrebbe essere quella ricompensa o retribuzione.

    Ma a parte tutte le disquisizioni se mi fai la cortesia di rispondermi alle domande poste (che ti riporto qui per sermplicità) te ne sarei grato.

    Ma la buona notizia per i credenti è che il nostro giudizio non sarà per stabilire se saremo gettati nello stagno di fuoco, ?????????????????????????
    E per cosa?
    A questo punto mi specifichi la differenza fra credenti e non credenti?

    Dunque tu vuoi dire che basta affermare di credere nella parola ed essere preservati dal giudizio e dall'inferno? Tu dici che è sufficiente essere batezzati e avere ricevuto lo Spirito, per scampare dalle pene eterne?
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    ulisseitaca
    00 30/01/2013 13:30
    Dal Catechismo della Chiesa Cattolica

    Per giudicare i vivi e i morti


    678 In linea con i profeti 648 e con Giovanni Battista 649 Gesù ha annunziato nella sua predicazione il giudizio dell'ultimo giorno. Allora saranno messi in luce la condotta di ciascuno 650 e il segreto dei cuori. 651 Allora verrà condannata l'incredulità colpevole che non ha tenuto in alcun conto la grazia offerta da Dio. 652 L'atteggiamento verso il prossimo rivelerà l'accoglienza o il rifiuto della grazia e dell'amore divino. 653 Gesù dirà nell'ultimo giorno: « Ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me » (Mt 25,40).

    679 Cristo è Signore della vita eterna. Il pieno diritto di giudicare definitivamente le opere e i cuori degli uomini appartiene a lui in quanto Redentore del mondo. Egli ha « acquisito » questo diritto con la sua croce. Anche il Padre « ha rimesso ogni giudizio al Figlio » (Gv 5,22). 654 Ora, il Figlio non è venuto per giudicare, ma per salvare 655 e per donare la vita che è in lui. 656 È per il rifiuto della grazia nella vita presente che ognuno si giudica già da se stesso, 657 riceve secondo le sue opere 658 e può anche condannarsi per l'eternità rifiutando lo Spirito d'amore. 659

    (648) Cf Dn 7,10; Gl 3-4; Ml 3,19.

    (649) Cf Mt 3,7-12.

    (650) Cf Mc 12,38-40.

    (651) Cf Lc 12,1-3; Gv 3,20-21; Rm 2,16; 1 Cor 4,5.

    (652) Cf Mt 11,20-24; 12,41-42.

    (653) Cf Mt 5,22; 7,1-5.

    (654) Cf Gv 5,27; Mt 25,31; At 10,42; 17,31; 2 Tm 4,1.

    (655) Cf Gv 3,17.

    (656) Cf Gv 5,26.

    (657) Cf Gv 3,18; 12,48.

    (658) Cf 1 Cor 3,12-15.

    (659) Cf Mt 12,32; Eb 6,4-6; 10,26-31.

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