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Tratto dalla Lettera di S. Agostino a Bonifacio

…all'avvicinarsi della Pasqua diciamo: - Domani o dopodomani è la Passione del Signore - sebbene egli abbia patito tanti anni fa e la Passione sia avvenuta senz'altro una volta sola. Naturalmente la domenica successiva diciamo: - Oggi il Signore è risorto - pur essendo passati tanti anni da quando risorse. Or a , perché mai non v'è alcuno sì sciocco da accusarci di mentire parlando in questo modo, se non perché denominiamo tali giorni per analogia coi giorni in cui si compirono quei misteri? In tal modo si chiama Pasqua un giorno che non è quello preciso ma uno simile a quello per l'anniversario che ritorna con il trascorrere del tempo, e si dice che avviene in esso, a causa della celebrazione del mistero liturgico, quel che avvenne non già quel giorno preciso dell'anno ma molto tempo prima. Cristo non s'è forse immolato da se stesso una sola volta? Eppure nel mistero liturgico s'immola per i fedeli non solo ogni ricorrenza pasquale, ma ogni giorno. E non mentisce di certo chi, interrogato se Cristo veramente s'immola, risponde di sì. Poiché se i sacramenti non avessero alcun rapporto di somiglianza con le realtà sacre di cui sono segni, non sarebbero affatto sacramenti. Da tale rapporto di somiglianza prendono per lo più anche il nome delle stesse realtà sacre. Così il sacramento del Corpo di Cristo è in certo qual modo il Corpo di Cristo, il sacramento del Sangue di Cristo è lo stesso Sangue di Cristo e il sacramento della fede è la fede stessa. Orbene, credere non è altro che aver la fede: quando perciò si risponde che i bambini credono, mentre essi non hanno ancora l'adesione della fede, si risponde che hanno la fede in virtù del sacramento della fede e che si convertono a Dio in virtù del sacramento della conversione, perché la stessa risposta fa parte della celebrazione del sacramento. Allo stesso modo, a proposito del Battesimo, l'Apostolo dice: Siamo stati sepolti insieme con Cristo nella morte mediante il Battesimo 9Non dice: "Abbiamo rappresentato la sepoltura "; ma proprio: Siamo stati sepolti insieme. Non ha voluto dare al sacramento di sì gran mistero altro nome che quello del mistero stesso.

L'efficacia dei sacramenti.
10. Il bambino quindi è reso fedele non da un atto volontario della fede simile a quello dei fedeli adulti, ma dal sacramento della stessa fede. Poiché, allo stesso modo che il padrino risponde ch'egli crede, così pure si chiama fedele non col dare l'assenso personale della sua intelligenza, ma col ricevere il sacramento della stessa fede. Quando poi egli comincerà a capire, non avrà bisogno di un nuovo battesimo, ma comprenderà il sacramento ricevuto e si conformerà, col consenso della volontà, alla realtà spirituale da esso rappresentata. Finché non sarà capace di questo atto volontario, a difenderlo contro le potenze avverse basterà il sacramento: gli basterà fino al punto che, se morisse prima dell'uso della ragione, verrebbe sottratto coll'aiuto cristiano alla condanna, entrata nel mondo per causa di un sol uomo 10, in virtù dello stesso sacramento garantito dalla carità della Chiesa. Chi non crede questa verità e la giudica impossibile ad effettuarsi, è certamente infedele, anche se avesse il sacramento della fede. Assai migliore di lui sarebbe un bambino che, quantunque non possieda ancora la convinzione intellettiva della fede, non gli oppone l'ostacolo d'una convinzione contraria, e per questo riceve con disposizioni adatte alla salvezza il sacramento della fede. Ai tuoi quesiti mi pare d'aver risposto in misura forse non sufficiente per le persone meno capaci e litigiose, ma in misura forse più che sufficiente per le persone che amano la pace e sono dotate d'intelligenza. A mia giustificazione poi non t'ho addotto solo l'immutata consuetudine della Chiesa ma, per quanto m'è stato possibile, ti ho pure spiegato la ragione di tale saluberrima consuetudine.

Brani tratti dalle opere di S.Agostino

I pelagiani ammettono il Battesimo dei bambini non per la vita eterna, ma per il regno dei cieli.

1. 2. I pelagiani ammettono che i bambini devono essere battezzati. Quindi non c'è questione tra noi e loro circa la necessità di battezzare i bambini; sorge il problema circa la motivazione della necessità del Battesimo. Dunque, ciò che ammettono teniamolo per fermo insieme con loro senza dubbio alcuno. Che i bambini si debbano battezzare, nessuno ne dubita. Nessuno lo metta in discussione, poiché non ne dubitano neppure coloro che non sono d'accordo sotto qualche aspetto.

Dicono che il bambino, sebbene non sia battezzato, deve avere immancabilmente la salvezza e la vita eterna: benché - dicono - non sia battezzato, e ciò a motivo dell'innocenza, in quanto non ha peccato alcuno, né personale, né originale, né derivato da sé, né contratto da Adamo; però dev'essere battezzato perché abbia anche accesso al regno di Dio, cioè al regno dei cieli. Se questo va messo in discussione, è certamente a causa loro che si deve fare, non dipende da noi. Sono nostri fratelli infatti, sono stati assai turbati dall'importanza della questione, però avrebbero dovuto lasciarsi guidare dall'esercizio dell'autorità. (Notare il senso dell'autorità affermato da Agostino....non parla di se stesso, ma della Chiesa della quale è vescovo...)

I pelagiani quando infatti dicono che non devono essere battezzati per poter ricevere la salvezza e la vita eterna, ma soltanto per il regno dei cieli e il regno di Dio, riconoscono certamente che devono essere battezzati, ma non per la vita eterna, bensì per il regno dei cieli. E quanto alla vita eterna? L'avranno, dicono. In grazia di che l'avranno? Perché sono esenti da ogni peccato e non può loro toccare la dannazione. Esiste dunque una vita eterna al di fuori del regno dei cieli?

 5. 6. Ecco, c'è non so chi il quale dice: Il bambino, non avendo assolutamente alcun peccato, né commesso in vita sua, né ereditato dalla vita del progenitore, avrà sia la vita eterna che il regno dei cieli.

6. 6. Replicate, prendete il sopravvento su chi vi si oppone, voi che stabilite ben altra differenziazione. (E qui, Agostino pone prima la motivazione errata) Voi, infatti, dite: Questo non battezzato avrà certamente la vita eterna, ma non avrà il regno dei cieli. Costui, al contrario: Anzi, avrà la vita eterna e il regno dei cieli. Per quale ragione, dunque, porti via ad un innocente l'eredità del regno dei cieli? Chi non guadagna il regno dei cieli è senza dubbio frodato di un grande bene. Che giustizia è questa? Spiega, perché? Che fa di male il bambino non battezzato, senza colpa alcuna, né propria, né derivatagli dal padre? Dimmi, che fa di male da non poter accedere al regno dei cieli, da non poter condividere la sorte dei santi, da essere bandito dalla società degli Angeli? Ti pare di essere misericordioso perché non lo privi della vita, però, chi escludi dal regno dei cieli tu lo condanni. Tu condanni: non lo uccidi, ma lo bandisci dalla patria. Così ad esempio, anche gli esuli vivono; se sono sani, non soffrono dolori fisici, non subiscono tortura non languiscono nell'oscurità di un carcere, hanno soltanto questa pena: non trovarsi in patria. È una gran pena se si ama la patria; se invece non la si ama la sofferenza morale è più grave. C'è poco male nell'animo dell'uomo che non desidera la società dei santi, che non desidera il regno dei cieli? Se gliene manca il desiderio, la pena ha origine dalla perversione: se invece ne prova il desiderio, la pena deriva dall'essergli sottratta la carità.

 

Ribatti in contrario questo che ti contraddice, il quale, con una misericordia ed una giustizia maggiore della tua, vuol dare ai bambini non battezzati non solo la vita eterna, ma anche il regno dei cieli. Ribatti, se puoi, ma danne la ragione; ti compiaci, infatti, di gloriarti di essa.

 

7. 7. Da parte mia avverto la profondità di tale questione e riconosco che le mie risorse non sono adeguate a scandagliarne il fondo. E qui mi piace esclamare con Paolo: O profondità delle ricchezze!Rm 11, 33. Un bambino non battezzato va verso la dannazione; sono infatti le parole dell'Apostolo: Da uno solo per la condanna Rm 5, 16. Non trovo una ragione che soddisfi adeguatamente, non perché manchi, ma perché non riesco a trovarla. Perciò, quando mi è preclusa l'indagine che scandagli la profondità fino in fondo, devo richiamarmi all'insufficienza umana, non accusare l'autorità di Dio. Da parte mia, dico veramente a voce alta e non me ne vergogno: O profondità delle ricchezze, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti chi ha conosciuto il pensiero del Signore, o chi mai è stato il suo consigliere? o chi gli ha dato qualcosa per primo sì che abbia a riceverne il contraccambio? Poiché da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose: a lui la gloria nei secoli dei secoli Rm 11, 33-36.. Con tali parole premunisco la mia debolezza e, reso inaccessibile da tale difesa, mi fermo così blindato di fronte ai dardi dei tuoi ragionamenti. Ma tu, allenato a batterti, cioè valido ragionatore, replica a chi ti dice: Il bambino, assolutamente innocente, immune da ogni peccato e personale e originale, non solo avrà la vita eterna, ma anche il regno dei cieli. Ed è giusto. Chi nulla ha di male, perché è privo di un qualche bene? "Ma io so" tu dici. Come fai a sapere? "Perché detto dal Signore". Finalmente ci sei arrivato. Quindi non attraverso il tuo ragionamento, ma sulla parola del Signore. Ha senz'altro la mia lode, è retto: come uomo non sei riuscito a spiegartelo e fai ricorso all'autorità. Approvo, approvo in pieno. Fai bene. Non puoi trovare una risposta? Fa' presto ricorso all'autorità: lì non ti perseguito, di lì non ti respingo; anzi, ti accolgo fuggitivo e ti abbraccio.

 

DISCORSO 260/A

NELL'OTTAVA DI PASQUA

AI NEOFITI

Nel battesimo inizia la vita nuova che culminerà in cielo.

1. Il mio discorso si rivolge a voi, bambini or ora nati, piccoli in Cristo, nuova prole della Chiesa, frutto della grazia del Padre e della fecondità della Madre, germoglio santo, sciame di nuove reclute, fiori sbocciati a nostro onore e frutto del nostro lavoro, mio gaudio e mia corona, voi tutti che state nel Signore Cf. Fil 4, 1.. Vi interpello con le parole dell'Apostolo: Ecco, la notte è passata e il giorno è ormai vicino. Deponete dunque le opere delle tenebre e indossate le armi della luce; come in pieno giorno, camminate con onestà: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non nei giacigli e nella lussuria non fra contese e gelosie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo, e non abbandonatevi alla prudenza della carne assecondando le sue concupiscenze Rm 13, 12-14.. Rivestitevi della vita di colui di cui vi siete rivestiti nel sacramento. In realtà tutti quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo, per cui non c'è più né giudeo né greco, non c'è più né schiavo né libero, non c'è più né maschio né femmina. Tutti infatti siete una cosa sola in Cristo Gesù Gal 3, 27-28.. Questo deriva dalla forza stessa del sacramento, che è un sacramento di vita rinnovata: comincia in questo tempo con la remissione di tutti i peccati passati e raggiungerà la perfezione nella resurrezione dei morti. Mediante il battesimo siete stati sepolti insieme con Cristo nella morte, per cui, come Cristo è risuscitato dai morti, così anche voi dovete camminare in novità di vita Rm 6, 4.

 

 Esegesi di Rom 5,8-9: Cristo è morto anche per i bambini.

4. 8. Devi essere di certo molto testardo se tutto questo brano dell'Apostolo non riesce a correggerti dalla tua perversità. Quantunque tutto quello che ha detto, scrivendo ai Romani per raccomandare la grazia di Dio attraverso Cristo Gesù, abbia un'intima connessione, non ci è possibile citarlo per intero perché sarebbe troppo lungo. Ci limitiamo alla considerazione del passo dove dice: Dio dimostra il suo amore verso di noi per il fatto che Cristo è morto per noi quando eravamo ancora peccatori Rm 5, 8-9.. Vorresti far credere che questo è stato detto facendo eccezione dei bambini. Ma ti domando: Se questi non debbono essere annoverati tra i peccatori, perché mai è morto per loro colui che è morto per i peccatori? Risponderai che, quantunque è morto per i peccatori, non è morto solo per i peccatori. Negli autori divini, però, non leggerai mai che Cristo è morto anche per quelli che non hanno avuto alcun peccato. Presta attenzione alle valide testimonianze che ti incalzano. Tu dici che Cristo è morto "anche" per i peccatori; io sostengo che Cristo è morto "soltanto" per i peccatori, affinché tu sia costretto a rispondere che, se i bambini non sono legati da nessun peccato, Cristo non è morto per essi. Dice infatti ai Corinzi: Siccome uno solo è morto per tutti, tutti di conseguenza sono morti, ed egli è morto per tutti - 2 Cor 5, 14-15.. Non ti è permesso assolutamente negare che Gesù è morto solo per quelli che sono morti. Che intendi qui per "morti"? Forse quelli che sono usciti dal corpo? Ma chi è tanto insensato di pensarlo? "Morti", per i quali tutti il solo Cristo è morto, va inteso secondo il senso dell'altro brano: E voi che eravate morti per le vostre colpe e per l'incirconcisione della vostra carne, egli ha fatto rivivere con lui - Col 2, 13.. Per questo aveva detto: Siccome uno solo è morto per tutti, tutti di conseguenza sono morti, per dimostrare che era impossibile che morisse se non per i morti. Proprio da questo ha dimostrato che tutti sono morti, perchè uno è morto per tutti. Te lo sbatto in faccia, te lo inculco, ti ci riempio, mentre lo rifiuti: accettalo, è salutare per te; non voglio che tu abbia a morire. Uno solo è morto per tutti, e tutti di conseguenza sono morti. Vedi come ha voluto essere logico per far comprendere che tutti erano morti, se è morto per tutti. Siccome non sono morti nel corpo, bisogna dire che sono morti nel peccato tutti quelli per i quali Cristo è morto. Nessuno lo neghi, nessuno lo metta in dubbio a meno che non neghi o dubiti di essere cristiano. Per la qual cosa, se i bambini non contraggono alcun peccato, non sono morti e, se non sono morti, non può essere morto per essi Colui che non è morto se non per i morti. Sin dal tuo primo libro, però, hai già gridato contro di noi che "Cristo è morto anche per i bambini" -.
In nessuna maniera, pertanto, ti è permesso di negare che i bambini contraggono il peccato originale. Donde, infatti, è venuta loro la morte se non da esso? o per quale morte dei bambini è morto colui che non è morto se non per i morti? Tu stesso hai dichiarato che è morto anche per i bambini. Torna dunque insieme con me a quello che avevo cominciato a dire sulla lettera ai Romani.

[Modificato da Credente 11/01/2013 13:00]