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Inoltre in Col.2,11 il battesimo cristiano viene da Paolo accostato alla circoncisione ebraica e viene denominato come "circoncisione del Cristo". Ricordiamo a questo proposito che i bambini ebrei ricevevano la circoncisione subito dopo la nascita e venivano così inseriti ufficialmente nel popolo eletto. E notiamo anche che tali neonati non effettuavano essi stessi nessuna scelta consapevole, ma i genitori lo facevano per loro conto.

Infine nel NT viene accennata una strana pratica da parte dei primi cristiani, descritta brevemente da Paolo in 1 Cor.15,29. Vi si dice che tra i primi cristiani vi erano taluni che si facevano "battezzare per i morti". Questa pratica sembra far pensare all’uso di applicare il battesimo a favore di parenti (forse credenti ) morti senza averlo ricevuto, nel timore della loro perdizione eterna. Se ne deduce che era quindi assai vivo il timore di non poter conseguire la salvezza senza il battesimo ed abbiamo inoltre in questo testo una conferma esplicita che i Corinti praticavano "IL BATTESIMO PER PROCURA".

Paolo non biasima questa pratica ma lo cita come conferma della resurrezione dei morti.

A questo punto sorge la domanda: se il Signore ha condizionato la salvezza alla fede ed al battesimo, e non ad uno solo dei due elementi, cosa succede ad una persona che non è in grado o non arriverà ad essere in grado di accettare autonomamente la fede ? Chi ci autorizza a privarla di una delle condizioni indispensabili per la salvezza? Chi si assume questa responsabilità ?

Il problema si pone non solo per i bambini ma anche per coloro che hanno delle insufficienze mentali.

Taluni si chiedono cosa accadrà dei milioni di bambini morti senza aver avuto il battesimo. Ebbene la Chiesa risponde che Cristo ha legato la salvezza al battesimo, ma Lui stesso non è legato al battesimo.

In parole povere significa che la via ordinaria per ottenere la salvezza passa per il battesimo (oltre che ovviamente per tutte le altre condizioni richieste dal Vangelo), ma Cristo può trovare anche vie straordinarie per salvare gli uomini.

A noi dunque compete fare quello che ci è chiesto, il resto lasciamolo fare al Signore. Paolo infatti dice in 1 Tim 4:abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente, che è il salvatore di tutti gli uomini, ma soprattutto di quelli che credono.

Il brano di 1Cor 7,14 che viene addotto per affermare che la santità di un genitore si trasmette alla prole.

Ma questo testo non esclude affatto che il battesimo possa venire amministrato al fanciullo; l’espressione di Gesù: "di essi (bambini) è il regno dei cieli", non esclude che essi possano riceverlo, se possono. Per chi non potesse, il Signore potrà trovare altre strade non ordinarie per la salvezza, che non sta a noi decidere.

La Chiesa pertanto ritiene che non si debba privare del battesimo nessun bambino, inserito in un contesto cristiano, in un popolo di salvati, destinato a conoscere il Signore, soprattutto tenendo conto che un bimbo potrebbe morire senza aver avuto il tempo di maturare una decisione personale.

Inoltre ci sono altri elementi :

 

La decisione di venire alla vita fisica non è venuta da noi stessi; perché non potrebbero essere i genitori a scegliere anche la nascita ad una vita di grazia?

Nella visuale neotestamentaria il battesimo è piuttosto un fatto salvifico donato da Dio all’uomo, per cui liberato dal peccato e reso nuova creatura, gli viene resa possibile una nuova esistenza. Lo Spirito Santo diviene pertanto un principio vitale che attraverso la Grazia costituisce un aiuto costante nel vivere la vita in Cristo.

La prassi battesimale dei bambini nella chiesa primitiva è documentata in alcuni testi:

un testo di Ippolito di Roma ( 215 d.C.) dice testualmente: " …i battezzati si avvicinino alle acque che devono essere correnti e pure. Si svestano e siano battezzati prima i bambini. Se possono rispondere essi stessi rispondano, altrimenti rispondano i loro genitori o qualcuno della loro famiglia, si battezzino poi gli uomini adulti ed infine le donne.

S. Agostino ne fa riferimento in diverse occasioni:

Nel suo commento al Vangelo di S. Giovanni 8,21-25 (discorso 38 par.6) dice: "…per questo il fanciullo che ancora succhia il latte della mamma è portato da pie mani alla chiesa nel timore che esca dalla vita senza il battesimo e che muoia nel peccato nel quale è nato."

Nel suo commento a Gv.15,1-3 (discorso 86 par.3) dice: "… questa parola della fede ha tale potenza nella Chiesa che essa, per mezzo di colui che crede, che offre l’acqua, che la benedice, che la versa, purifica anche il fanciullo, il quale per la sua età ancora non è capace di credere con il cuore, per ottenere giustizia, né è in grado di professare la fede con la bocca, per ottenere la salvezza.

Tertulliano, esprime qualche preoccupazione sull’amministrazione del battesimo ai bambini, ma non lo esclude, soprattutto nei casi gravi, cioè di probabile morte del bambino.

Egli dice testualmente nel "De baptismo" Cap.18,4-5 : "Tenendo conto delle situazioni, delle disposizioni e anche dell’età di ogni persona, rimandare il battesimo presenta maggiore utilità, soprattutto quando si ha a che fare con bambini. Se non ci sono casi proprio gravi...

Da questi brani si deduce esplicitamente che questa prassi era seguita agli albori del cristianesimo.

Il NT presenta anche questo testo molto significativo per comprendere l'importanza del battesimo dei bambini:

in 1 Cor 10 troviamo: 1Non voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare, 2tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare...

Anche i bambini si trovavano ad attraversare il mar rosso, figura del battesimo istituito da Cristo; essi con i loro genitori, formano il popolo salvato da Dio.

Tutti gli argomenti a sfavore sono meno significativi di quanto invece la Chiesa ha inteso fare, come interprete della volontà del Maestro, ("chi ascolta voi ascolta me") e che abbiamo esaminato sulla base delle Scritture.