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73 - Altre visioni sui tre Magi - Il viaggio prosegue

Nella notte tra il 27 e il 28 novembre, mentre spuntava l'aurora, Theodeko ed il suo seguito raggiunsero Mensor e Sair in una città antica in rovina. Vidi numerose alte colonne disposte in fila. Le porte sotto le torri quadrangolari erano per metà diroccate e dappertutto erano disseminate delle belle statue che non mostravano le posizioni goffe dello stile egiziano, bensì erano fatte bene con un certo atteggiamento molto espressivo. il terreno era sabbioso e ricoperto da mucchi di sassi. In mezzo alle rovine vidi in agguato, accovacciate, certe persone che mi parvero ladri ben addestrati alla rapina. Indossavano solo una pelle di animale intorno al corpo ed avevano in mano degli stocchi. Erano di color bruno, di bassa statura, muscolosi e assai agili. Vidi le tre carovane dei Magi congiungersi al centro della città. Allo spuntar del giorno abbandonarono questo luogo e proseguirono frettolosi il viaggio. Molti poveri di questa zona, che erano stati allietati dalla generosità dei tre sovrani, si aggregarono alle carovane. Dopo una mezza giornata di viaggio, i Magi pensarono di riposare per un giorno intero. In questa città piena di rovine, poco dopo la morte di Cristo, l'apostolo Giovanni mandò Saturnino e Jonadab (il fratellastro di Pietro) a predicarvi il Vangelo. Theodeko aveva una carnagione di un bel color giallo; lo ricordo ammalato nella sua tenda quando, trentadue anni dopo, Gesù andò a visitare i tre Magi. Ogni Re era seguito da quattro parenti. Vidi anche persone d'alto rango accompagnate a loro volta da servi e cammelli. Fra i numerosi giovani del seguito, ricoperti solo da una fascia ai fianchi, vedo Eleazaro del quale posseggo una reliquia. Egli subirà il martirio.

Quando Anna Caterina fu interrogata dal suo confessore sui nomi dei Santi Re così rispose:

"Mensor, quello dai colore bruno, dopo la morte di Cristo, fu battezzato da San Tommaso con il nome di Leandro; Theodeko, dal colore giallo e di età avanzata, accolse dallo stesso San Tommaso il nome di Leone. il moro, che quando giunse Gesù, era già morto, si chiamava Seir, ovvero Sair".

Il confessore allora le domandò: - E quest'ultimo come fu chiamato all'atto del battesimo? -

Egli era già morto e non ebbe altro battesimo che quello dell'intenzione".

Allora il confessore soggiunse: - Questi nomi non li ho mai sentiti da quando sono al mondo, ho sempre saputo che si chiamavano "Gaspare, Melchiorre e Baldassare".- Suor Emmerick così gli rispose:

"Si sono chiamati così, perché questi sono nomi simbolici che corrispondono ed esprimono precisamente il loro carattere: il primo è "amorevole"; il secondo: "si aggira dolcemente intorno"; il terzo significa: "pronto con la volontà ad aderire a quella di Dio".

La Veggente pronunciò queste parole con grande allegria, accompagnando l'espressione di ciascun nome col gesto e stendendo la mano fuori dal letto.

Visioni del 28 novembre.

Dopo una mezza giornata di cammino dalla città delle statue, i tre Magi e le loro carovane entrarono in un paese molto più fertile. Io mi sentii unita alle loro carovane. Vidi che in questo paese le abitazioni dei pastori erano numerose e disseminate, fatte di pietre bianche e nere. La carovana andava accostandosi ad un pozzo della pianura, vicino al quale si trovavano numerose capanne assai vaste e aperte da un lato. Tre di queste erano disposte al centro di tutte le altre; mi parve che fosse un luogo destinato alla sosta delle carovane. Ognuna delle tre carovane dei Magi era presieduta da cinque persone, compreso il sovrano, il quale aveva cura di ogni cosa, presiedeva alle riunioni ed impartiva gli ordini. I componenti di ogni tribù al seguito dei Magi, avevano un colore di carnagione diverso dalle altre, come erano diversi pure nel vestito. Tutti portavano sandali molto aperti, i piedi nudi erano sormontati da cordicelle sottilissime che li mantenevano legati alle suole. Persone di alto rango sedevano comode sul carico degli animali e impugnavano un bastone per distinguersi. Portavano alla cintola sciabole, coltelli e borse. Costoro erano seguiti da bestie grandi quasi come cavalli, cavalcate da servi e schiavi che stavano seduti sul carico degli animali stessi. Le carovane si fermarono intorno ad una vasca chiusa da un coperchio, che fu aperta da un uomo che aveva accompagnato la carovana fin dalla città diroccata; così dietro il pagamento di un'imposta le bestie poterono abbeverarsi. Poi tolsero dai somari delle ceste contenenti le provviste e da quelle mangiarono, mentre dei vasi di pietra furono riempiti di foraggio e posti davanti agli animali. Quella gente aveva trasportato molte provviste anche per le proprie cavalcature. Vidi moltissimi pani ben conservati in scatole di cuoio, vasellami preziosissimi di un metallo giallognolo e tempestati di gemme, calici preziosi di cui si servivano per bere. Gli orli dei vasi erano muniti di pietre preziose di color rosso. Dopo che le bestie furono sazie e dissetate si accesero i fuochi. Vidi formare al centro del campo una grande pira di legname dove furono arrostiti numerosi uccelli. I tre sovrani e gli anziani distribuivano il cibo perfino ai loro servi e agli schiavi seduti un po' in disparte. Mi sento commossa nel vedere l'amabile e infinita generosità dei Santi Re! Li vedo dividere i pasti con i poveri accorsi da ogni parte. E, come si fa con i fanciulli, porgono perfino alle loro labbra i vasi aurei per dissetarli.

74 - La lunghezza del viaggio

Ho saputo molte cose intorno ai Magi: Mensor era Caldeo, la capitale era Acaiaia, che giaceva su un'isola in mezzo ad un fiume. Nel suo castello Mensor abitava raramente perché preferiva vivere con i suoi pastori in mezzo alle greggi. il moro Sair abitava credo a Partherme (forse la pronuncia giusta era Parthiene o Parthomaspe), che era il suo paese natio. Un po' fuori di questa città si trovava un lago. Sair era di carnagione nera e aveva labbra grandi e molto rosse, come i componenti di tutta la sua tribù; le popolazioni dei dintorni del paese di questo sovrano invece erano bianche. La capitale del regno non era molto grande. Theodeko, che invece era bianco, abitava nel paese posto assai più lontano, cioè nella Media, la quale se non erro mi sembra che si stendesse su due mari. Theodeko era il più ricco degli altri Re; dovette fare il maggior sacrificio per compiere il viaggio. Infatti egli avrebbe potuto recarsi a Betlemme seguendo la via diretta, ma preferì unirsi agli altri compiendo un giro vizioso per Babilonia. La posizione topografica dei tre regni formava una specie di triangolo. il viaggio dei Magi durò complessivamente circa settecento ore, vidi anche il numero sei, forse settecentosei, sedici o sessanta. Siccome viaggiarono spesso giorno e notte e avevano ottime cavalcature, percorsero questa distanza in soli trentatre giorni. La stella che li guidò, era come un globo luminoso, il quale sembrava sospeso ad un raggio radioso proveniente da un torrente di luce e guidato da una mano invisibile. Durante il giorno il globo luminoso superava la luce del sole. Considerando la lunghezza del viaggio mi parve quasi impossibile che potesse essere compiuto in così breve tempo, viste anche le difficoltà del terreno sul quale si muoveva la carovana. La stella si distingueva assai bene di notte, era di un colore rossiccio simile a quello della luna quando spira il vento forte; la sua coda era pallida e prolungata. Vidi i Magi ed il loro seguito percorrere spesso tratti di strada a piedi, muovendosi a capo scoperto e assorti in preghiera. Quando il terreno però ritornava ad essere buono, essi montavano di nuovo le loro cavalcature e proseguivano il cammino in modo molto più spedito. Altre volte li vedevo avanzare lentamente nella notte mentre intonavano inni di lode che, risuonando nell' aria notturna, producevano una dolce emozione nello spirito.

75 - La carovana dei Magi - Il re di Causur

Visioni dal 29 novembre al 2 dicembre.

Nella notte dal 29 al 30 novembre, cioè dal giovedì al venerdì, mi vidi con la carovana dei Santi Re, non saprei descrivere mai abbastanza bene con quanta gioia, ordine e obbedienza essi compivano ogni minima azione. Durante la notte li guida sempre la stella con la lunga coda che tocca quasi la superficie terrestre. Quegli uomini eccellenti, ora la guardano silenziosi, altre volte ne parlano rispettosi dalle loro cavalcature, e talvolta le elevano inni di ringraziamento. Il tono del canto è lento e commovente, consta di note basse e altissime. Quel canto squarcia il silenzio delle notti stellate del deserto e lascia una profonda impressione nel cuore. Percepisco nel mio spirito il sottile e delicato simbolismo di quelle dolci note. Straordinariamente preciso e ordinato è il muoversi di quella carovana divisa in più gruppi. Ciascuno di questi è preceduto da un cammello molto alto e caricato di gravi pesi da ambo i lati della gobba, sulla quale siede uno dei capi della carovana impugnando uno stocco. A questo cammello seguono i cavalli e gli asini, tutti carichi, montati da persone dipendenti dal capo che siede sul cammello. Segue poi un altro gruppo e così via. I cammelli hanno un passo leggerissimo ma assai lungo, posano lo zoccolo duro sul suolo come se avessero cura di non rompere qualche cosa. Il corpo non si muove per niente e pare che le sole gambe abbiano movimento. La testa, sorretta dal lungo collo, accenna appena ad aver vita. Pure gli uomini della carovana agiscono in modo tranquillo, attenti a quello che fanno e senza occuparsi del futuro. Questo popolo in movimento, che segue i Magi e non conosce ancora il Signore, si muove pacifico e contemplante per essere da Lui redento e colmato di grazia. Noi invece, nelle nostre processioni, siamo disordinati, indifferenti e senza devozione alcuna. Vedo la carovana attraversare il paese di Atom, dove abitò Azaria, il sacerdote idolatra.

Venerdì 30 novembre.

La carovana si è fermata in un campo vicino ad un pozzo. Nelle vicinanze vi sono molte capanne, da una delle quali viene un uomo che apre il pozzo. Qui fanno fatto una breve pausa, si dissetano loro e gli animali, ma non scaricano nulla.

Sabato i dicembre.

La carovana prosegue il viaggio attraverso le pianure, mentre ieri l'avevo vista salire per erti pendii. Alla loro destra vedo dei monti e mi pare che scendendo si avvicinino ad una regione dove sono frequenti le abitazioni. Piante e pozzi fiancheggiano la via. Gli abitanti del luogo hanno steso dei fili fra un albero e l'altro, e con i medesimi intrecciano larghi tappeti. Questo popolo è adoratore degli idoli dalla testa di bue, e dona generosamente cibo a tutti i poveri che seguono la carovana dei Re. Mi meraviglio quando vedo che gettano i piatti tondi sui quali hanno mangiato.

Domenica 2 dicembre.

I Re giunsero presso una città, il cui nome risuonò al mio orecchio come "Causur"; essa consisteva in tende erette sopra un terreno pietroso. In questa città appunto si fermarono a visitare il sovrano. Dal momento che erano partiti dalla città antica in rovine fino a questo luogo, avevano percorso molte miglia in sole sessanta ore di marcia. Quando i Magi narrarono cosa avevano veduto, il re di Causur si meravigliò assai, e preso un cannocchiale vide egli stesso la stella ed in essa l'immagine di un Fanciullo con una croce. Allora costui li pregò che passassero di nuovo da lui al ritorno per riferirgli ciò che avevano veduto, poiché egli desiderava offrire a questo Santo Bambino altari e sacrifici. Sono curiosa di vedere se questo re manterrà la sua promessa! Sentii i Magi narrargli come avessero incominciato ad osservare il corso delle stelle.

76 - L'osservazione delle stelle presso i tre Magi. La stella di Giacobbe.

I progenitori dei Magi discendevano dalla stirpe di Giacobbe, anticamente vivevano nel Caucaso e possedevano diverse terre in paesi lontani. Circa 1500 anni prima della nascita di Cristo abitava quei luoghi una tribù degli antenati dei Magi. Il profeta Balaam viveva nei dintorni e uno dei discepoli ne diffuse le sue profezie, rivelando il significato della stella di Giacobbe che un giorno sarebbe sorta. La profezia trovò una favorevole accoglienza fra la gente di quella tribù. Fu quindi edificata un'alta torre sopra un monte, sulla quale molti savi astronomi facevano osservazioni sull'universo stellato per scrutare i simboli della stella. La torre aveva la base molto larga e la sommità molto stretta. Ho veduto le piccole celle dove i savi dimoravano ordinariamente per compiere i loro studi. Quelle ricerche, con i relativi sviluppi, passarono tradizionalmente di generazione in generazione. Vari avvenimenti però fecero in modo che a poco a poco l'interesse per l'osservazione degli astri fosse trascurata. Cinquecento anni prima della venuta di Cristo si diffuse invece tra questo popolo l'idolatria più crudele, giungendo al punto di sacrificare agli idoli i fanciulli per favorire la venuta del Bambino promesso. In questo tempo il popolo astronomo era suddiviso in tre famiglie lontane l'una dall'altra, governate da tre fratelli. Ciascuno di questi aveva a sua volta tre figlie profetesse che riaccesero nelle tre tribù la fiamma dell'amore per l'astronomia. Esse annunciarono pubblicamente la venuta della stella e del Santo Bambino discendente da Giacobbe. Allora tutti ripresero ad attendere la venuta del Santo Bambino nel modo più giusto e iniziarono di nuovo lo studio profondo del significato degli astri. Per diretta discendenza dai padri delle veggenti, videro la luce i tre Magi. Nel corso di quasi cinquecento anni, durante tutto il periodo che intercorre tra le profetesse e i Magi, continuò sempre attentamente l'osservazione delle stelle sulla torre costruita per uso comune. Questo studio serviva anche ad introdurre cambiamenti culturali nei riti religiosi del paese. Si notarono così segni meravigliosi negli astri. Purtroppo i sacrifici umani durarono fino alla concezione della Vergine Benedetta. Mentre i Magi davano spiegazioni su questi segni al re di Causur io ne vidi parecchi. Dalla concezione di Maria in poi, i simboli astronomici avevano fatto sempre più riferimento al prossimo santo Evento. Negli ultimi tempi, alcuni segni nel cielo simbolizzavano perfino i patimenti della Vergine e di Gesù.

77 - La scala di Giacobbe e i simboli primitivi dell'Avvento e della venuta di Maria

I Magi avevano avuto la visione della sommità della scala di Giacobbe che toccava una stella; così, dal numero dei gradini e dai simboli apparsi, seppero calcolare l'avvicinarsi dell'Avvento e della prossima apparizione della stella profetizzata da Baalam. Quando Maria Santissima fu concepita, i Santi Re videro l'idolo pagano della vergine con lo scettro e la bilancia piena di grappoli e di spighe; poco al di sotto di quest'idolo appariva l'immagine della Santa Vergine col Santo Bambino. Betlemme appariva allo sguardo dei Magi come un bel castello in cui stavano contenute quelle grazie che si diffondevano in tutto il mondo. Qui videro la Madonna col Santo Bambino, circondati da un'aureola di splendore, accogliere le offerte di numerosi sovrani che si prostravano ai loro piedi. I Re astronomi videro pure la Gerusalemme celeste, poi una via oscura e piena di sangue, di spine e di patimenti. Allora essi pensarono ingenuamente che la Gerusalemme celeste fosse il regno di questo Re sulla terra e credevano di poterla raggiungere con il loro viaggio. La via sanguinosa era stata da loro interpretata come il simbolo delle tribolazioni di questo lungo viaggio, senza immaginare che significasse la Passione di Cristo. I Magi videro sulla parte inferiore della scala di Giacobbe un simbolo che si riferiva alla fuga di Maria Santissima in Egitto. Vidi sulla scala di Giacobbe un gran numero di immagini, molte si riferivano alla Madonna nelle Litanie lauretane: il pozzo suggellato, il giardino recinto ed il simbolo dei Re che si scambiavano reciprocamente lo scettro ed i ramoscelli. Questi simboli apparivano nella costellazione ed erano seguiti attentamente dai Santi Magi, i quali appena videro quello dei Re e del Bambino con la croce si misero in viaggio senza più alcun dubbio. Questo simbolo era nella stella, che non era una cometa ma una meteora risplendente portata da un Angelo. Quando i Magi non la vedevano, erano guidati nello spirito dall'Angelo. Grande era la loro attesa, come pure grande fu la loro delusione quando notarono che tutti ignoravano il grande Evento. Giunti poi a Betlemme, quando invece del magnifico castello apparso nella stella videro una deserta spelonca, furono compresi da dolorosa incertezza. Ma appena videro il Santo Bambino ritornarono nella profondità della loro fede prostrandosi devoti dinanzi alla sua Luce. Le osservazioni che essi facevano delle stelle andavano sempre congiunte a digiuni, preghiere, rinunce e purificazioni. Le contemplazioni non consistevano nell'osservazione di una singola stella, bensì delle costellazioni. Quando queste osservazioni venivano fatte da persone senza purificazione spirituale e dal carattere grossolano, esse venivano assalite da violente convulsioni; a queste reazioni risale la prima causa delle orribili inumazioni di vittime. Altri però, come per esempio i Santi Re, non solo vedevano il simbolo riflesso evidente come uno specchio nella quiete profonda del loro animo, ma si sentivano inondati dalla grazia che li rendeva sempre più devoti e migliori nello spirito.

78 - Matta avverte l'arrivo dei Magi

Visioni da lunedì 3 a sabato 8 dicembre.

Appena i tre Re ebbero lasciato Causur, una lunga carovana di persone distinte che seguivano la stessa via si uni a loro. Ho visto l'enorme carovana congiunta snodarsi attraverso vaste campagne; il 5 dicembre hanno sostato presso un pozzo e abbeverato le bestie senza però togliere il carico.

In questi giorni, la venerabile Suor Emmerick intonò spesso nel sonno versi commoventi. Quando fu interrogata in merito, così rispose:

"Io canto come gli amati Santi Magi che intonano strofe piene di significato spirituale, per esempio: - Noi valicheremo i monti e ci prostreremo innanzi al nuovo Re. - Qualcuno inventa un altro versetto e lo canta; gli altri lo ripetono in coro; poi un secondo compone un altro verso, e così via, e proseguono il cammino alternando dolcemente i cantici". All'interno della stella che indicava loro la via, vidi la figura di un Bambino con una croce.

Mercoledì 5 dicembre.

Maria intanto aveva avuto una visione che le annunciava l'arrivo dei Re; ciò avvenne mentre questi erano presso il sovrano di Causur. La Madonna vide anche che quest'ultimo aveva manifestato l'intenzione di erigere un altare a suo Figlio. Rese partecipi Elisabetta e Giuseppe dell'avvenimento e disse che voleva prepararsi a ricevere i Magi. Vidi Maria costretta a nascondersi di nuovo perché erano giunti alla grotta alcuni curiosi. Oggi ho visto giungere un servo a riprendere Elisabetta, che se ne è ritornata con lui a Juta. I giorni dal 6 all' 8 dicembre passarono generalmente assai tranquilli. La Santa Famiglia fu sola eccetto l'umile ancella di Anna. Questa era una vedova di circa trent'anni, senza figli, legata ad Anna da parentela. Il defunto marito la trattava duramente perché lei si recava spesso dagli Esseni e pregava per la salvezza d'Israele. Dopo poco che egli l'aveva abbandonata, morì; allora Anna accolse la donna presso di sé. La vidi spesso alla grotta dedita al servizio della Santa Famiglia. in questi giorni non vidi più la canaglia arrogante che era venuta a bestemmiare e urlare chiedendo sempre più doni a Giuseppe. Vidi Giuseppe che celebrava il sabato con Maria e l'ancella alla luce del presepio. Sabato sera incominciò la festa della Dedicazione, Giuseppe appese dei candelabri in tre differenti posti della grotta e su ciascuno accese sette lumicini. Le Ebree allattano i bambini soltanto per poco tempo, vidi che anche Gesù, pàssati i primi giorni, ebbe per nutrimento un brodo fatto col midollo d'una pianta acquatica. Durante il giorno l'asino pascolava sul prato, rientrava nella grotta soltanto di sera.

79 - I doni di Anna alla Santa Vergine. - Visioni di domenica 9 e lunedì 10 dicembre.

Da quando era iniziata la festa della Dedicazione a Gerusalemme, alla grotta c era molta quiete, nessuno veniva in visita o a disturbare. il mattino dopo vidi un servo di Anna recare molti oggetti per la Vergine, tra i quali un lavoro femminile per produrre una cintura e una magnifica cesta piena di frutta ricoperta da freschissime rose. Il cesto era alto e di forma sottile; le rose non avevano il solito colore ma erano piuttosto di color carne, ve ne erano anche delle bianche e delle gialle con molte foglie. Maria gradì molto questo dono perché vidi che collocò la cesta vicino a sé.

Il viaggio dei tre Re.

Frattanto, vidi i Santi Re attraversare certe montagne ricoperte di piccole pietre a forma di conchiglia. Vorrei possederne alcune, mi piace tanto la brillantezza della loro superficie! Su quei monti vi sono molti spazi ricoperti di sabbia bianca. In quella zona si stabiliranno più tardi i Magi e Gesù li visiterà durante il terzo anno della sua predicazione.

Martedì li e giovedì 13 dicembre.

Mi sembra che Giuseppe desideri trasferirsi a Betlemme dopo la purificazione di Maria, anzi credo che abbia fatto già la ricerca di un'abitazione nella cittadina. Tre giorni or sono alcune persone distinte di Betlemme si recarono in visita alla Santa Famiglia e offrirono a Giuseppe ospitalità nella loro casa. Maria Santissima si nascose nella caverna laterale mentre Giuseppe rifiutò l'offerta. Anna fece annunciare la sua prossima venuta alla grotta. Vidi che a Gerusalemme si introducevano molti cambiamenti riguardo alla festa. In molte case si chiudevano le finestre o si calavano le tende. Un sacerdote, con in mano delle pergamene, si recò alla grotta. Lo vidi seduto con Giuseppe dinanzi ad un tavolino con una tovaglia rossa e una bianca, entrambi erano immersi nella preghiera. Mi pare che costui fosse venuto per vedere se Giuseppe celebrava la festa, o per annunciargli una nuova celebrazione.

80 - Il lungo viaggio dei Magi continua: in cammino verso il Giordano - Visioni della Veggente sulle tappe e le vicende del viaggio Da domenica 16 a martedì 18 dicembre.

Conclusasi la festa di Dedicazione, la domenica 16 e il lunedì 17 molti abitanti dei dintorni vennero alla grotta e fra essi anche medicanti importuni. Lunedì 17 giunsero due servi di Anna con viveri ed arnesi. Essi anticiparono di nuovo la prossima visita della Santa Madre. Maria aveva regalato ai poveri quasi tutto quello che possedeva. Giuseppe preparava la grotta per accogliere la visita di Anna e, secondo la visione di Maria, anche per l'arrivo dei Re. Lo vedevo ripulire le caverne laterali ed anche quella di Maraha in cui aveva messo tutte le provviste. Frattanto i Magi procedevano la loro marcia nel modo più spedito: disponevano di numerosi dromedari che hanno il passo più veloce dei cavalli. I Re adoperavano come unità di misura e di orientamento, la marcia di dodici ore al giorno. La sera tardi vidi i Magi con la loro carovana giungere in una piccola città composta da caseggiati sparsi senza ordine. Molte case erano circondate da alte siepi. Mi parve che questa fosse una città ebrea. Il luogo si trovava in linea retta con Betlemme. I Magi erano giunti nella città al chiarore lunare, guidati dalla stella, mentre intonavano allegri canti devozionali. Sembrava che gli abitanti di quel luogo non vedessero la stella e che comunque poco se ne curassero. In ogni modo quella popolazione si mostrò buona e ospitale. Essendo alcuni viaggiatori già scesi dalle cavaicature, gli abitanti accorrevano per aiutarli ad abbeverare le loro bestie. Quest'episodio mi richiamò alla memoria i tempi di Abramo, quando tutti gli uomini erano allora così buoni e cortesi tra loro. Quando la carovana dei Magi dopo poco riparti, molti abitanti l'accompagnarono per un buon tratto fuori della città. La stella non risplendeva sempre, anzi si offuscava spesso, si illuminava solo quando i Re transitavano luoghi abitati da persone buone. Talvolta quando i viaggiatòri la vedevano brillare di maggior luce, si sentivano profondamente commossi e credevano che nei dintorni ci fosse il Messia.

Martedì 18 dicembre.

Questa mattina i viaggiatori hanno aggirato le mura di una tetra ed oscura città; poi, dopo un breve tratto di cammino, hanno superato un fiume che ha la foce nel mar Morto (forse l'Armon).

Da mercoledì 19 a venerdì 21 dicembre.

Questa sera ho veduto la carovana dei Re giungere a Methane, presso Armon, frattanto si sono uniti alla carovana altre decine di mendicanti attirati dalla generosità dei Magi. Nella città convivevano piuttosto male pagani e Giudei, essi non si dimostrarono interessati alla storia del Bambino della salvezza e non vollero dare il permèsso alla carovana di accamparsi dentro le mura. Infine concessero l'alloggio fuori dalle mura orientali. Con la massima ingenuità e schiettezza, i Magi narrarono ai curiosi la storia dell'Avvento tanto atteso dai loro antenati da circa duemila anni. Con molta tristezza però notarono che nessuno era interessato alla stella. Quella sera la stella era circondata dalla nebbia, ma quando nel bel mezzo della notte ricomparve più maestosa e splendente di primà, allora i Re corsero fuori dal campo e, svegliati gli abitanti, la mostrarono, ma tra quelli che la guardavano stupiti quasi nessuno si vedeva commosso, anzi molti si sentivano adirati con i Re e pensavano solo di trarre vantaggio dalla loro ingenua generosità. Quando i tre Santi Re si congedarono da questo popolo, la stella splendeva ancora tra le nubi. Nonostante la moltitudine si fosse stupita di fronte a questo splendore, nessuno aveva aperto il cuore alla devozione. I Magi pazienti, prima di allontanarsi distribuirono alla massa certi pezzetti triangolari di foglie d'oro e di grani di color scuro. Infine, scortati dagli abitanti, attraversarono la città intera, qui videro statue di idoli e templi; poi passato il fiume e attraversato un villaggio ebreo, proseguirono verso il Giordano. Ormai erano a poco più di ventiquattro ore di marcia da Gerusalemme.

81 - L'arrivo di Anna alla grotta. I tre Re passano il Giordano

Da mercoledì 19 a sabato 22 dicembre.

Il giorno 19 vidi che Anna era in viaggio verso Betlemme, era accompagnata dal suo secondo marito, dall'ancella, da un servo e da Maria Heli. Avevano portato due asini carichi di doni e provviste alimentari. Trascorsero la notte non lontani da Betania, sulla strada che porta a Betlemme. Intanto Giuseppe aveva disposto nella grotta l'alloggio per gli ospiti, per questo motivo Giuseppe, Maria e il Bambino si ritirarono nell'altra caverna. Vidi molti curiosi giungere da Betlemme per far visita al Bambino; il Santo Neonato si lasciava accarezzare solo da alcuni senza difficoltà, mentre appena era toccato da altri piangeva e si dibatteva. Nell'altra caverna, dove erano traslocati, vidi il bambino Gesù giacere vicino alla Vergine in un cestello fatto di scorze d'albero; il letto della Vergine e il cestello col Bambino erano protetti da una parete di vimini costruita da Giuseppe. Il sant'uomo dormiva in un angolo remoto separato da una piccola parete. Vidi Giuseppe portare a Maria dei cibi su un piattino ed un vaso con l'acqua.

Giovedì 20 dicembre.

Anna ha portato molti doni: panni, tappeti e provviste di ogni genere per la Santa Famiglia. Profondamente commossa, Maria ha deposto il Santo Bambino nelle braccia di sua madre. Anna ha diviso la gioia con la sua diletta figlia accarezzando e baciando il Pargoletto divino. il vecchio servo era assai umile e molto timido, l'ancella portava una lunga chioma ed era vicina a lui. Poi si sono prostrati tutti al suolo e, in estasi devozionale, hanno adorato il Santo Bambinello. Ho sentito la Madonna annunciare affettuosamente a sua madre l'arrivo imminente dei tre Re dall'Oriente, apportatori di preziosi doni.

Sabato 22 dicembre.

Vidi Anna lasc~are la grotta e recarsi in un altro paese, per fare una visita a sua sorella minore sposata con un membro della tribù di Beniamino. Non mi sovviene il nome di questo paesino ma vidi che consisteva solamente in alcune case. Vidi i Magi allontanarsi di notte da Matanea e giungere a Bethabara; passarono di buon mattino il Giordano, ed essendo sabato, non incontrarono che pochi viandanti. Quando il fiume veniva attraversato da carovane intere, come in questo caso, i barcaioli fabbricavano una specie di ponte per traghettarle. L'operazione durò finché tutti passarono felicemente sulla sponda occidentale del fiume. Quindi la carovana dei Magi si snodò alla destra della città di Gerico senza toccarla, e, sebbene fosse in linea retta con Betlemme, continuò sul lato destro. Frattanto si aggregarono alla carovana altre cento persone. In lontananza mi apparve un villaggio bagnato da un torrente. Sembrava che nella loro marcia i Magi dovessero passare per quel villaggio; li vedevo costeggiare per un lungo tratto la riva sinistra del fiumiciattolo mentre Gerusalemme appariva loro in distanza.

Poco dopo Anna Caterina disse:

Non sono entrati nel villaggio, ma si dirigono a destra verso Gerusalemme. Vidi infatti giungere i Santi Re dinanzi alle mura di Gerusalemme. La città ergeva arditamente le sue torri nelle regioni celesti. La stella brillava di pallida luce dietro le mura della città. Quanto più i viaggiatori si avvicinavano a Gerusalemme, tanto più si scoraggiavano perché la stella aveva perduto lo splendore ed era quasi scomparsa. Nel cielo della Giudea la videro solo rare volte. I Santi Re pensavano che nel paese del neonato Redentore l'avvenimento fosse conosciuto e celebrato con gioia. Ma non avendovi scorto alcuna manifestazione di giubilo, i Magi si sentirono afflitti, temendo di restare frustrati nella loro attesa.